La pietra tombale sulle bugie riguardanti la sanità

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 





0





0

The Lancet è la più autorevole rivista scientifica al mondo. Per la sanità di ogni paese, est, ovest, nord o sud, è la cassazione. Chi vuole vincere un Nobel deve pubblicare su quelle pagine, i medici che vogliono riconoscimenti scientifici devono scrivere lì.

Dalle pagine e dalla copertina di The Lancet di questa settimana viene il più duro attacco alla sanità pubblica italiana e all’autonomia differenziata. Perché gli studiosi inglesi hanno analizzato la spaventosa differenza di prestazioni e d interventi fra le regioni italiane, alle quali è attribuito il 90% delle competenze in materia sanitaria, e hanno fato le proiezioni dei danni ancora maggiori che potrebbero scaturire dall’autonomia differenziata che amplierebbe ulteriormente il solco fra le regioni del sud e il resto d’Italia. Perché questa è la situazione, che del resto la Fondazione Gimbe denuncia da anni, almeno dal 2020, quando la tragedia della pandemia, che ad oggi ha ucciso quasi 200.000 (duecentomila!) italiani, ha dimostrato in modo plateale l’inesistenza di un servizio centralizzato dei dati sanitari e dello scompenso fra la digitalizzazione dei sstemi regionali e delle prestazioni erogate. Una giungla.

Secondo gli studiosi inglesi, magari poco gentili ma meticolosamente documentati l’Italia si ritrova immersa in una sorta di feudalesimo in cui «ospedali e strutture sanitarie si affidano a sistemi di raccolta dei dati incompatibili fra loro e vetusti, che rendono impossibile il trasferimento di referti e immagini diagnostiche anche all’interno di una stessa città.”. Chi vive a Roma lo sa bene e sa anche che almeno la metà delle volte in cui deve fare controlli o visite in ospedali pubblici il sistema informatico non funziona. E intanto il Cup non risponde e le ricette scadono ogni sei mesi.

Microcredito

per le aziende

 

Nei nostri ospedali pubblici è oggi praticamente impossibile fare ricerca: ci sono alcun e autorevoli eccezioni che si contano sulle dita di un a mano, per il resto i grandi istituti di cura e ricerca sono colossi privati, quasi sempre convenzionati con il pubblico, ma non fanno parte del sistema sanitario nazionale.

E le regioni non si parlano tra loro. Per questo ogni volta che cambiate regione perché magari succede un incidente mentre non sei nella tua città, ti devono rifare tute le analisi anche se le hai fatte il giorno prima, oppure devi essere una persona talmente avveduta, o un malato cronico, che si trasferisce sul telefono tutti i dati oppure ha una chiavetta in tasca con gli esami effettuati.

Qualche mese fa fu pubblicizzato il fascicolo sanitario elettronico. Che è molto utile ma ha un senso se consultabile da ogni parte d’Italia. Nelle regioni del centro nord molti cittadini lo utilizzano con evidenti vantaggi. Ma poi sono arrivati a valanga gli antiscienza, questo fenomeno che accompagna il successo della destra sovranista nel mondo e che ha come avanguardia il pianeta dei no vax, e hanno cominciato la guerra anche al fascicolo sanitario, un  registro dove può accedere con il proprio Spid solo il paziente e i sanitari degli ospedali pubblici, compresi i pronto soccorso. Un aiuto fondamentale per loro e ancora di più per chi sta male.

La parola “feudalesimo” utilizzata da Lancet è sacrosanta. La posizione degli oppositori del registro sanitario elettronico equivale a quella di chi sostiene che con i vaccini ci impiantano una “cimice” digitale nel braccio. Vivono in un nuovo Medioevo ben peggiore di quello che racconta la storia. Come una maledizione dei secondi anni mille.

Intanto, ogni anno la necessità di ripetere gli stessi esami due volte — perché un paziente viene curato in strutture o Regioni diverse, incapaci di leggere l’una i referti dell’altra — costa all’Italia 3,3 miliardi. Né la frammentazione della sanità italiana permette di fare ricerca su grandi numeri di pazienti. Il numero di studi scientifici autorizzati oggi, ricorda la rivista medica, è il 15% rispetto al 2009.

Il tutto mentre l’Anaao, il sindacato dei medici, denuncia il rischio, già in atto, della dannosa concorrenza fra operatori sanitari e fra strutture, per ragioni economiche e mai nell’interesse dei pazienti.

I tagli alla sanità pubblica vanno vergognosamente avanti da 20 anni, ma il colpo finale dato da questo governo ha un peso enorme e l’avallo di fatto alle teorie antiscientifiche a partire dall’abolizione delle multe ai no vax contribuisce a dare il colpo di grazia ad un sistema che il mondo riteneva un modello da seguire.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21





Source link

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link