Una ricerca sulle coppie miste in Italia rivela come vivono il tempo delle feste

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PiĆ¹ del 90% delle persone, che vive in coppie miste con diversi credo, celebra insieme le feste religiose. Non a caso si intitola Io festeggio due volte il rapporto che rivela questo dato, pubblicato di recente grazie alla collaborazione tra il Centro Studi Confronti e lā€™Associazione italiana famiglie e coppie miste (Aifcom). Nelle famiglie italiane, dove almeno uno dei partner ĆØ straniero, ĆØ emersa dunque lā€™usanza di condividere le ricorrenze religiose in uno spirito di supporto, sostegno e trasmissione dellā€™identitĆ  ai figli. La ricerca, che ha prodotto molti altri risultati, ĆØ stata sviluppata a partire da un questionario che ha coinvolto 424 persone, di cui 157 coppie e 110 partner singoli. Sono stati condotti, inoltre, 9 focus group in 7 cittĆ  italiane (Torino, Milano, Trento, Bologna, Roma, Palermo e Catania), per esplorare i diversi vissuti delle coppie.

Rispetto al dato delle fedi di appartenenza, il 45% del campione ha dichiarato di essere religioso, di cui la metĆ  si ĆØ definito cristiano, poco piĆ¹ del 40% musulmano, il 3% buddhista e il restante 4% di altre fedi. Anche tra coloro che non si dichiarano religiose o religiosi, la percentuale di chi vive comunque insieme le feste religiose raggiunge il 70%. Un modo dunque diverso di vivere il tempo delle feste, che coinvolge ormai un numero sempre crescente di persone in Italia. Ā«Una realtĆ  cosƬ consolidata da almeno 25 anni andava raccontata ā€“ commenta Alessandro Cirioni, presidente di Aifcom ā€“. Lā€™obiettivo di questo innovativo report ĆØ di offrire finalmente, per la prima volta, una panoramica oggettiva e lontana dagli stereotipi, sullo stato di salute di una realtĆ  sociale complessa e variegata che, di fatto, ĆØ un laboratorio interculturale ed interreligioso dellā€™Italia di oggiĀ».

Ā«Nella ricerca ā€” ha commentato ai media vaticani Alberto Mascena, che ha lavorato al dossier ā€” ĆØ stato riscontrato che non ĆØ la differenza religiosa in quanto tale, di vivere in coppie con diverse religioni, a rappresentare una difficoltĆ , quanto il significato che le coppie attribuiscono a queste differenze. Molte, infatti, sono le coppie che la vivono come unā€™opportunitĆ Ā». Il rapporto ha fornito dunque una fotografia della vita quotidiana di chi vive costantemente immerso nella diversitĆ , Ā«per sollecitare la societĆ  civile a agire sui diritti di queste personeĀ» e Ā«per sensibilizzare e in qualche modo normalizzare il fatto che non ha piĆ¹ senso parlare di italiani e stranieriĀ»: Ā«Questo tipo di dualismo cognitivo ā€” ha osservato Mascena ā€” viene messo in crisi dalle coppie misteĀ».

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Come nella famiglia composta da Amadou Keita, guineano, e da Bruna dā€™Angelo, italiana, residenti a Catania e referenti territoriali di Aifcom. Ā«Stiamo vivendo una coppia per me fantastica: io sto accettando lei come ĆØ e lei mi sta accettando come sonoĀ», spiega con entusiasmo Amadou. Insieme hanno due bambini (e ne ĆØ in arrivo un terzo), oltre ad aver accolto altri due figli da una precedente relazione del marito. Ā«In ogni persona cā€™ĆØ qualcosa da accettare ā€” osserva Bruna ā€”. Noi siamo riusciti, forse per grazia di Dio, anche a trasformare le accettazioni, che a volte sembrano delle cose pesanti, come in realtĆ  una ricchezzaĀ». Ā«Ci vuole molta pazienza, sapienza, ma soprattutto dialogo ā€” continua ā€” perĆ², se tutte queste opportunitĆ  venissero vissute come, appunto, un catalizzatore di cambiamento, forse questo mondo sarebbe un poā€™ piĆ¹ pacificoĀ». Amadou racconta che ĆØ stato fondamentale, nel loro cammino, lā€™incontro con un sacerdote, che ha fatto capire loro lā€™importanza di conoscere personalmente la religione lā€™uno dellā€™altra, visto che Bruna ĆØ cristiana e Amadou musulmano. Ā«Quando ci sono dei momenti importanti per la religione di mia moglie, io sono aperto a partecipare con lei e con i figli. CosƬ ĆØ lo stesso quando cā€™ĆØ, per esempio, la festa di Ramadan: tutta la famiglia sua viene a casa nostra e facciamo festaĀ». Ā«Quando lui ha iniziato a venire in chiesa, in occasione di alcune feste, ĆØ stato anche un poā€™ un superare una paura, perchĆ© ĆØ vero che ciĆ² che ĆØ diverso fa paura, non possiamo neanche negarlo. CiĆ² che ci crea imbarazzo e disagio ĆØ da affrontare. Adesso lo affrontiamo mano nella manoĀ». Entrambi impegnati professionalmente nellā€™accoglienza ai migranti, Amadou come mediatore e Bruna come operatrice in un centro per minori, sanno come comunicare con chi ĆØ diverso: Ā«Amo sempre ripetere che il Natale ĆØ per tutti, non ĆØ solo per i cristiani, ĆØ per tutti ā€” conclude Bruna ā€”. Anche io sto imparando tantissimo dallā€™inshallah musulmano (ā€œse Dio vuoleā€): non ĆØ solo devozione, ma anche un totale affidarsi a Dio, cosa che a volte con la nostra razionalitĆ  un poā€™ ci manca. Questo abbandono ĆØ per me veramente un obiettivo da raggiungereĀ».

di Beatrice Guarrera


I dati Istat

Una presenza stabile

Il 16,1% del totale dei matrimoni celebrati nel 2023 in Italia riguarda coppie con almeno un partner straniero. Secondo i dati Istat aggiornati al 2024, infatti, sono 29.732 le nozze certificate di coppie di diversa cultura, che talvolta hanno anche diversa religione.Ā  Si tratta di un dato che si mantiene stabile rispetto allā€™anno precedente, ma che aveva visto un aumento consistente nel passato (+21,3% nel 2022 e +29,5% nel 2021). Nel Centro-nord un matrimonio su cinque riguarda almeno uno sposo straniero mentre nel Mezzogiorno questa tipologia di matrimoni ĆØ pari al 9,3%. Spiccano la provincia autonoma di Bolzano/Bozen (28,9%), lā€™Umbria (23,7%) e la Toscana (23,4%). Quasi i tre quarti dei matrimoni misti ā€” lā€™8,4% delle celebrazioni a livello nazionale nel 2023 ā€” riguardano coppie con sposo italiano e sposa straniera (15.389). Le donne italiane che hanno scelto un partner straniero sono 5.822, il 3,2% del totale delle spose. Nel 2023 gli uomini italiani hanno sposato una cittadina rumena nel 19,8% dei casi, ucraina nel 9,7%, brasiliana nel 6,1% e russa nel 5,9%. Le donne italiane invece uno sposo di cittadinanza marocchina nel 11,9% dei casi o albanese nellā€™8,5%. Eurispes ha ipotizzato un incremento costante di queste unioni, stimando che nel 2030 saranno celebrati 35.807 matrimoni misti.Ā 



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