L’Europa è fuori strada per gli obiettivi climatici del 2030

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“Fuori strada”. Proprio così, è questa la poco incoraggiante definizione che un recente approfondimento di BloombergNEF utilizza per descrivere la transizione energetica europea e il conseguente raggiungimento degli obiettivi climatici. E la cosa colpisce ancor più considerando che stiamo parlando del continente che più di ogni altro si sta spendendo per raggiungere l’obiettivo dell’impatto zero per la metà del secolo.

Economic Transition Scenario: lo studio sul settore energetico

In realtà l’orizzonte temporale che porta BNEF a lanciare questo segnale d’allarme è assai più ristretto, e comprende quel che potrebbe succedere nel nostro continente da qui alla fine del decennio. “I governi europei – si legge – dovranno affrontare una dura battaglia se vorranno raggiungere gli obiettivi climatici del 2030, che si avvicinano rapidamente e sono giuridicamente vincolanti”.

Il documento di partenza, grazie al quale BNEF effettua la sua analisi sulla situazione europea, è l’Economic Transition Scenario, uno studio che descrive come il settore energetico si evolve a seguito degli investimenti e dei cambiamenti tecnologici, supponendo che non vengano effettuati ulteriori interventi politici rispetto a quelli già annunciati.

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Ebbene, in questo quadro di riferimento, sia l’Unione Europea che il Regno Unito sono destinati a mancare ampiamente i loro obiettivi di emissione di fine decennio. “Le emissioni di CO2 legate all’energia violano gli obiettivi del 2030 per tutti i settori di oltre 200 milioni di tonnellate, ovvero un superamento del 9% in tutta la regione”.

I progressi necessari per gli obiettivi climtici

“Per evitare di mancare i suoi obiettivi climatici per la fine di questo decennio – spiega Emma Champion, l’autrice principale del rapporto –, l’Europa dovrà compiere dei progressi significativi nell’affrontare le emissioni nette di gas serra provenienti da settori come l’agricoltura, l’utilizzo del suolo e il trattamento dei rifiuti”.

Ed ancora, Champion sottolinea che “se mettiamo nel conto tutte le emissioni climalteranti, oltre a quelle CO2, provocate dal settore energetico europeo, il rischio di un mancato raggiungimento degli obiettivi climatici del 2030 diventa ancora più grande, potenzialmente fino a uno scostamento del 29%”.

Un bilione di dollari all’anno

Nell’articolo si riconosce che l’Europa ha comunque compiuto alcuni dei progressi più grandi tra le principali aree economiche nel ridurre le emissioni legate all’energia dal loro picco. Ciò non toglie che bisogna “ancora più che raddoppiare gli investimenti nella transizione energetica, a una media di un bilione di dollari ogni anno fino al 2030, per colmare il divario con gli obiettivi ed essere sulla buona strada per azzerare le emissioni nette entro il 2050”.

E qui entra in gioco lo scenario Net Zero del BNEF, nel quale l’economia energetica europea si decarbonizza completamente entro il 2050 e raggiunge i suoi obiettivi climatici. In questo scenario gli investimenti nelle energie rinnovabili devono aumentare del 23% rispetto ai livelli del 2023, mentre le vendite di veicoli elettrici e la spesa per le infrastrutture di ricarica devono addirittura triplicare.

Utilizzi energetici finali

Nello scenario Net Zero a giocare un ruolo fondamentale in Europa c’è il processo di elettrificazione degli utilizzi energetici finali. Infatti, BloombergNEF stima che, insieme alla progressiva sostituzione dei combustibili fossili con le fonti rinnovabili, l’elettrificazione degli utilizzi finali si candida a determinare ben due terzi della riduzione totale delle emissioni continentali nel periodo 2024-2050.

“Gran parte delle emissioni europee odierne – viene spiegato nell’articolo – derivano dall’alimentazione fossile di auto e camion nonché dal riscaldamento degli edifici, ma si tratta di utilizzi finali che possono essere entrambi decarbonizzati passando all’elettricità pulita e ottenendo anche dei grandi risparmi economici”.

Cattura e stoccaggio CO2

Nell’analisi di BloombergNEF c’è però un altro elemento, al momento ancora molto sottotraccia nella narrazione della transizione green europea, che potrebbe recitare un ruolo importante nella decarbonizzazione del settore energetico. Si tratta della cattura e dello stoccaggio dell’anidride carbonica, la cui capacità potrebbe aumentare di oltre 100 volte.

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“La cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica esprime una capacità potenziale di oltre 360 ​​milioni di tonnellate all’anno entro il 2035. Guardando al 2050, il settore potrebbe garantire il 14% di riduzione delle emissioni cumulative, contribuendo in particolare a decarbonizzare il mix energetico di riserva e alcuni settori industriali”.

Gli ostacoli da superare

Senonché, la capacità richiesta nello scenario Net Zero richiederebbe un aumento di 8,5 volte degli investimenti europei nella tecnologia rispetto ai livelli del 2023 per il resto di questo decennio. Cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica che necessita anche di “un solido ambiente abilitante per aumentarne la commercializzazione e l’implementazione”.

Un altro comparto chiamato ad una grande accelerazione è quello dell’energia eolica. Al riguardo, lo scenario Net Zero indica una capacità espressa superiore a 1,3 TeraWatt, il che significa un valore doppio di quello che si raggiungerebbe alla metà del secolo nella previsione dell’Economic Transition Scenario. “Ma anche questo settore deve affrontare pesanti sfide con ritardi nei permessi nei mercati chiave, che potrebbero limitare la fornitura di scala necessaria”.



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