Fondazione Oristano, la difesa del Comune: «Critiche ingiuste, siamo in crescita»

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Oristano Il paragone è impietoso, ma il riferimento è costante perché in questo caso l’erba del vicino è davvero più verde. Non è però una gara tra cugini, anzi l’assessore alla Cultura Luca Faedda non perde occasione per ricordare che il modello Mont’e Prama «non deve essere inteso come un concorrente, ma come un’opportunità per tutti, una scia da seguire. La verità è che loro, oltre ad avere una pianta organica adeguata nei numeri e preparatissima, hanno un grande vantaggio ed è quello di avere un motore ben più potente del nostro». Il turbo lo innestano i soldi del ministero e della Regione, «è per questo che non possiamo fare confronti» prosegue l’assessore. Anche nell’ultima seduta del consiglio comunale, la Fondazione Oristano è finita sul banco degli imputati. La minoranza – a turno lo hanno fatto tutte le opposizioni che si sono avvicendante da quando è stata fondata – evidenzia le difficoltà e, in effetti, lo strumento che doveva dare gambe prima alla sola Sartiglia poi all’intero patrimonio culturale della città è considerato da molti una sorta di brutto anatroccolo.

La difesa dell’assessore Luca Faedda inizia dal budget: «La Fondazione Oristano ha come unico carburante certo quella del Comune, la nostra dotazione standard è di 50mila euro all’anno e sino al 2023 era di 25mila euro, cifra che era rimasta immutata da quando fu istituita». L’assessore spinge perché si arrivi quanto prima a raddoppiare la cifra portandola a 100mila euro, cosa che darebbe fiato alla Fondazione Oristano garantendole una capacità maggiore di programmare. Intanto però il nuovo contratto che si appresta a firmare col Comune potrebbe portare a novità importanti che recherebbero anche la possibilità di avere maggiori introiti e quindi una capacità di iniziativa superiore: «Considerando che, a differenza della Fondazione Mont’e Prama, non abbiamo entrate importanti dai nostri siti culturali, stiamo puntando a inserire nel prossimo accordo la gestione di una serie di strutture del Comune. Sono le sale dell’Hospitalis Sancti Antoni, il teatro San Martino e il Foro boario. Sono fondamentali punti di riferimento per le attività culturali che dobbiamo far fruttare e, per quanto la Fondazione Oristano non sia un ente a scopo di lucro, garantirebbero entrate per implementare le attività».

La seconda voce che si leva in difesa dell’azione della Fondazione è quella del presidente Carlo Cuccu il quale, per prima cosa, evidenzia: «Dopo una lunga azione politica abbiamo ottenuto mezzo milione di contributo straordinario dalla Regione. Solo a metà settembre ci è stata comunicata la procedura per l’utilizzo dei fondi che sino a quel momento non abbiamo potuto sfruttare, questo però ci consente ora di avere la possibilità di lavorare con una visione più ampia e di programmare. Una parte di questi soldi verrà utilizzata per finanziare dei progetti». Il presidente per ora non si sbilancia, «perché attende che vengano approvate tutte le iniziative che sono in cantiere. L’unica sulla quale si lascia andare è l’acquisto di un migliaio di poltroncine da installare sulle tribune dalla Sartiglia, la maggior parte delle quali non aveva le sedute numerate, fatto che creava qualche problema anche con la vendita dei biglietti. «Sulle altre azioni che stiamo portando avanti daremo notizia nel momento in cui si concretizzeranno» prosegue Carlo Cuccu che poi insiste: «È inutile illudersi di poter avere l’autonomia di enti che hanno possibilità economiche ben superiori, però ora abbiamo maggiori capacità di spesa e di programmazione migliori che in passato». Il presidente è convinto che una spinta in più la darà la riapertura dell’Antiquarium Arborense, dove si stanno per concludere i lavori da 500mila euro che restituiranno alla città un museo più bello e funzionale. Tra i risultati raggiungi poi inserisce anche «l’attività di promozione turistica. L’infopoint è attivo tutto l’anno e stiamo studiando anche un modo per l’apertura di un secondo punto informativo a Torregrande. Non dimentichiamo poi che abbiamo adeguato la pista di allenamento dei cavalieri della Sartiglia a Cort’e Baccas e che il Foro boario sta diventando un punto di riferimento per la cultura cittadina e sul quale intendiamo insistere».

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