Direttiva casa green, batosta per milioni di italiani ma rinvio più vicino come tasse su auto e carbonio

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 


La Direttiva case green, parte del Green Deal europeo, è una delle iniziative più ambiziose dell’Unione europea. L’obiettivo della normativa è migliorare l’efficienza energetica degli edifici, un settore che contribuisce alle emissioni di gas serra nell’UE, responsabile di circa il 36% del totale. Secondo la proposta, tutti gli edifici residenziali dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la classe D entro il 2033, mentre quelli pubblici dovranno adeguarsi ancora prima. Non solo, ma entro il 2028, tutti i nuovi edifici pubblici dovranno essere a emissioni zero, un traguardo che per i privati sarà obbligatorio dal 2030.

Questi standard puntano ad accelerare la transizione energetica e contribuire alla neutralità climatica entro il 2050, un obiettivo cardine delle politiche europee. Il percorso per raggiungere questi traguardi non è privo di ostacoli, soprattutto in Paesi come l’Italia, dove il patrimonio immobiliare presenta caratteristiche uniche e problematiche specifiche. Gran parte degli edifici italiani è infatti datata, con molti immobili classificati nelle fasce più basse di efficienza energetica, come G e F, rendendo gli interventi di ristrutturazione particolarmente onerosi e complessi. Capiamo allora:

    Finanziamenti personali e aziendali

    Prestiti immediati

     


  • Direttiva casa green, un costo pesante per i proprietari italiani

  • Quale futuro per la Direttiva case green

Direttiva casa green, un costo pesante per i proprietari italiani

L’adeguamento ai nuovi standard energetici imposti dalla direttiva case green potrebbe comportare costi elevati per milioni di proprietari di case in Italia. Secondo alcune stime, gli interventi per migliorare la classe energetica degli edifici possono variare da 10.000 a oltre 50.000 euro per unità immobiliare, a seconda delle dimensioni, delle caratteristiche strutturali e del livello di adeguamento richiesto. Questi lavori prevedono miglioramenti come l’installazione di sistemi di isolamento termico, la sostituzione degli infissi e l’adozione di caldaie a condensazione o sistemi di riscaldamento a pompa di calore.

In un Paese dove la proprietà immobiliare è diffusa ed è spesso la principale forma di investimento per le famiglie, questa normativa rischia di generare un forte impatto economico e sociale. Le difficoltà si amplificano per i proprietari di immobili storici o situati in centri urbani vincolati, dove le modifiche strutturali devono rispettare restrizioni legate alla tutela del patrimonio culturale. In molte aree del Paese, soprattutto al Sud, il valore di mercato degli immobili è spesso inferiore ai costi di ristrutturazione richiesti, rendendo gli interventi finanziariamente insostenibili.

Di fronte alle crescenti critiche, l’Unione europea sta valutando la possibilità di rinviare l’entrata in vigore di alcune disposizioni della direttiva. Questo approccio è stato adottato per altre normative ambientali, come le tasse sul carbonio e le restrizioni sulle auto a combustione interna per bilanciare gli obiettivi ambientali con le realtà economiche dei cittadini. La proposta di proroga nasce dalla consapevolezza che molti Stati membri, tra cui l’Italia, si trovano in condizioni strutturali e socio-economiche tali da rendere difficile un’implementazione rapida della direttiva.

In Italia, il governo ha già espresso preoccupazioni in merito ai tempi e alle modalità di applicazione della norma. Le autorità nazionali hanno sottolineato la necessità di un approccio graduale, che preveda incentivi per sostenere i proprietari nel processo di ristrutturazione. Tra le proposte discusse a livello europeo c’è l’introduzione di un fondo comune per finanziare i lavori di adeguamento che potrebbe essere una soluzione per ridurre l’onere finanziario a carico delle famiglie.

Quale futuro per la Direttiva case green

Sebbene la Direttiva case green sia percepita da molti come una batosta per milioni di italiani, è anche un’opportunità per modernizzare il patrimonio edilizio e ridurre il consumo energetico, ma non è escluso che, alla luce delle difficoltà che abbiamo spiegato, possano essere riviste.

Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, gli investimenti in efficienza energetica generano benefici a lungo termine, sia in termini di risparmi economici che di riduzione delle emissioni. Un patrimonio edilizio più efficiente può quindi aumentare il valore di mercato degli immobili e migliorare la qualità della vita degli abitanti.

Ecco quindi che misure di supporto finanziario, come detrazioni fiscali, incentivi diretti e prestiti agevolati, saranno importanti per favorire l’adesione alla direttiva senza creare disparità sociali.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Leggi anche



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link