Saldi invernali 2025 al via in Veneto: «Ma le ragazze sono rapite dai siti cinesi»

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di
Michela Nicolussi Moro

Svendite dal 4 gennaio. Riccardo Capitanio, presidente di Federmoda: «Oggi lo smartphone è più importante delle vetrine, siamo rimasti indietro. Concorrenza sleale online e affitti alti: così chiudono i negozi»

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Riccardo Capitanio, presidente di Federmoda: oggi partono i saldi, Confcommercio prevede una spesa media a persona di 138 euro e di 307 a famiglia. Ma il Codacons avverte che «le tasche degli italiani sono state svuotate dalle festività», anche perché i prezzi aumentano.
«I prezzi sono aumentati in conseguenza alla crescita dei costi delle materie prime, dell’energia ma soprattutto degli affitti, ormai improponibili: siamo arrivati a 3.000 euro al metro quadro nei centri storici. Il che significa, per uno spazio medio, pagare tra 15mila e 20mila euro al mese. Poi magari se ci si sposta di qualche chilometro, in una zona meno trafficata e senza parcheggi si trovano locali anche a duemila euro al mese, ma sono appunto aree meno frequentate».

Il piccolo commercio soffre?
«Eh sì, ma i proprietari degli immobili non intendono abbassare gli affitti, piuttosto preferiscono lasciarli vuoti. Non capiscono che un negozio sotto casa infonde sicurezza e che gli appartamenti soprastanti si vendono o si affittano più facilmente. E poi è triste vedere negozi vuoti, dà un senso di desolazione e abbandono. L’altro nodo è che il consumatore è cambiato».




















































In che senso?
«È piu informato e noi del commercio tradizionale, se vogliamo restare sul mercato, dobbiamo fare squadra, creare centri commerciali naturali in grado di attirare la gente non solo per i prezzi convenienti ma anche per l’accoglienza, l’ambiente, gli eventi. Una volta il consumatore guardava le vetrine, entrava in negozio e chiedeva informazioni, oggi grazie a Internet e ai Social sa già quello che vende qualsiasi esercizio ed è un cambiamento epocale. Se un commerciante non è on line non lo vede nessuno, io dico sempre: pensare global e agire local».

Cioè?
«Bisogna avere un proprio sito sul quale i consumatori guardano orari, brand, promozioni, listini, assortimento. Oggi lo smartphone è più importante delle vetrine».

E poi c’è la concorrenza del fast fashion, con i negozi virtuali cinesi Temu e Shein.
«Molto frequentati dai ragazzi. Ma ci fanno concorrenza sleale: inviano i pacchi dalla Cina e sotto i 35 euro non pagano nè l’Iva nè i dazi doganali e sotto i 150 euro solo questi ultimi. Purtroppo chi sceglie questo modo di comprare non si preoccupa della qualità del prodotto».

L’e-commerce assorbe una buona fetta di mercato?
«Solo per le ragazzine ci porta via un 30%-40% di incassi. Oggi vince il concetto del risparmio e della comodità: ricevo la merce senza spostarmi da casa e se ci sono problemi il reso è più facile che in negozio. Ed è colpa nostra, siamo rimasti indietro, non ci siamo riorganizzati».

Solo su questo versante?
«Ma no, anche per l’attrattività. Per esempio le signore più mature privilegiano gli acquisti sui canali tv tematici, che propongono lo shopping come intrattenimento, invogliando gli spettatori a partecipare alla festa, comprando. Anche noi dovremmo organizzare eventi nei punti vendita, capaci di divertire i clienti e fidelizzarli, come colazioni, presentazioni delle collezioni, apertivi, personal shopper e colloqui con esperti di tessuti e tendenze. Strategia illustrata nei corsi di formazione organizzati da Federmoda ma che pare avere poco appeal tra gli associati».

Come sono andate le vendite a Natale?
«Abbiamo avuto un Black friday molto a ridosso di dicembre, mese caratterizzato anche da un’esplosione di promozioni. Gli incassi del periodo sono in linea con il trend degli anni scorsi ma per l’acquisto dei capispalla, più costosi, si aspettano i saldi».

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E allora i saldi servono ancora?
«Vendiamo di più ma dobbiamo calcolare una perdita a cartellino anche del 50%, causata proprio dai ribassi. In un mercato in cui con l’e-commerce e le card fidelity si può fare di tutto, noi saremmo per la liberalizzazione dei saldi. Che però restano l’occasione per dire: è finita la collezione autunno-inverno, è il momento di fare acquisti importanti risparmiando».

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