Todde decaduta, deciderà Consiglio regionale Sardegna. In corso vertice degli alleati

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L’esame delle spese sostenute in campagna elettorale del M5s avrebbe rilevato inadempienze che hanno portato all’emissione di un’ordinanza di ingiunzione indirizzata al Consiglio regionale. Ora l’Assemblea dovrà stabilire una data per la decisione. La presidente della Regione per il momento resta al suo posto. E garantisce: “Continuerò a lavorare serenamente”. Il legale: “Situazione assurda”

La Regione Sardegna è ancora scossa dal terremoto politico che appena 24 ore fa ha fatto traballare la poltrona della governatrice Alessandra Todde, eletta nel febbraio scorso con il campo largo di centrosinistra a trazione Pd-Cinque stelle e che rischia ora la decadenza a meno di un anno dall’insediamento. In corso un vertice d’urgenza dei capigruppo della maggioranza in Consiglio regionale dopo l’ordinanza-ingiunzione della Commissione di garanzia presso la Corte d’appello, che ha verificato le spese elettorali di Todde trovando “irregolarità” e dichiarandone la decadenza. Alla riunione è presente la stessa presidente, che al termine rilascerà alcune dichiarazioni. Todde ha già detto che presenterà ricorso al tribunale ordinario contro il provvedimento amministrativo che, a quanto sembra dalle prime indiscrezioni, solleva sette contestazioni, dall’indicazione del mandatario all’individuazione di un conto corrente dedicato e di alcune spese. La presidente si è detta “fiduciosa nella magistratura”,  e “non essendo un provvedimento definitivo, continuerò serenamente a fare il mio lavoro nell’interesse del popolo sardo”.

Todde: “Legittimata ad andare avanti”

“Sono serenamente al lavoro, come potete vedere, dopo anche un confronto con la mia maggioranza. Ovviamente l’atto amministrativo è arrivato dalla Corte d’Appello di ieri, seguirà il suo percorso e sarà ovviamente gestito dai miei avvocati. Io ribadisco la piena fiducia nei confronti della magistratura, la piena fiducia ovviamente su quelle che sono le azioni che sono state fatte dal comitato che mi ha rappresentato per le elezioni e quindi quello che io posso dire è che ho la piena motivazione e la piena legittimazione di continuare a lavorare per i sardi e così farò”. Lo ha detto Todde.

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Il legale di Todde: “Situazione assurda”

“Sto cercando di capire meglio la situazione che a prima vista mi pare abbastanza assurda, perché sostanzialmente non c’è nessuna irregolarità sostanziale, ma ci sono delle irregolarità formali che possono determinare sanzioni pecuniarie, ma non certo la decadenza”, ha detto all’Ansa l’avvocato Benedetto Ballero, dello studio cui Todde si è rivolta per tutelarsi nel procedimento aperto dal Collegio di garanzia elettorale. Per il legale il provvedimento “appare forzato e anche un’invasione del risultato elettorale, perché non si può determinare una decadenza per un brufolino, tra le altre cose contestano una fattura che è arrivata dopo, di 130 euro dell’Enel per un locale”. Sette i profili di irregolarità contestati, uno già chiarito con una memoria. “La cosa certa – aggiunge Ballero – è che per scelta prioritaria, la presidente non ha ricevuto un contributo né ha fatto alcuna spesa personalmente e quindi ovviamente non si possono contestare i mancati adempimenti che deve rispettare chi si occupa della campagna elettorale”. In sintesi Todde avrebbe scelto di non essere in prima persona la referente della propria campagna, in termini economici, dunque la tesi è che nulla le si potrebbe contestare. “Il mandatario deve essere nominato per fare spese o ricevere contributi, chi non fa né spese né contributi non deve nominare il mandatario”, chiarisce il legale. Quali sono i prossimi passi al momento non è ancora chiaro, anche perché al momento sarebbe l’unico caso in Italia in cui viene pronunciata una decadenza in questo modo: “Essendo un provvedimento amministrativo, preso da un organo amministrativo per quanto straordinario, le regole dovrebbero dire che è impugnabile al Tar, ma stiamo ancora valutando i termini”, spiega, facendo capire che il ricorso al tribunale ordinario non sarebbe l’unica strada percorribile.

Quando ci sarà la decisione del Consiglio

Non è affatto scontato che la governatrice eletta il 26 febbraio 2024 con il 45,3% delle preferenze – superando di 0,3 punti percentuali il candidato del centrodestra Paolo Truzzu (ex sindaco di Cagliari ed esponente di Fratelli d’Italia) – non porterà a termine il suo mandato di cinque anni. La palla passa infatti al Consiglio regionale, e i tempi potrebbero essere lunghi. In caso di decadenza, si tornerà alle urne. Intanto Todde resta alla guida della giunta regionale. Come previsto dalla legge, l’atto è impugnabile presso il tribunale ordinario e la stessa governatrice ha annunciato che lo farà: “La notifica della Corte d’appello è un atto amministrativo che impugnerò nelle sedi opportune. Ho piena fiducia nella magistratura”.

Le reazioni e lo spettro del ritorno alle urne

Subito è arrivata la solidarietà del segretario dell’Unione Popolare Cristiana (Upc), Antonio Satta. “Fa bene Todde ad avere fiducia nella magistratura. È l’unica via per chiarire questa vicenda perché la Sardegna ha bisogno di organi di governo nel pieno delle loro funzioni. Noi del centrosinistra non crediamo ai complotti, a differenza del centrodestra”, ha sottolineato. La presidente della Regione, dunque, per il momento resta al suo posto. E garantisce: “Non essendo un provvedimento definitivo continuerò serenamente a fare il mio lavoro nell’interesse del popolo sardo”. Lavoro che proprio in questi giorni ha in agenda un tema caldo come quello della sanità, oggetto nell’isola di polemiche tra gli schieramenti ormai da anni. La governatrice ha detto di voler andare avanti, ma con la spada di Damocle della possibile decadenza. E di un clamoroso ritorno alle urne.

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