Affitti brevi, scattano i controlli sulle nuove regole e le keybox

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Genova. Come ampiamente annunciato, con l’inizio del nuovo anno è arrivato anche il giro di vite sugli affitti brevi e sono partiti in controlli da parte delle forze dell’ordine per verificare il rispetto. Le due principali riguardano l’obbligo di identificazione degli ospiti di persona e il divieto di utilizzare le keybox, i lucchetti a combinazione che contengono le chiavi, in strada.

Giovedì pomeriggio la questura di Genova ha disposto una serie di controlli mirati in centro storico, attività cui hanno partecipato gli agenti della squadra di polizia amministrativa insieme  con la polizia locale. Nel corso della giornata sono state controllate cinque strutture alberghiere e ricettive tra piazza Raibetta, piazza Pollaiuoli e via di Sottoripa, risultate tutte regolari. Sono ancora in corso accertamenti su una struttura dove  gli ospiti non erano presenti, per cui non è stato possibile verificare il rispetto della normativa, e su un’altra  per verificare la completezza della documentazione inviata.

Affitti brevi: senza CIN si rischiano sino a 8.000 euro di sanzione

I controlli proseguiranno nelle prossime settimane, mentre il dibattito sul tema affitti brevi si fa sempre più acceso. Molte strutture infatti non sono di fatto ancora in regola, principalmente perché non hanno ancora ottenuto (e dunque non possono esporre, come da nuove norme) il CIN, il codice identificativo nazionale rilasciato dal ministero del Turismo previa istanza telematica sull’apposita piattaforma Bdsr. Il rischio, per chi affitta ugualmente per fini turistici, è di incorrere in una sanzione che va da 800 a 8.000 euro, in relazione alle dimensioni della struttura o dell’immobile.

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A questo obbligo “burocratico” si aggiungono poi quelli di sicurezza degli impianti. Il legislatore ha imposto infatti che le unità immobiliari siano dotate di dispositivi per la rilevazione di gas e monossido di carbonio funzionanti e di estintori portatili a norma di legge, da sistemare in posizioni accessibili e visibili, in particolare in prossimità degli accessi e in vicinanza delle aree di maggior pericolo.

In Liguria a fine dicembre gli appartamenti ammobiliati a uso turistico (i cosiddetti Aaut) registrati sul portale regionale erano 36.062, 163.773 i posti letto. La provincia che ne contava di più era Savona (rispettivamente 11.161 e 52.130), seguita da Genova (10.522 appartamenti, 48.513 posti letto), Imperia (7.590 e 34.049) e La Spezia (6.789 e 29.081). A fine novembre, il 44% era fuorilegge.

Come spiegato poi a Genova24 da Antonio Piccioli, presidente regionale Fiaip, Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali, bisogna tenere poi conto di tutte le realtà sommerse, ovvero di quei proprietari che affittano alloggi e case a uso turistico senza neppure essere registrate, in totale abusivismo.

Affitti brevi e nuove regole, Gambino: “Lavoro in sinergia con la questura”

I controlli sono quindi duplici: da un lato verificare che chi opera nel rispetto della legge si sia adeguato alle nuove norme, tenuto anche conto dei tempi necessari a ottenere il CIN (la procedura più richiedere anche un mese, a seconda anche dei tempi degli uffici comunali per smaltire le pratiche), dall’altro intercettare le strutture abusive.

Lavoriamo a stretto contatto con le altre forze dell’ordine sotto il coordinamento della questura per il corretto rispetto delle regole – si limita a conferma in proposito l’assessore comunale alla Sicurezza, Sergio Gambino – per garantire maggior controllo e presidio del territorio”.

Le proteste dei residenti contro alloggi vacanze e keybox

Dall’altro lato della “barricata” ci sono però i residenti delle città più turistiche, in particolare quelli dei centri storici, in cui la popolazione che vi abita stabilmente ha ormai lasciato il posto ad appartamenti a esclusivo uso turistico, con conseguente spopolamento e mancanza di immobili in affitto canonico. Nella notte tra il 27 e il 28 dicembre a Firenze, Venezia, Rimini Milano e Genova è andato in scena un blitz da parte di alcuni comitati di cittadini, riuniti sotto l’egida di Salviamo Firenze, con le keybox ‘incerottate’ in segno di protesta.

“Ogni appartamento messo in affitto breve è una casa sottratta alla residenza, forse definitivamente. Lo registrano numerose città, più o meno grandi, in tutta Italia – sottolineano i comitati – La crisi abitativa si inasprisce proporzionalmente all’aumento della capacità ricettiva di ogni città, toccando anche i servizi. Sanità, scuole, trasporto pubblico sono allo stremo, sia per la difficoltà del personale a trovare casa, sia perché la riduzione del bacino di utenza si traduce nel taglio delle risorse a disposizione. Se il turismo rappresenta certo un settore economico rilevante, i benefici per la città sono ormai ampiamente superati da costi insostenibili, che peraltro comportano un sommerso diffuso. Le keybox ne sono una rappresentazione plastica: non è una questione di decoro, ma di vivibilità. Questa la ragione delle proteste in atto in molte città negli ultimi mesi. Non è il lucchetto – peraltro utilizzato in modo illecito – ma ciò che sottintende”.

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