Montopoli, approvato il bilancio di previsione. Aumenta la Tari

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“Gli aumenti non ci lasciano indifferenti. Anche per questo abbiamo cercato di intervenire sulle fasciazioni in certi casi e sulle richieste di riduzione”. A pochi giorni dall’ultimo consiglio comunale dell’anno, in cui sono stati votati bilancio di previsione, Imu e nuove tariffe, si fa più chiara la situazione anche a Montopoli del quadro economico, fra ciò che rimarrà sostanzialmente invariato (Imu) e ciò che è invece destinato, un po’ come nella maggior parte dei Comuni, ad aumentare.

Tari

Proprio sulla tassa sui rifiuti, l’amministrazione montopolese annuncia un aumento medio in linea con quanto in qualche modo imposto dalle richieste di Ato e del gestore, cercando di aggiustare quando e dove possibile introducendo alcune agevolazioni. E’ la prima cittadina Linda Vanni a parlare di “aumento complessivo pari a circa 9% circa tra il 2023 e il 2024 delle tariffe Tari, seguito da un ulteriore aumento dello stesso ammontare tra il 2024 e il 2025”, quindi di un aumento totale di “circa il 18-20% in questi due anni, che ricadrebbe in larga parte per le utenze domestiche sui nuclei familiari più deboli” seguendo le indicazioni che arrivano a cascata sui comuni. “E’ per questo – continua la sindaca – che abbiamo fatto il possibile per introdurre un criterio di progressività aumentando le agevolazioni”.

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Le agevolazioni introdotte o ritoccate sono le seguenti: meno 50% per i nuclei familiari con soggetto legge 104/1992 grave disabilità (prima era 30%), meno 40% su certificazione servizi sociali, meno 40% fino a 11mila euro di reddito imponibile per over 65 (prima era 8mila), meno 50% per famiglie numerose (pari a 5 o più) fino a 11mila euro di reddito imponibile, meno 30% per famiglie numerose (pari a 5 o più) da 11mila fino a 15mila euro di reddito imponibile. Riprendendo un esempio della stessa sindaca: “se una famiglia nel 2023 pagava 390 euro di Tari all’anno, nel 2024 saranno 450 e nel 2025 diventeranno 500”. Numeri che non sono passati inosservati alle opposizioni, che sottoforma di alcuni quesiti hanno posto il problema di “una tassazione che si sta facendo sempre più pesante in un momento sempre più difficile”.

“Sono anni che ci sono aumenti importanti anche della Tari – ha dichiarato la consigliera del gruppo misto Lara Reali. – Comprendiamo il tentativo di andare incontro alle fasce deboli, ma questi aumenti graveranno su una miriade di famiglie che anche se non ricadono nelle fasce più basse attraversano molte difficoltà. Il tutto a fronte di disservizi che sono costanti, con persone che ci segnalano ogni mese problemi nella raccolta porta a porta. Tutto ciò genera un malcontento comprensibile. Sarebbe utile capire quali siano le motivazioni portate avanti dal gestore e dall’Ato”. “Gli aumenti sono evidenti a tutte e a tutti, non ci possiamo nascondere dietro ad una bollettazione. Ed erano già contenuti nel documenti redatti da Ato per il periodo 2022-2025 – la risposta della sindaca. – Le motivazioni sono sempre le stesse e fa queste vi è la gestione degli impianti, in un contesto in cui la provincia di Pisa sta reggendo gli impianti per una parte importante della Toscana, senza che questo purtroppo sia riconosciuto in qualche modo. In tutto questo i comuni hanno le mani legate e subiscono a cascata aumenti che poi sono spalmati su tutti i comuni. Sui disservizi abbiamo più e più volte fatto appelli al gestore, spesso anche in malo modo. Sui costi siamo intervenuti con le riduzioni, intanto e sempre per il 2025 stiamo lavorando alla tariffazione puntale e per rafforzare ancora di più le misure di ristoro”.

Irpef

Sul fronte dell’addizionale comunale Irpef, come fatto anche in altri comuni vicini (vedi San Miniato) l’amministrazione è intervenuta aumentando la fascia d’esenzione: per pensionati e lavoratori dipendenti la nuova fascia di reddito annuo imponibile arriva a 14mila euro contro le 13mila precedenti e a 13mila per gli autonomi (prima era 12mila). “Un modo – hanno ribadito dalla maggioranza in sede di consiglio – per intervenire su un andamento generale che in questi anni ha visto lo stato centrale diminuire sempre più le fasce, con la nascita, ad esempio, dello scaglione unico di redditi da 0 a 28mila”. Secondo alcune stime a braccio esposte in consiglio, coloro che si ritroveranno per la prima volta in fascia d’esenzione potrebbero risparmiare circa 90-100 euro annue.

Mensa, scuolabus e nido

Di “cambiamento epocale” parla la maggioranza invece sui servizi a domanda individuale. “Dalle due fasce di pagamento che avevamo, siamo passati a cinque per la mensa, che rendono più equa la compartecipazione delle famiglie – dichiara Vanni. – In più abbiamo introdotto tre bollettazioni, esenzioni per chi ha la 104, sconto del 50% dal terzo figlio in poi. Nel caso del trasporto, ci stiamo lavorando, ma le fasce saranno sempre cinque e sempre con la logica di chi ha di più, compartecipa di più”. Queste le fasce per la mensa: esenzione da 0 a 6mila euro di imponibile, tariffa personalizzata tramite calcolo Isee fra i 6 e 11mila, 3,42 euro a pasto fra 11 e 22mila, 4 euro fra i 22 e 35mila, 4,70 oltre i 35mila. Le due fasce precedenti prevedevano esenzione da 0 a 6mila euro di imponibile e 3,42 euro a pasto per tutti gli altri. Invariate le tariffe per il nido.





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