Il consulente rispolvera un vecchio studio e lo deposita al pm Stefano Pizza, che fa perimetrare l’area
Nell’area di Pietralata dove è previsto che sorga lo stadio giallorosso è il 1993 quando viene individuata la presenza di querce. La rilevazione è riportata in uno studio intitolato «Carta della vegetazione» della provincia di Roma datato 2006. Il documento è uno dei passaggi chiave della consulenza firmata dall’agronomo Massimiliano Frattale, in cui il tecnico certifica la presenza di 15mila metri quadri di bosco – un ettaro e mezzo – laddove dovrebbe sorgere la curva sud. La dimensione imporrebbe la qualifica di area boschiva, con la conseguenza di vincolare lo spazio alle tutele previste dalla legge regionale 39 del 2002 per la salvaguardia della fauna e della flora. Le querce individuate nel 1993 ci sono ancora, e non sono le uniche piante rilevate dall’agronomo che ha individuato altre specie quali il Laurus nobilis, l’olmo e il bagolaro. C’è anche un’importante presenza di sambuco e robinia.
La consulenza che «certifica» il bosco per la prima volta
La consulenza, voluta dal comitato Monti di Pietralata, è adesso nel fascicolo della Procura, che indaga sulla procedura che ha dato il via libera alla realizzazione dello stadio. L’inchiesta, aperta per falso in atto pubblico e per ora senza indagati, ha per oggetto il possibile mancato riconoscimento di area boschiva di una parte dei 14 ettari destinati alla costruzione dell’impianto. La relazione dell’agronomo è a questo punto centrale nell’inchiesta. È la prima volta che un tecnico si assume la responsabilità di certificare l’esistenza di un bosco in quello spazio. Fino a oggi nessuno l’aveva mai messo nero su bianco. Dopo il deposito della consulenza la Procura ha fatto perimetrare l’area dai vigili urbani. Atto che prelude alla nomina di un proprio agronomo per chiarire se il bosco ci sia o no. Qualora anche il tecnico del pm Stefano Pizza giungesse alle stesse conclusioni di Frattale, allora bisognerà capire come mai il dipartimento comunale Ambiente non abbia provveduto – prima della delibera d’interesse pubblico – a inviare un proprio agronomo per verificare le condizioni dell’area.
Lo studio di fattibilità
Va citato un altro documento, anch’esso depositato in Procura dal comitato, che riguarda lo studio di fattibilità dello stadio esaminato dalla Città metropolitana. Nel documento, datato 2 febbraio del 2022, il dirigente e geologo Alessio Argentieri scrive: «Sulla base della copiosa documentazione prodotta si rileva la presenza di aree arbustive e boschive, di pascoli e aree incolte (…)». Quindi il dirigente precisa: «Il servizio è tenuto a esprimere pareri limitatamente alle aree boscate identificate nel Ptpr (Piano territoriale paesaggistico regionale, ndr) oppure di estensione superiore ai tre ettari». Di conseguenza: sarebbe cambiato il parere del dirigente in merito al progetto se l’area fosse stata qualificata come bosco? È uno dei quesiti cui dovrà rispondere l’inchiesta.
Le mappe satellitari
Tornando alla relazione di Frattale, l’agronomo riporta le immagini satellitari che tra il 2001 e il 2024 mostrano come la vegetazione sia cresciuta, fino a raggiungere l’estensione odierna. «L’area oggetto di studio non è mai stata ascritta come bosco – scrive il tecnico -. Tuttavia dall’accertamento effettuato risulta che, in base alle norme odierne, non è possibile non farla rientrare nella definizione di bosco». E il consulente dei residenti chiude precisando che si tratta di una stima prudenziale valutare un ettaro e mezzo la grandezza del bosco.
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