Riparte lo stabilimento Stellantis: segnalati dai lavoratori alcuni disagi

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Tra mille incognite e anche disguidi segnalati dai dipendenti, cancelli di nuovo aperti da ieri in viale Giovanni Agnelli, allo stabilimento Stellantis. Disagi manifestati da iscritti Fim-Cisl, su cui poi è intervenuta la stessa Rsu, hanno evidenziato parcheggi e ingressi chiusi, riscaldamento spento, spogliatoi piuttosto gelidi, quadro non idilliaco in cui rimettersi in moto. «Termoli attende risposte concrete, dal punto di vista produttivo e di futuro legato alla riconversione», viene ricordato, anche perché entro giugno Acc dovrà sciogliere (con l’azionista di maggioranza Stellantis) le riserve sul piano industriale legato alla realizzazione della Gigafactory di Termoli. Intanto, arrivati i dati definitivi del 2024. Nonostante due giorni lavorativi in più, il mese di dicembre si ferma a 105.715 vetture immatricolate, in flessione del 4,9% rispetto alle 111.201 unità dello stesso mese del 2023. Con 1.558.704 immatricolazioni, un dato inferiore alle aspettative, l’anno 2024 segna quindi una flessione dello 0,5% rispetto alle 1.566.521 unità del 2023, rimanendo significativamente al di sotto dei livelli pre-pandemia: oltre 358.000 unità in meno (-18,7%) rispetto al 2019. Stellantis ha perso 50mila vetture in un anno, con una discesa del 9,9%. La transizione verso una mobilità a zero emissioni non mostra segni di accelerazione: anche il 2024 risulta un anno sprecato. Le immatricolazioni di vetture elettriche pure (BEV) nel mese di dicembre si attestano al 5,5%, in lieve aumento rispetto al 5,3% di novembre ma inferiore al 6,0% di dicembre 2023. Il 2024 chiude con una quota BEV al 4,2%, pari a quella del 2023. Le auto ibride plug-in (PHEV) raggiungono il 3,4% a dicembre, con un lieve incremento rispetto a novembre ma in calo su base annua, con una quota complessiva per il 2024 che si ferma al 3,3%, inferiore al 4,4% dell’anno precedente. La quota totale di vetture elettrificate (ECV) nel 2024 si attesta al 7,5%, contro l’8,6% del 2023. La bassa penetrazione dei veicoli elettrici continua a sollevare serie preoccupazioni sul raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti dai Regolamenti europei. L’Unrae sottolinea l’insostenibilità dei target in vigore dal 2025, che potrebbero comportare per i Costruttori sanzioni stimate dall’Acea in circa 16 miliardi di euro solo nel primo anno. Non possiamo accettare che una politica frammentaria e scoordinata, a livello sia europeo che italiano, si trasformi in un peso economico così penalizzante per i Costruttori”, dichiara il Presidente Michele Crisci. «Come abbiamo chiarito molto bene nel corso della nostra Conferenza Stampa di fine anno, non vi è dubbio che il Green Deal non sia la causa della crisi dell’automotive in Europa, tuttavia a tal proposito non possiamo non sottolineare con forza come la carenza e la disomogeneità degli strumenti incentivanti, della fiscalità sull’auto e della disponibilità di infrastrutture adeguate abbiano evidentemente frenato il mercato in relazione allo sviluppo atteso delle nuove tecnologie a zero e bassissime emissioni». Anche l’Acea, con un appello alla Commissione Europea del 23 dicembre, ha ribadito la necessità di una revisione urgente del sistema delle sanzioni. A favore della cancellazione o del congelamento delle sanzioni si sono espressi anche diversi Governi europei, il Partito Popolare Europeo e le Confindustrie di Francia, Germania e Italia. Nel frattempo, la Commissione Europea ha annunciato l’avvio di un “Dialogo strategico sul futuro dell’industria automotive europea” previsto per gennaio 2025. L’iniziativa coinvolgerà i principali stakeholders con l’obiettivo di definire e attuare misure concrete per rafforzare la competitività del settore, affrontare le sfide della decarbonizzazione con un approccio tecnologicamente neutrale, sostenere l’occupazione e modernizzare il quadro normativo. Infine, relativamente alle vicende italiane, Crisci dichiara: «Riguardo al nostro Paese, non possiamo non rilevare l’inadeguatezza di una politica solo di supporto alla produzione senza una congrua, coerente e continuativa attenzione di sostegno al mercato delle nuove tecnologie». L’analisi della struttura del mercato del mese, sotto il profilo degli utilizzatori evidenzia per i privati un lievissimo calo dei volumi, salendo di 3 punti al 59,7% di share; nel 2024 chiudono al 58,0% di quota (+2,5 p.p.). Flettono le auto-immatricolazioni nell’ultimo mese dell’anno, all’11,0% di share (-0,8 p.p.), mentre recuperano 1,1 punti nell’intero 2024, all’11,3% del totale. Il noleggio a lungo termine flette ulteriormente nel mese (19,4% di quota, -2,3 p.p.) e archivia il 2024 in calo di 4,4 punti, al 19,9% di quota, per una sostenuta flessione a doppia cifra delle società Top, a fronte comunque di un calo delle Captive. Seppur in riduzione in dicembre, il noleggio a breve termine sale al 5,0% nell’intero 2024 (rispetto al 4,0% del 2023). Le società sono l’unico canale di vendita in lieve incremento nel mese, ma si posizionano al 5,8% nei 12 mesi del 2024, cedendo 0,2 punti rispetto all’anno precedente (7,5% in dicembre, +0,4 p.p.).
Tra le alimentazioni, il motore a benzina archivia il 2024 in lieve crescita in volume e in quota: 29,0% di share (+0,8 punti), mentre nel mese di dicembre segna un calo delle immatricolazioni e scende al 28,1% del totale (-1,9 p.p.). Il diesel retrocede al 13,9% di quota nell’intero 2024 (-3,9 p.p.), con un dicembre in calo di 2,5 punti al 13,1%. Il Gpl chiude il 2024 al 9,4% (+0,3 p.p.), 9,2% in dicembre (+0,1 p.p.). Le ibride nell’intero anno guadagnano 4 punti e archiviano il 2024 al 40,2% di share (40,7% in dicembre), con un 11,8% per le “full” hybrid e 28,4% per le “mild” hybrid. Le auto BEV, come anticipato, chiudono l’anno 2024 al 4,2% di share, come nel 2023 (5,5% nel solo dicembre), le PHEV retrocedono al 3,3% rispetto ad un anno fa (-1,1 p.p., 3,4% in dicembre). L’analisi della segmentazione mostra nell’intero 2024 una flessione delle berline del segmento A, a fronte di una crescita dei SUV, rispettivamente al 9,7% e 2,2% di share. Un aumento interessa il segmento B, con le berline al 20,7% e i Suv al 28,0%. Nel segmento delle medie (C) calano sia le berline, che si fermano al 4,6% di quota, sia i Suv al 19,4%. Stabili in quota le berline del segmento D, all’1,0%, in calo i Suv al 6,2% del totale. Buona crescita per le berline e i Suv nell’alto di gamma, rispettivamente allo 0,2% e 1,6% di quota. Infine, le station wagon rappresentano il 3,5% del totale, gli MPV il 2,1% e le sportive lo 0,7%.



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