Brevetto bagnino, stop ai minorenni e nuove regole: i problemi di copertura

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LIVORNO. «Se negli ultimi anni trovare bagnini era difficile, col nuovo decreto diventerà quasi impossibile». In molti, tra formatori e società addette al salvamento, ne sono convinti. Perché, da una parte, «non può lavorare chi ha meno di 18 anni» e, dall’altra, «hanno introdotto norme troppo restrittive». Nell’occhio del ciclone c’è il decreto ministeriale numero 85, che riforma sia i requisiti necessari ai singoli per ottenere il brevetto da assistente ai bagnanti sia quelli delle realtà (federazioni o società ) autorizzate a rilasciarlo. La norma è di maggio, ma gli effetti cominciano a vedersi adesso perché molti brevetti sono scaduti il 31 dicembre. «Così per la stagione 2025 sarà un dramma – dice Michele Falchi, direttore della sezione Livorno Mare della Società nazionale di Salvamento – . Mancheranno almeno 50 bagnini e ci troveremo con gli stabilimenti scoperti. Noi, d’altra parte, siamo fermi aspettando l’esito del ricorso presentato al Consiglio di Stato». E sul sito della società compare l’avviso in rosso: «Attenzione. Sospensione temporanea della campagna di rinnovo dei brevetti di bagnino di salvataggio». Ma andiamo con ordine.

Come funzionava

Fino all’entrata in vigore del decreto per ottenere il brevetto da bagnino (anche a 16 anni) bisognava far riferimento a una federazione o a una società. Dopodiché, a seguito di corsi di formazione con un istruttore e visita medica, chi erogava le lezioni rilasciava il via libera allo svolgimento della professione con una validità da uno a cinque anni. Diciamo che questo era il modus operandi più diffuso. Anche se la tipologia dei corsi e la durata era poi stabilita delle società stesse, non essendoci di fatto obblighi definiti una volta per tutte.

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Gli enti formatori

Bene, col decreto del 29 maggio cambia tutto. Perché vengono introdotte norme che regolano in modo ben preciso l’intero percorso. A partire dai requisiti necessari per rilasciare il brevetto. Per chiedere l’autorizzazione alla Capitaneria di Porto e svolgere attività di formazione, bisogna per esempio «operare con almeno 26 articolazioni locali presenti sul territorio di almeno 13 regioni», «avere una capacità finanziaria non inferiore a 150mila euro» e «avere la disponibilità di allenatori in possesso di abilitazione riconosciuta dal sistema nazionale di qualifiche tecnici sportivi». Gli addetti del settore dicono che non sono requisiti di poco conto, tanto che con una circolare di metà dicembre indirizzata alla sezione Salvamento della Fin (Federazione italiana nuoto), alla Società nazionale Salvamento e alla Fisa (Federazione italiana salvamento acquatico) il ministero «proroga l’autorizzazione già in possesso fino al 12 luglio del 2025» ma sempre nel rispetto delle linee guida previste dal decreto. Quindi chi vuole continuare deve comunque adeguarsi subito. O niente corsi. «La Fisa – spiega il presidente nazionale Raffaele Perrotta –. Sta provvedendo a mettersi in regola». Anche e soprattutto sul punto degli istruttori. Perché a quanto sembra solo la Fin, fino a ora, dispone di personale con quei riconoscimenti. «Perciò per il momento siamo bloccati – sottolinea Falchi – . Nonostante abbiamo 150 anni di storia alle spalle».

I corsi di formazione

Lato corsi di formazione, d’altra parte, chi vuole diventare bagnino dovrà sottoporsi a una serie di prove ben definite, oltre a dover ottenere la certificazione per poter effettuare le manovre di primo soccorso. Per avere il brevetto di salvamento in mare, per esempio, tra le altre cose bisogna riuscire a nuotare per 150 metri a stile libero, ma anche nuotare sott’acqua per 12, 5 metri più una serie di prove pratiche di voga col pattino. Tutte prove, queste, che devono essere ripetute a ogni rinnovo quinquennale. Quindi «è bene che gli interessati inizino ad allenarsi due mesi prima del rinnovo – spiega Massimo Giuliani, fiduciario Fin per Piombino e la Val di Cornia – perché le prove sono impegnative». E c’è chi si chiede come possa superarle chi è già avanti con l’età dato che non tutti gli assistenti ai bagnanti sono ventenni.

L’età

L’età dei bagnini, d’altra parte, è un altro nodo discusso. Nel senso che non potranno ottenere un brevetto ex novo coloro che hanno più di 50 anni, mentre chi l’ha già può rinnovarlo anche dopo i cinquanta. Ma soprattutto, spiega Giuliani, «i minorenni non potranno lavorare, seppur dai 16 anni in poi, volendo, possono prendere il brevetto. E questo è un grosso problema considerando che, per quanto riguarda Piombino e la Val di Cornia, intorno al 25% degli assistenti ai bagnanti dei piani di salvamento è minorenne. Significa trovarsi scoperti di circa 40 unità». Cosa che, peraltro, non riguarda solo Piombino. «Cinque bagnini sui 35 che abbiamo impiegato lo scorso anno avevano 17 anni – sottolinea Pasquale Nocera della Rogers Securuty, società che ha gestito varie torrette a Bibbona – perciò se non possono più lavorare resteranno dei posti scoperti».

I rinnovi

Ecco, dunque, che chi può «farebbe bene a iscriversi ai corsi per il rinnovo – sottolinea Andrea Cecconi, fiduciario Fin della costa etrusca da Rosignano a Castagneto –. Per quanto ci riguarda abbiamo 250 brevetti in scadenza e ho iniziato a mandare i messaggi per avvisare gli interessati, ma mi hanno risposto in pochi. E questo potrebbe essere un problema dato che non è possibile rinnovare troppo a ridosso della stagione. Per quanto ci riguarda, la prova di nuoto per l’ammissione al corso di salvamento e quella per rinnovare il brevetto in scadenza è fissata al 30 gennaio». A Livorno città, invece, per quanto riguarda i “brevettati” Fin «ci saranno circa 200 persone in scadenza», spiega Lorenzo Lodovici, fiduciario di Livorno. Mentre, per quanto riguarda Fisa, «in un anno normalmente i brevetti sono circa cento – dice il delegato livornese della Federazione, Giancarlo Perrotta –. E questa estate trovare assistenti ai bagnanti sarà un problema». Più grande del solito, verrebbe da dire, considerando che (vuoi per la paga, vuoi per gli orari, vuoi per il cambiamento dei costumi) la professione del bagnino non ha più la stessa attrattiva di un tempo.

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L’appello

E secondo molti degli operatori l’ultimo decreto, nato con l’obiettivo di “professionalizzare” il mestiere non aiuta. «Quella – sottolinea Raffaele Perrotta – è una norma sbagliata e pericolosa per cui c’è un’interrogazione parlamentare. È una legge fatta a immagine della Fin ma, nonostante questo, come Fisa ci siamo già attivati per metterci in regola in base a una norma che va a scapito delle generazioni future». Per questo «abbiamo fatto ricorso – conclude Falchi –. Formiamo i nostri bagnini da sempre con attenzione e professionalità. Li prepariamo, per esempio, ad affrontare le onde a Cala del Leone. E adesso mi trovo con trenta iscritti bloccati e con i bagni che rischiano di rimanere scoperti».
 



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