Milano, hub per innovazione e startup

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Cosa rende Milano la migliore città italiana per avviare e far crescere una startup, catalizzando così lo sviluppo di nuovi imprenditori e la creazione di posti di lavoro per il futuro? Se un tempo il leitmotiv era “La città da bere”, oggi potrebbe essere definita “La città in accelerazione”. Sempre dinamica, in costante evoluzione e alla ricerca di modelli di crescita innovativi, Milano si distingue dall’architettura all’economia, ponendosi come un laboratorio per le nuove economie.

A riprova di questo sentire comune e valore di intenti, che oggi potremmo definire “ecosistema”, Milano si distingue per un tessuto economico, industriale e finanziario significativamente superiore rispetto al resto d’Italia. In questo scenario si integrano efficacemente politiche locali e strumenti nazionali, come quelli offerti da Invitalia e Cassa Depositi e Prestiti (CdP), insieme al ruolo cruciale del venture capital.

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Un attore chiave è l’amministrazione pubblica, rappresentata dal Comune di Milano, che si pone come un’entità di prossimità, vicina ai cittadini e alle imprese. Ultimo, ma non meno importante in questo ambito, Milano ospita uno dei più forti catalizzatori della finanza italiana, passata e futura: la Borsa Italiana.

A riprova della visione strategica e della capacità di execution, Milano ha scelto di collaborare con uno dei soggetti più autorevoli nel settore: Dealroom, incaricato di fornire analisi approfondite e servizi di monitoraggio e reportistica.

Dealroom è una piattaforma di dati e intelligence specializzata nel monitoraggio e nell’analisi degli ecosistemi di startup, scaleup e tecnologia a livello globale. Fornisce informazioni dettagliate su aziende, investitori e settori di mercato, diventando così uno strumento essenziale per le decisioni strategiche in ambito tecnologico e finanziario. Attualmente monitora circa due milioni di startup in tutto il mondo, supportandone la crescita e l’attrazione di investimenti. La piattaforma è già stata adottata dal governo francese per il programma French Tech e dalla Commissione Europea per diversi servizi strategici.

Milano è attualmente la “Rainforest padana”, per citare Victor W. Hwang e Greg Horowitt nel loro libro “The Rainforest: The Secret to Building the Next Silicon Valley”, pubblicato oltre 12 anni fa. Nello stesso periodo, Enrico Moretti, nel suo libro “La nuova geografia del lavoro”, evidenziava l’importanza delle città nel diventare poli attrattivi per l’innovazione.

L’economista sottolineava come l’industria dell’innovazione non solo generi occupazione diretta, stabile e dinamica attraverso le startup, ma anche un indotto significativo. Ogni nuovo posto di lavoro nell’innovazione può creare fino a cinque ulteriori impieghi nei settori della ristorazione, dei servizi, dell’edilizia e in altre aree collegate.

Milano incarna perfettamente questa dinamica, posizionandosi come un modello di sviluppo economico e tecnologico in Italia.

Una delle caratteristiche distintive di Milano, che manca al resto d’Italia, specialmente al Centro e al Sud, è una regola invisibile ma fondamentale: sono gli imprenditori e i privati a fare da perno e a guidare l’economia. Essi rappresentano il motore centrale degli ecosistemi, attorno ai quali ruotano le istituzioni, svolgendo un ruolo di supporto.

Ecco in sintesi perché Milano è la capitale dell’innovazione italiana:

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  • finanza e imprenditorialità dinamica
  • oltre 50 tra incubatori e acceleratori
  • oltre 120 venture capital e operatori/investitori
  • attori internazionali ed economia proiettata all’internazionalizzazione
  • istituzioni e stakeholder aperti all’innovazione

Certo, Milano non è ancora tra le principali capitali tecnologiche europee, ma è anche vero che l’Italia, nel suo complesso, non ha investito risorse pari a quelle di altri Paesi. Per comprendere meglio le dimensioni di questa differenza, un grafico di Dealroom offre una chiara rappresentazione delle grandezze in gioco.

Cosa ci rivela e ci racconta il report e l’analisi commissionata a Dealroom? Non solo un approfondimento dell’ecosistema startup, ma anche uno sguardo più ampio sulla tech economy voluta dagli attori pubblici, guidati dal Comune di Milano e dalla Camera di Commercio Milano Monza Brianza e Lodi.

A supporto di questa visione operano le loro rispettive agenzie: Yes Milano (ufficio di promozione), Milano & Partners (agenzia di promozione del Comune) e Promos Italia (l’agenzia delle Camere di Commercio italiane per l’internazionalizzazione).

Il report 2024 sull’ecosistema delle startup di Milano, evidenzia come la città sia diventata uno dei principali poli tecnologici europei. Ecco i principali numeri e trend: valore dell’ecosistema, le startup milanesi valgono complessivamente oltre 29 miliardi di euro, con una crescita di 15 volte negli ultimi dieci anni. Quasi il 50% del valore dell’ecosistema tecnologico italiano è concentrato a Milano. Investimenti in venture capital: dal 2019, Milano ha attratto investimenti per oltre 500 milioni di euro nel 2024, posizionandosi al 15º posto in Europa per finanziamenti ricevuti. Fintech e SaaS sono i settori principali, con il fintech che ha raccolto oltre un miliardo di euro dal 2019.

Eccellenze e Università: Università come Bocconi, Politecnico di Milano e Università Cattolica hanno formato oltre tremila imprenditori, contribuendo alla crescita dell’ecosistema. Il quartiere MIND, nato sul sito dell’Expo 2015, ospita centri di ricerca avanzata e aziende di biotecnologie.

Attori Principali: startup di successo come Satispay, Scalapay, Bending Spoons e Casavo stanno guidando l’innovazione. Più di 50 incubatori e acceleratori operano per sostenere l’ecosistema, tra cui PoliHub, B4i – Bocconi for Innovation e Zest (nata dalla fusione tra la milanese Digital e la romana Magics LVenture).

Maggiori dettagli sui dati del report sono riportati in questo articolo

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Prospettive Future: con un incremento di investimenti e la crescita di settori emergenti come le scienze della vita, Milano si prepara a consolidare la sua posizione come hub europeo dell’innovazione.

L’ecosistema startup di Milano dimostra come un mix di risorse accademiche, supporto istituzionale e venture capital possa trasformare una città in un motore di innovazione globale.

A supporto di quanto scritto fino a qui e per offrire ulteriori spunti di riflessione, abbiamo raggiunto Layla Pavone attualmente coordinatrice del board per l’innovazione tecnologica e la trasformazione digitale del Comune di Milano: «La pianificazione strategica della città di Milano si distingue per una stretta collaborazione tra pubblico e privato, a tutti i livelli – dice – Questo approccio riflette un mindset radicato nella tradizione milanese, dove cittadini, aziende e istituzioni condividono un forte senso di appartenenza e responsabilità. Questa consapevolezza collettiva rende Milano una città aperta, dinamica e costantemente proiettata verso il futuro».

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala, insieme a Layla Pavone (con abito bianco) e agli altri rappresentanti delle istituzioni della città che collaborano alle strategie per l’innovazione

Secondo Pavone, Milano sperimenta il cambiamento in modo consapevole, riconoscendo che proprio questo dinamismo è la chiave della sua attrattività. Tutto ciò si traduce in una strategia olistica, con particolare attenzione all’innovazione. Il Comune lavora quotidianamente con i propri stakeholder, consapevole che il lavoro di squadra, sebbene complesso e sfidante, è essenziale per la crescita.

Inoltre, evidenzia come tutti i progetti innovativi promossi dall’amministrazione derivano da una forte coesione e partecipazione tra istituzioni, università (Milano è sede di dieci tra atenei e scuole di livello universitario), associazioni, imprese e fondazioni. Un elemento distintivo è il coinvolgimento diretto dei cittadini nella creazione dei progetti di trasformazione digitale. Attraverso il co-design e l’ascolto attivo, si mira a comprendere le loro esperienze digitali e le loro priorità, per offrire servizi più vicini alle loro esigenze.

«Quest’anno, Milano inaugurerà il primo incubatore dedicato alla smart city, o meglio alla data-driven city, un passo importante per consolidare l’ecosistema innovativo della città. In collaborazione con Milano & Partners, è stato sviluppato un pacchetto specifico per attrarre startup e investitori sia nazionali che internazionali», aggiunge. 

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Il board per l’innovazione tecnologica e la trasformazione digitale, che lei coordina, gioca un ruolo cruciale, spingendo verso nuovi modelli collaborativi basati sul “fare sistema”. Questa filosofia permette di mettere a disposizione della città competenze, expertise e investimenti, in un contesto metropolitano che combina inclusività, internazionalità e l’eccellenza italiana.

«Questa alchimia rende Milano un punto di riferimento per l’innovazione tecnologica a livello nazionale, con ottime prospettive di crescita internazionale. Tuttavia, l’apertura di Milano non si ferma ai confini della città: il Comune si impegna a condividere know-how e progetti già avviati con altre città italiane, consapevole del proprio ruolo di pioniere e apripista per il sistema Paese», conclude. 

Un momento della Milano Digital Week

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