Proposta Aave per collegare USDe a USDT genera resistenza nella comunità crypto – ASSODIGITALE.IT

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Proposta di peg del USDe di Ethena al USDT

Un’innovativa proposta all’interno della comunità di Aave mira a collegare il valore del USDe di Ethena al Tether (USDT) attraverso un hardcoding nei feed dei prezzi della piattaforma. Presentata il 3 gennaio e coaudita da Chaos Labs e LlamaRisk, la proposta si pone l’obiettivo di proteggere gli utenti di Aave da fluttuazioni volatili nel mercato secondario. LammaRisk, di particolare rilievo, è membro del comitato di rischio di Ethena.

Secondo i termini della proposta, “collegare il valore del USDe direttamente all’USDT allineerebbe l’oracolo del sUSDe con la valutazione dell’USDt”, garantendo così una integrazione senza soluzione di continuità e scongiurando le eventuali interruzioni causate da fluttuazioni temporanee nel valore del USDe. Nonostante Aave sia riconosciuto come il principale protocollo di prestiti decentralizzati, con un valore totale di miliardi in liquidità bloccata, l’implementazione di un simile collegamento solleva interrogativi significativi.

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Il USDe, un stablecoin sintetico creato da Ethena, è sostenuto da asset on-chain e derivati, contrariamente all’USDT che fa riferimento a riserve fiat. Attualmente, il market cap del USDe ammonta a .85 miliardi, rendendolo il terzo stablecoin più grande, dietro a USDT e USD Coin (USDC), come riportato da CoinGecko. L’interesse per la proposta nasce dalla preoccupazione per la stabilità dei prestiti garantiti da USDe; un calo del 5% del suo valore potrebbe esporre oltre 0 milioni di prestiti a rischi di liquidazione.

La questione centrale rimane se questo approccio possa realmente mitigare i rischi esistenti e se l’integrazione proposta giustifichi i potenziali pericoli associati ai mercati delle stablecoin.

Rischi associati alla proposta di hardcoding

Uno degli aspetti più critici della proposta di collegare il valore del USDe al USDT riguarda i rischi intrinseci legati a una simile strategia di hardcoding. Sebbene l’intento sia quello di stabilizzare il valore del USDe e di proteggere gli utenti di Aave dalle fluttuazioni impreviste del mercato, la comunità ha sollevato interrogativi sulla reale efficacia di questa soluzione. La preoccupazione principale è che legare rigidamente il USDe all’USDT potrebbe non affrontare le vulnerabilità fondamentali che caratterizzano entrambi i prodotti. Un utente ha osservato che l’hardcoding potrebbe essere rischioso perché il USDe non è concepito specificamente per fungere da stablecoin, suggerendo che potrebbero esserci scenari critici che non sono stati contemplati nella proposta.

Inoltre, la proposta ha ricevuto critiche per la sua semplicità, in quanto si concentra più sulla corrispondenza di prezzo piuttosto che su un’analisi profonda dei fattori di rischio sottostanti. Oscar, un altro membro del forum, ha puntato il dito sulla qualità del documento, ritenendolo inadatto a gestire le complessità legate a asset non hardcoded all’interno del protocollo Aave. **ElliotNess**, in particolare, ha sfidato la logica alla base della manovra di legare il USDe all’USDT, asserendo che, se il fine fosse quello di eliminare la possibilità di deviazioni di prezzo nel mercato secondario, sarebbe più saggio impostare il USDe a un valore fisso di 1.00 dollaro. Questo approccio potrebbe garantire maggiore stabilità e ridurre i rischi di liquidazione associati.

La proposta è attualmente nella fase iniziale di discussione e non sono stati previsti voti formali, suggerendo che ci sarà tempo per approfondire il dibattito sui pericoli e le opportunità derivanti dall’implementazione del link tra USDe e USDT.

Risposta della comunità a favore e contro

La proposta di hardcoding della valutazione del USDe al USDT ha generato un acceso dibattito all’interno della comunità di Aave. Mentre alcuni membri espongono argomentazioni favorevoli, ritenendo che tale mossa possa garantire una maggiore stabilità, l’opposizione mette in discussione la sostenibilità e l’efficacia di questa strategia. **Hazbobo** ha espresso preoccupazioni sui rischi intrinseci legati all’hardcoding, sottolineando che il USDe non è concepito propriamente come una stablecoin, il che potrebbe portare a conseguenze negative. La questione principale, come indicato, è se la rigidità della proposta possa affrontare realmente le problematiche di mercato o semplicemente spostare il focus su un nuovo set di rischi.

Un altro membro, **ElliotNess**, ha criticato la proposta per la sua scarsa qualità e la carenza di un’analisi approfondita dei conflitti di interesse, suggerendo che i coautori non abbiano preso in considerazione l’intera gamma di conseguenze. La preoccupazione si estende alla semplice logica di collegare il valore del USDe a quello dell’USDT; ElliotNess ha espresso il parere che, se fosse realmente necessario un hardcoding, sarebbe più sensato fissare il prezzo del USDe a 1 dollaro, eliminando così completamente le possibilità di fluttuazione sul mercato secondario.

Il panorama di opinioni è vario, con alcuni utenti che favoriscono un approccio più conservativo per la gestione delle stablecoin, suggerendo alternative che possano garantire una protezione adeguata senza compromettere l’integrità del protocollo. L’assenza di un voto formale nella fase attuale indica che il dibattito è lontano dall’essere concluso e l’attenzione rimane elevata su come la comunità gestirà le preoccupazioni emergenti in merito alla stabilità del USDe.

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Implicazioni per Aave e per il mercato delle stablecoin

La proposta di hardcoding del valore del USDe di Ethena al Tether (USDT) potrebbe avere effetti significativi non solo per Aave, ma anche per l’intero ecosistema delle stablecoin. Aave, come protocollo di prestito decentralizzato di punta, con un valore totale bloccato che supera miliardi, si trova in una posizione unica per influenzare le dinamiche del mercato delle stablecoin. L’adozione di una strategia di peg potrebbe alterare le pratiche consolidate nelle interazioni tra stablecoin e le piattaforme DeFi, implicando un potenziale ripensamento nella gestione del rischio e nella liquidità.

Se la proposta dovesse essere implementata, Aave potrebbe beneficiare di una maggiore stabilità sui prestiti garantiti da USDe, riducendo il rischio di liquidazione. Tuttavia, l’effetto sul mercato potrebbe essere duplice: da un lato, potrebbero emergere nuovi flussi di liquidità verso Aave, mentre dall’altro, la rigidità del peg potrebbe limitare la competitività di USDe rispetto ad altre stablecoin più flessibili, come USDC e DAI. Il legame diretto con USDT, un asset che ha già visto le sue vulnerabilità, potrebbe quindi rendere il USDe meno appetibile per gli utenti più avversi al rischio.

Inoltre, la decisione di hardcodificare il valore di USDe potrebbe influenzare il sentiment generale nel settore delle crypto, accentuando le discussioni sui rischi associati al pegging di stablecoin a asset volatili. Gli scettici potrebbero esaminare più a fondo la stabilità dei pegged assets, mentre i pro-peg potrebbero vedere in questa misura un’opportunità per aumentare la fiducia nelle stablecoin sintetiche. La reazione della comunità di Aave esprime una certa incertezza riguardo a come queste modifiche potrebbero anche influenzare il comportamento generale degli investitori e le loro aspettative sulle future stablecoin sintetiche.

Prospettive future per Aave ed Ethena

I recenti sviluppi in merito alla proposta di hardcoding del valore del USDe di Ethena rispetto all’USDT pongono interrogativi cruciali sull’orientamento futuro sia di Aave che di Ethena. La comunità Aave sta attivamente discutendo le implicazioni di questa strategia, con la possibilità che un’implementazione possa aprire la strada a un utilizzo più ampio delle stablecoin sintetiche all’interno delle piattaforme DeFi. Tuttavia, rimane da vedere se il legame diretto con un asset controverso come l’USDT possa realmente favorire o compromettere la reputazione di USDe, considerando che la stabilità non è garantita in un contesto di mercato volatile.

Ethena, già posizionato come il terzo maggior stablecoin con un capitalizzazione di mercato di ,85 miliardi, potrebbe trarre vantaggio da una maggiore adozione e integrazione nel protocollo Aave, potenziando ulteriormente la sua visibilità. Le future strategie commerciali di Ethena, che includono piani ambiziosi per l’integrazione con applicazioni come Telegram, potrebbero contribuire a un incremento dell’utilizzo del USDe, a condizione che la proposta di peg riscuota consensi e generi fiducia tra gli utenti.

Nel contesto più ampio delle stablecoin, il successo di questo peg potrebbe influenzare altri protocolli che considerano l’idea di collegare i propri asset a valute tradizionali o a stablecoin già consolidate. Ciò potrebbe portare a una riprogettazione delle pratiche di gestione delle stablecoin all’interno delle piattaforme DeFi, suggerendo un cambiamento nel modo in cui gli utenti percepiscono e interagiscono con queste valute digitali. I mesi a venire si preannunciano quindi cruciali, poiché la comunità di Aave e i partecipanti del mercato osservano attentamente l’evoluzione di questa situazione e le possibili strategie di mitigazione dei rischi che potrebbero seguirne.

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