A Fanpage.it parla l’avvocato di Mohammad Abedini Najafabadi, l’iraniano in carcere a Opera con l’accusa di collaborare con il terrorismo: “Le diplomazie possono accelerare i tempi sull’estradizione: i governi possono fare quello che vogliono”. La sua liberazione è legata a quella di Cecilia Sala.
Altro incontro nella mattinata di oggi venerdì 3 gennaio tra Mohammad Abedini Najafabadi, l’iraniano in carcere a Opera con l’accusa di collaborare con il terrorismo, e il suo avvocato Alfredo De Francesco. Abedini in carcere avrebbe detto al suo legale: “Pregherò per Cecilia Sala e per me“. Poi il legale precisa: “Ci siamo incontrati e abbiamo parlato anche dei passaggi che verranno fatti per una sua possibile scarcerazione“. E ancora: “Su questione estradizione non sono ancora arrivati gli atti. Le diplomazie possono accelerare i tempi: l’estrazione è gestita dai governi, quindi possono fare quello che vogliono“.
La sorte dell’iraniano sarebbe infatti legata a quella di Cecilia Sala, la giornalista italiana in carcere a Teheran dallo scorso 19 dicembre. Qualche giorno fa l’ambasciatrice italiana in Iran, Paola Amadei, e il viceministro degli Esteri, Vahid Jalalzadeh, avrebbero espresso la loro l’intenzione di fare uno scambio di prigionieri. Ma se avverrà, e soprattutto quando, resta ancora tutto da chiarire. Sul tavolo della diplomazia si dovrebbero sedere però Italia, Iran e Usa.
Mohammad Abedini Najafabadi infatti è ritenuto responsabile dalla Corte statunitense di associazione per delinquere finalizzata alla violazione dell’International Emergency Economic Power Act e per la fornitura di supporto materiale ad un’organizzazione terroristica straniera (IRCG – Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche). In altre parole, è accusato di fornire un “supporto materiale (come droni) a un’organizzazione terroristica straniera”. Un reato che negli Stati Uniti può essere punibile con l’ergastolo. Le manette sono scattate non appena atterrato all’aeroporto di Malpensa dopo un volo partito da Instambul: la Digos lo ha arrestato eseguendo il mandato d’arresto internazionale emesso dagli Stati Uniti che ora ne chiede l’estradizione. I tempi però potrebbero allungarsi e non di poco.
Quanto ci vorrà ancora per decidere sull’estradizione o meno di Abedini
La giustizia italiana, in particolare il Tribunale di Milano, sta avviando tutte le procedure del caso. La Procura ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato, né indagati, per far luce sulle accuse nei confronti dell’iraniano. Intanto l’arrestato tramite il suo avvocato ha fatto sapere di non dare il consenso per l’estradizione. Ma perché c’è la probabilità che ci vorranno mesi affinché la giustizia si esprima sull’estradizione? E come potrebbe influire sulla situazione di Cecilia Sala?
Intanto la procuratrice generale di Milano, Francesca Nanni, ha dato il suo parare negativo sulla richiesta della difesa di far ottenere i domiciliari al 38enne iraniano. La decisione spetterà ai giudici della Corte di Appello che dovrebbe arrivare il 15 gennaio. I giudici di Milano si riservano “una approfondita e completa valutazione degli atti che verranno trasmessi alle autorità” statunitensi.
Ma al centro degli accordi diplomatici c’è la questione estradizione: per legge ci vorranno mesi, non solo settimane. A meno che il fronte diplomatico non sia pronto ad accelerare tutto. Ma per ora sembra non esserci ancora un accordo.
Cosa chiedono Iran e Usa
Al momento di certo si hanno le richieste dei singoli Stati. L’Iran “si aspetta dal governo italiano” che “reciprocamente, oltre ad accelerare la sua liberazione, gli vengano fornite le necessarie agevolazioni assistenziali di cui ha bisogno”. L’Italia chiede lo stesso con Cecilia Sala. L’Iran, ancora, chiede di bloccare l’estrazione.
Intanto nel mezzo ci sono gli Stati Uniti: un portavoce del Dipartimento di Stato americano ha definito quello di Sala un “arresto ingiustificato” e ha chiesto il “rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri arbitrariamente detenuti in Iran senza giusta causa”. Resta da chiedersi però quanta fretta hanno gli Stati Uniti sul caso e quanto sono disposti a trattare sul rilascio di Mohammad Abedini. Intanto sia Mohammad Abedini che Cecilia Sala restano in carcere.
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