Perché il fragile cessate il fuoco tra Israele ed Hezbollah è destinato a resistere

Il fragile cessate il fuoco tra Israele e il gruppo militante libanese Hezbollah ha retto per oltre un mese, anche se è improbabile che i termini dell’accordo siano pienamente rispettati entro la scadenza di fine gennaio.

L’accordo, siglato il 27 novembre per fermare il conflitto, prevedeva che Hezbollah cessasse immediatamente le ostilità nel sud del Libano e che Israele ritirasse le sue forze e consegnasse il controllo della regione all’esercito libanese e alle forze di pace delle Nazioni Unite entro 60 giorni.

Finora, Israele si è ritirato solo da due delle numerose città che controlla nel Libano meridionale e ha continuato a colpire quelle che sostiene essere basi di Hezbollah, accusando il gruppo di tentare di lanciare razzi e spostare armi prima che possano essere sequestrate e distrutte.

Hezbollah, gravemente indebolito da quasi 14 mesi di conflitto, ha avvertito di riprendere le ostilità se Israele non si ritirerà completamente entro la scadenza dei 60 giorni.

Nonostante le accuse di violazione del cessate il fuoco da parte di entrambe le parti, gli analisti suggeriscono che la tregua probabilmente reggerà, offrendo speranza a migliaia di famiglie israeliane e libanesi sfollate dalla guerra e ancora in attesa di tornare a casa.

Perché l’accordo per il cessate il fuoco può resistere

“L’accordo di cessate il fuoco è piuttosto ambiguo e aperto all’interpretazione”, ha dichiarato Firas Maksad, senior fellow presso il Middle East Institute di Washington. Ha osservato che questa flessibilità può aiutare l’accordo a reggere di fronte al mutare delle circostanze, tra cui la cacciata del leader di lunga data della Siria, Bashar al-Assad, avvenuta pochi giorni dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco.

Con la partenza di al Assad, Hezbollah ha perso un’importante via di contrabbando di armi dall’Iran, indebolendo ulteriormente il gruppo. Tuttavia, Israele aveva già accettato il cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti.

Hezbollah ha lanciato per la prima volta razzi contro Israele l’8 ottobre 2023, un giorno dopo l’attacco di Hamas a Israele che ha scatenato la guerra in corso a Gaza. Da allora, gli attacchi aerei e terrestri israeliani hanno ucciso oltre 4.000 persone in Libano, tra cui centinaia di civili. Al culmine della guerra, più di un milione di libanesi erano sfollati.

I razzi di Hezbollah hanno costretto circa 60.000 persone a fuggire dalle loro case nel nord di Israele e hanno ucciso 76 persone, tra cui 31 soldati. Quasi 50 soldati israeliani sono stati uccisi in operazioni all’interno del Libano.

Cosa prevede l’accordo di cessate il fuoco?

L’accordo prevede che sia Hezbollah che Israele interrompano le azioni militari “offensive”, sebbene entrambe le parti siano autorizzate ad agire per autodifesa, un termine che rimane aperto all’interpretazione.

L’esercito libanese ha il compito di impedire a Hezbollah e ad altri gruppi militanti di attaccare Israele. È inoltre tenuto a smantellare le strutture e le armi di Hezbollah nel sud del Libano, un compito che potrebbe eventualmente estendersi al resto del Paese, sebbene questo non sia esplicitamente menzionato nell’accordo.

Stati Uniti, Francia, Israele, Libano e la forza di pace delle Nazioni Unite in Libano (Unifil) sono responsabili della supervisione dell’attuazione del cessate il fuoco. “La domanda chiave non è se l’accordo reggerà, ma quale versione di esso sarà attuata”, ha detto Maksad.

Il cessate il fuoco viene attuato?

Hezbollah ha in gran parte interrotto il lancio di razzi e droni verso Israele, mentre Israele si è astenuto dall’attaccare Hezbollah nella maggior parte del Libano. Tuttavia, Israele ha continuato ad effettuare attacchi aerei regolari contro quelli che sostiene essere siti militanti nel Libano meridionale e nella Valle della Bekaa.

Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, Israele si è ritirato da due città del Libano meridionale, Khiam e Shamaa, ma ne occupa ancora circa altre 60. Circa 160.000 libanesi rimangono sfollati.

Il Libano ha accusato Israele di aver ripetutamente violato il cessate il fuoco e ha presentato un reclamo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, denunciando 816 “attacchi aerei e di terra” tra l’inizio del cessate il fuoco e il 22 dicembre 2023. Secondo la denuncia, questi attacchi hanno ostacolato gli sforzi dell’esercito libanese per dispiegarsi nel sud e sostenere il cessate il fuoco.

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Israele, a sua volta, accusa Hezbollah di aver violato il cessate il fuoco centinaia di volte e ha presentato una propria denuncia al Consiglio di Sicurezza. Sostiene che i militanti di Hezbollah hanno spostato munizioni, tentato di attaccare soldati israeliani, preparato e lanciato razzi verso il nord di Israele, tra le altre violazioni.

In attesa di cedere il controllo di altre città all’esercito libanese, Israele ha preso di mira le infrastrutture di Hezbollah, compresi i magazzini di armi e i tunnel. Le autorità libanesi affermano che Israele ha anche distrutto case e infrastrutture civili.

Cosa succede dopo 60 giorni di cessate il fuoco?

Secondo il tenente colonnello Nadav Shoshani, portavoce dell’esercito israeliano, il ritiro di Israele dalle città libanesi è stato più lento del previsto, in parte a causa della mancanza di forze dell’esercito libanese sufficienti a sostituirlo. Il Libano contesta questa affermazione, sostenendo che sta aspettando il ritiro di Israele prima di poter dispiegare truppe nelle città.

Shoshani ha dichiarato che Israele è soddisfatto del controllo dell’esercito libanese nelle aree da cui si è ritirato e, sebbene preferirebbe un trasferimento più rapido, la sicurezza è la priorità principale.

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Secondo Harel Chorev, esperto di relazioni israelo-libanesi dell’Università di Tel Aviv, Israele non considera “sacra” la scadenza dei 60 giorni per il ritiro. Suggerisce che il Libano dovrà reclutare e schierare altre migliaia di truppe prima che Israele sia pronto a trasferire il controllo.

I funzionari di Hezbollah hanno dichiarato che se le forze israeliane rimarranno in Libano 60 giorni dopo l’inizio del cessate il fuoco, potranno riprendere gli attacchi. Tuttavia, il segretario generale di Hezbollah Naim Kassem ha dichiarato mercoledì che per ora il gruppo si astiene dall’azione per dare allo Stato libanese la possibilità di “assumersi la responsabilità” di far rispettare l’accordo.

Durante gli ultimi due mesi di guerra, Hezbollah ha subito perdite significative, tra cui perdite di leadership, armi e forze, a causa degli attacchi aerei israeliani e dell’invasione di terra. La caduta di al Assad è stata un’altra grande battuta d’arresto per il gruppo.

“Lo squilibrio di potere suggerisce che Israele potrebbe voler garantire una maggiore libertà d’azione dopo il periodo di 60 giorni”, ha spiegato Maksad. Hezbollah, nel suo stato di debolezza, ha ora un “forte interesse” a garantire che l’accordo non crolli, “nonostante le violazioni israeliane”, ha detto.

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Sebbene Hezbollah non sia in grado di tornare alla guerra aperta con Israele, esso o altri gruppi potrebbero organizzare attacchi di guerriglia con armi leggere se le forze israeliane rimarranno nel sud del Libano, secondo l’ex generale dell’esercito libanese Hassan Jouni. Anche se Israele ritirasse tutte le sue truppe di terra, ha avvertito Jouni, l’esercito israeliano potrebbe continuare a compiere sporadici attacchi aerei in Libano, simili alle sue operazioni in Siria.