ALESSANDRA TODDE SI DICE TRANQUILLISSIMA MA AMMETTE CHE NON RIMARRÀ IN POLITICA QUALORA DOVESSE ESSERE CONFERMATA “DECADUTA” DA PRESIDENZA SARDEGNA
“Tranquillissima” ma senza rimanere “attaccata alla poltrona”: si racconta così la Presidente di Regione Sardegna Alessandra Todde dopo la bufera esplosa per la recente ordinanza del Collegio di Garanzia della Corte d’Appello di Cagliari: fugando ogni dubbio e polemica, attualmente la Presidente eletta con il “campo largo” neanche un anno fa non è ancora decaduta dal suo ruolo in quanto la decadenza è determinata dal Consiglio Regionale dopo l’istruttoria della Giunta per le Elezioni. Di certo però, lo scenario politico sulla leader sarda che è riuscita a battere il Centrodestra di Truzzu è ora tutto in salita: le spese elettorali, il conto corrente sulla raccolta fondi e le donazioni risultano sotto accusa, con Todde che rischia seriamente di venire estromessa per “vizi formali gravi” a neanche 12 mesi dalla vittoria alle urne.
Mentre la maggioranza di Regione Sardegna è in completo subbuglio, intervistata dal “Corriere della Sera” è la prima Governatrice della storia M5s a rivendicare la sua posizione attuale, allontanando l’ipotesi delle dimissioni: «non sono decaduta e sono tranquillissima», prova a fugare le polemiche Alessandra Todde sottolineando che il provvedimento arrivato due giorni fa è di tipo amministrativo e non definitivo politico, «ho fiducia nella magistratura». Ci sarà il ricorso, con il memoriale già inviato alla Corte d’Appello, e poi sarà il Consiglio a dover prendere la decisione finale: la Governatrice sarda garantisce che ogni decisione giungerà sarà da lei rispettata, «non devo per forza restare in politica». Nessuna poltrona “attaccata” insomma per Todde, la Presidente contiana rivendica il suo ruolo da imprenditrice privata a cui eventualmente tornerebbe in caso di decadenza effettiva, «a fare questo mestiere sto perdendo dei gran soldi».
DAGLI SCENARI SU TODDE ALLA POSIZIONE DELLE OPPOSIZIONI CON TRUZZU: LA SARDEGNA RISCHIA DI TORNARE ALLE URNE?
Non mancano però le polemiche politiche, ovviamente dalle opposizioni ma in parte anche da quel “campo largo” che in Sardegna è riuscito a scalzare ad inizio 2024 la coalizione del Governo Meloni: senza conferme dirette, non sono pochi i commenti di esponenti anche di alto livello del Pd che lamentano la gestione di Alessandra Todde dei vari dossier di cui ora è accusata di reato di “falso”. «Todde non risultava avere nemmeno un mandatario elettorale, ma ci rendiamo conto?», avrebbe detto un dem alle fonti del “Corriere”, parlando di una totale figura pessima non ti malafede ma di estrema «sciatteria e inesperienza».
La pensa così anche lo sfidante sconfitto alle ultime Elezioni Regionali in Sardegna, quel Paolo Truzzu oggi consigliere regionale in FdI: nel suo commento su Facebook all’incredibile notizia della possibile decadenza della Governatrice, l’ex candidato del Centrodestra non crede che Todde abbia “barato” con la presentazione delle liste, piuttosto «credo che abbia commesso un errore e poi ne abbia commessi altri per coprire il primo». Il dato politico però che emerge tanto tra le opposizioni quanto sulla maggioranza in Regione Sardegna, è la catena di presunti errori commessi in serie che mina alla base il lavoro dei prossimi 4 anni in Regione tra Pd, M5s, centristi e AVS: come attacca ancora Truzzu, «Può chi non conosce e non sa interpretare norme così semplici essere credibile quando si affrontano temi più complessi?».
Al momento la situazione su Todde resta complessa, al netto del minimizzare della stessa Presidente di Regione Sardegna sempre al “Corriere”: dice di aver parlato con Schlein e Conte, con forti attestati di stima, e non vede la possibilità di passi indietro o di ritorno alle urne, come invece chiede il Centrodestra in caso di decadenza ufficiale dal Consiglio Regionale. L’ipotesi più probabile al momento è che la giunta sarda possa attendere almeno l’esito dei ricorsi presentati da Todde, prima di sospendere/dare seguito all’ordinanza della Corte: resta infine da dirimere chi potrebbe decidere in ultima analisi in sede giuridica, come spiega bene SkyTG24, se un tribunale amministrativo (il TAR) vista l’ordinanza, o un normale tribunale ordinaria data la materia elettorale.
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