Il 7 e l’8 gennaio, dalle 17 alle 20. Sono queste le date individuate per la consegna di tutta la documentazione relativa al tesseramento 2024 del Partito Democratico, terminato il 31 dicembre scorso. E proprio il 31 dicembre è arrivata la comunicazione ufficiale ai segretari dei circoli e ai responsabili del tesseramento. In calce al documento ci sono due firme, quelle del segretario regionale Daniele Leodori e di Andrea Ferro, responsabile dell’organizzazione del Pd Lazio. L’oggetto è proprio la comunicazione delle modalità di consegna delle tessere compilate e dei pagamenti.
Nella nota Leodori ricorda come, a norma del regolamento nazionale del tesseramento e del regolamento per i congressi provinciali, il 31 dicembre era l’ultimo giorno per iscriversi al Pd per il 2024. Sottolineando come «le tessere compilate, i file elettronici degli iscritti e i connessi pagamenti potranno essere restituiti, pena la non validazione delle stesse, nei giorni 7 e 8 gennaio 2025, presso la federazione di Frosinone, fra le 17 e le 20». Conclude il segretario regionale: «Saranno presenti il tesoriere della federazione provinciale di Frosinone Vittorio Save Sardaro e il tesoriere del Pd Lazio Emiliano Pittueo».
La situazione
La stagione congressuale del Pd in provincia di Frosinone è destinata a slittare. Vedremo di quanto. Se di poche settimane oppure di qualche mese. Lo snodo decisivo sarà rappresentato dalla decisione sui ricorsi presentati da parte delle competenti commissioni di garanzia: regionale e nazionale. I ricorsi vertono su quanto accaduto nella riunione della commissione congressuale dello scorso 23 dicembre. Secondo cinque commissari (che poi hanno rassegnato le dimissioni dal loro ruolo) non sarebbero state seguite le procedure e le regole stabilite. I cinque commissari sono Massimo Lulli, Carlo Di Santo Giampiero Di Cosimo, Maria Rita Cinque e Alberto Festa (i primi due fanno riferimento all’area di Antonio Pompeo, gli altri tre a quella di Sara Battisti). Nei giorni successivi ha effettuato un passo indietro pure Alberto Tanzilli, presidente della commissione. Si sono dimessi sei degli undici membri. Non resta che attendere l’esito delle valutazioni sui ricorsi. Poi si capirà tutto il resto. Per esempio se si aprirà una finestra per il tesseramento del 2025. Dipenderà tutto dai tempi del congresso. Quelli fissati precedentemente erano i seguenti: il 7 gennaio la presentazione delle candidature alla segreteria, dall’11 gennaio al 2 febbraio i congressi dei circoli, entro l’8 febbraio l’assemblea provinciale. Il cronoprogramma dovrà essere ridefinito.
Il nodo politico
I candidati alla segreteria sono stati individuati. Da una parte c’è Achille Migliorelli, sostenuto da AreaDem di Francesco De Angelis e dal Collettivo Parte da Noi (la componente che fa riferimento a Elly Schlein) di Danilo Grossi, Umberto Zimarri e Nazzareno Pilozzi. Dall’altra parte il segretario uscente Luca Fantini, appoggiato da Rete Democratica di Sara Battisti, Base Riformista di Antonio Pompeo ed Energia Popolare. Un “derby” in piena regola. E come in tutti i “derby” il clima è già incandescente. Nei giorni scorsi ci sono state due prese di posizione. La prima di sedici amministratori (quattordici sindaci, tra i quali Enzo Salera, e due consiglieri provinciali) che si riconoscono in AreaDem. Hanno scritto tra l’altro: «Nelle ultime settimane abbiamo percepito una gestione che sembrava mirare a congelare l’esistente, se non addirittura, a restringere il partito piuttosto che ampliarlo, privilegiando gruppi di “fedelissimi” invece di coinvolgere e valorizzare una base più ampia. È chiaro che le continue polemiche di questi giorni stanno indebolendo il nostro partito, sia verso i circoli e i militanti, sia verso l’esterno. Lo diciamo in maniera forte e chiara: non ci interessano le conte, vogliamo i contenuti. Non serve una sterile dialettica interna, ma un confronto – anche aspro se necessario – sulle idee, sui temi, su quale visione di futuro vogliamo proporre per il territorio». Il giorno successivo si è registrata la nota di sessanta amministratori delle componenti Rete Democratica e Base Riformista. Tra i quali Sara Battisti e Antonio Pompeo. Hanno dichiarato tra l’altro: «Il punto non è non permettere alle persone di aderire al Pd, fermo restando che fortunatamente questo può avvenire sempre grazie anche al sistema di adesione telematica: il punto è il rispetto delle regole che questo partito si è dato e delle risorse umane che si mettono a disposizione per gestire una fase congressuale. Regole che, tra le altre cose, sono state approvate in una direzione regionale all’unanimità e animavano già la Federazione di Frosinone che le aveva anch’essa approvate all’unanimità in tempi non sospetti. Forse una presenza poco costante all’interno della vita del Partito Democratico porta a dire inesattezze e a legittimare comportamenti inaccettabili».
Partita a scacchi
La tensione politica tra le correnti rimane molto alta. Adesso siamo nella fase della partita a scacchi. Poi si capirà quali saranno le evoluzioni. Ma in ogni caso è evidente che il congresso sarà anche una resa dei conti tra le correnti. Voteranno gli iscritti nei vari circoli. Ecco perché il tesseramento è cruciale. In questo momento una mediazione appare ai confini dell’impossibile. Nel documento dei sessanta amministratori si legge: «Il partito siamo tutti e il partito saremo tutti anche dopo l’elezione di un nuovo gruppo dirigente, questo è bene ricordarlo sempre perché la battaglia politica interna non può minare la battaglia politica più complessiva di rappresentanza dei bisogno delle cittadine e dei cittadini». Il problema è quello di trovare un terreno condiviso prima, durante e dopo il congresso. Tenendo presente il clima di queste ultime settimane, non è proprio scontato. Al momento l’ipotesi del commissariamento della federazione provinciale non è sul tavolo. Ma dipenderà tutto dalle future dinamiche.
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