Hamilton, l’impero da 420 milioni: dal drink vitaminico con Cindy Crawford al cane Roscoe assaggiatore per l’azienda di cibo da animali

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di
Daniele Sparisci

Il neo pilota della Ferrari domani compie 40 anni: i suoi interessi vanno ben oltre la pista. Investimenti immobiliari (presto un appartamento a Milano), quote nel football e nel cinema

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«Spero francamente di non correre fino a 40 anni. Ci sono talmente tante cose che vorrei fare che sarebbe difficile realizzarle. Ma l’evoluzione della vita è talmente rapida da spiazzarti». Parole di Hamilton durante una conversazione al Gran premio di Baku del 2021, l’ultima stagione nella quale ha lottato per il titolo. Già, la vita a volte prende pieghe strane. Domani Lewis raggiunge il traguardo degli anta e festeggia «il nuovo inizio» in Ferrari.

Tappeto rosso ad accoglierlo, all’enorme entusiasmo dovranno corrispondere verifiche di risultato, attesa irrefrenabile fino alla gara inaugurale di Melbourne (16 marzo). C’è un uomo all’ingresso di Maranello che ha spostato i suoi confini molto oltre la pista: dal cinema con Brad Pitt alle bistecche vegetali finanziate insieme a Roger Federer e a Jeff Bezos. Ha costruito un impero attraverso relazioni personali, quasi da solo («Dormo poco, sei ore a notte mi bastano» ), con pochi e selezionati collaboratori nell’ultimo decennio, dopo aver rotto con Simon Fuller, il supermanager di Beckham e delle Spice Girls.





















































Roscoe responsabile del gusto

Del Lewis trentenne che esibiva lo stile di vita da ultraricco sono rimaste tracce sbiadite, ha cambiato approccio rispetto al coetaneo Cristiano Ronaldo. L’esempio è LeBron James, fonte d’ispirazione contro il razzismo e fenomeno pure nel business (patrimonio di 1,2 miliardi di dollari, mentre quello di Lewis si aggira sui 420 milioni circa). Il campione dei Lakers monitora le start-up promettenti, ci mette la faccia e le promuove, non chiede soldi ma partecipazioni azionarie. Il neoferrarista è andato persino oltre coinvolgendo il bulldog Roscoe, ingaggiato dall’americana Bramble come «responsabile del gusto» e assaggiatore ufficiale di cibo vegani per cani. «Se promuoviamo il cambiamento per gli uomini, perché non farlo anche per gli animali?».

Operazioni immobiliari, tante: presto potrebbe aggiungersi un appartamento milanese extralusso, già monitorate alcune opzioni in zona Porta Nuova. Poi l’impegno della Fondazione Mission 44 (promuove l’accesso all’educazione e al lavoro delle minoranze: «Da unico nero in F1, so quanto sia stato difficile arrivare fino lì»). Per il resto concentra risorse per sostenere cibi o bevande alternative. Dal drink vitaminico in società con l’ex top model Cindy Crawford, alla tequila analcolica, una ricetta che ha spinto il colosso francese dei liquori Pernod Ricard ad acquistare una quota nella Almave co-fondata da Sir Lewis.

La quota nei Denver Broncos e il cinema

Ora l’unica sbornia che cerca è sul podio, con il vestito rosso. Colore che richiama la divisa della sua squadra di football: c’era al Superbowl nel 2016 a celebrare la vittoria dei Denver Broncos, con Alicia Keys e Lady Gaga. Tre anni fa, quando la famiglia dei fondatori di Wal Mart ha rilevato la società per la cifra monstre di 4,65 miliardi di dollari offrendo a Lewis una piccola quota, lui ci si è tuffato.

Da un rifiuto sofferto invece è nato lo sbarco nel cinema: chiamato per un ruolo in «Top Gun: Maverick», ma era impossibile conciliare venti settimane di ciak con il calendario della F1. «Troveremo un modo per lavorare insieme, vedrai!» aveva detto al produttore Jerry Bruckheimer. Promessa mantenuta: Lewis, con l’aiuto di Domenicali, lo ha convinto a unire le forze per un film sulla Formula 1 (in uscita a fine giugno), ha dato le dritte a Brad Pitt («Lui non era male al volante») ed è intervenuto nelle scene per renderle più realistiche, anche a costo di spendere di più. Niente compromessi, ma l’unico Oscar che conta davvero è quello con la Ferrari. Auguri.

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6 gennaio 2025

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