Antimafia, Colosimo denuncia Ascari (M5s): “Le sue domande su Avola a Santoro violano il segreto”. La replica: “Violazione inesistente”

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La presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo ha inviato una comunicazione alla Procura di Roma per denunciare la violazione del segreto da parte della deputata Stefania Ascari del M5S, procedura prevista dall’articolo 18 del regolamento di Palazzo San Macuto. Secondo l’esponente di Fdi, la deputata avrebbe posto domande a Michele Santoro nel corso dell’audizione del giornalista dello scorso 27 novembre basandosi su atti in precedenza secretati dalla presidente stessa su richiesta dell’avvocato Fabio Repici, audito ormai un anno fa in quattro lunghe sedute, in alcuni passaggi in forma non pubblica, su sua richiesta.

L’audizione di Santoro – Stefania Ascari aveva premesso, prima di fare la domanda a Santoro sul collaboratore di giustizia catanese Maurizio Avola, “dagli atti in possesso di questa Commissione che sono stati consegnati dall’avvocato Repici, che è stato sentito, risulta che Maurizio Avola…”. Colosimo, verificata la forma non pubblica della parte di audizione richiamata da Ascari, ha fatto cancellare dal resoconto pubblicato sul sito e dal video sul sito della Camera quella domanda della deputata M5S su Avola, killer della mafia catanese poi collaboratore di giustizia, tornato alla ribalta nel 2021 per le sue rivelazioni sulla strage di via D’Amelio raccolte nel libro di Michele Santoro e Guido Ruotolo ‘Nient’altro che la verità’. Il video della domanda di Ascari peraltro resta on-line perché Santoro lo ha pubblicato sui suoi canali Facebook e Youtube, corredato da un testo nel quale chiede alla deputata di scusarsi per le sue affermazioni che mettevano nel mirino i rapporti lavorativi di Avola con un imprenditore siciliano. Michele Santoro precisa invece a Il Fatto di non aver inviato nessuna lettera suggerendo ipotesi di reato alla Commissione, come scritto da Il Giornale il 6 gennaio 2025.

La segnalazione di Colonna – È stato l’avvocato Ugo Colonna, difensore di Avola e anche dell’imprenditore citato da Stefania Ascari, nell’interesse di quest’ultimo, ad aver scritto alla Presidente della Commissione Antimafia il 2 dicembre 2024 denunciando la violazione del segreto da parte di Ascari e di fatto richiamando la presidente Colosimo al suo presunto obbligo di comunicare la presunta violazione alla procura di Roma e al presidente della camera. Come ventilato da Il Giornale nell’articolo suddetto, effettivamente la presidente Colosimo ha inviato la comunicazione suddetta alla Procura di Roma evidentemente ritenendo che l’ipotesi di violazione dell’obbligo di non divulgazione del segreto sia configurabile anche sentendo i pareri acquisiti dei tecnici che la affiancano nel lavoro in commissione.

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Gli altri casi di violazione – Si tratta sostanzialmente di una denuncia alla Procura di un reato compiuto da un parlamentare, denuncia rivestita di particolare forza perché provienente dai vertici di un’autorità parlamentare con autonomi poteri di indagine sulla propria materia. Ci si potrebbe chiedere perché non sia accaduto quando La Verità ha svelato le conversazioni intercettate dai pm di Caltanissetta tra l’ex pm Gioacchino Natoli e il senatore Roberto Scarpinato. Fonti vicine alla presidenza della Commissione sul punto spiegano che quelle carte, trasmesse alla Presidente Colosimo dalla Procura di Caltanissetta, non erano state ancora depositate negli archivi. La presidente insomma avrebbe potuto denunciare solo sé stessa. Di qui la scelta di non denunciare nessuno alla Procura di Roma anche se l’indagine giudiziaria comunque è partita dai pm di Caltanissetta che hanno certamente subito una rivelazione del segreto investigativo. Quando le rivelazioni sui giornali hanno riguardato carte già depositate nell’archivio consultabile da tutti i membri della Commissione, Colosimo non ha esitato a inviare una segnalazione simile alla Procura di Roma per la violazione del segreto. Qui c’è una bella differenza però: stavolta la denuncia riguarda infatti una (presunta) violazione precisa di una sola parlamentare dell’opposizione. Un atto politicamente forte e inedito. Colosimo ha annunciato la sua azione senza incontrare resistenze all’arma bianca in ufficio di presidenza. Il gruppo M5S ha però replicato che la violazione è inesistente perché le carte consegnate alla Commissione dall’avvocato Repici sono libere dal segreto essendo depositate a Caltanissetta ben prima dell’audizione.

La replica di Ascari – Alle contestazioni di Michele Santoro la deputata ha risposto così “non ho violato alcun segreto, né ho mai ‘bruciato‘ un ipotetico pentito, tantomeno ho messo in pericolo presunte coperture di Avola” e poi “Le informazioni che ho riferito in occasione delle domande rivolte a Lei, in particolare sul datore di lavoro di Avola, il suo contratto, i suoi luoghi di lavoro e di abitazione, non sono segrete. Tali dati sono infatti contenuti nel fascicolo del procedimento pendente a Caltanissetta, riguardante Avola e altri soggetti, e sono stati depositati da quasi un anno e mezzo. Tale atto è stato messo a disposizione delle parti in vista dell’udienza tenutasi il 5 ottobre 2023. Pertanto, non esiste alcun segreto su questi atti. Voglio aggiungere che Maurizio Avola non è titolare di alcun programma di protezione. Anzi, molte delle informazioni sono facilmente reperibili nell’audizione in Commissione Antimafia dell’avvocato di Avola, Ugo Colonna”. Argomentazioni che la deputata ripercorre anche nella sua replica a Il Giornale: “Tutte le informazioni che ho riferito nel porre quella domanda a Santoro, in particolare quelle sul datore di lavoro di Avola e sul suo contratto (non avendo nemmeno fatto riferimento ai luoghi di lavoro e di abitazione), non sono segrete perché contenute nel fascicolo del procedimento pendente a Caltanissetta a carico di Avola e di altri soggetti”.

La tesi di Colosimo – La presidente della Commissione ritiene invece che quando un atto giunge alla Commissione non da una Procura ma in audizione da un terzo, non rileva la sua natura di carta ostensibile sul versante giudiziario ma solo lo status stabilito dalla presidenza della Commissione. E in questo caso Colosimo ha apposto il segreto. Secondo il canone Colosimo, se l’onorevole Ascari voleva porre una domanda a Santoro partendo dalle carte depositate da Repici e dalle cose da lui dette in audizione segreta, avrebbe dovuto chiedere a sua volta la seduta segreta. E, sempre secondo questa tesi estrema, facendo la domanda in seduta pubblica (su una carta di per sé pubblica fuori dalla Commissione ma di cui aveva avuto notizia grazie alla Commissione) Ascari avrebbe violato il regolamento.

Ora sarà il procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi a sbrogliare l’intricata matassa. Non è servito a far ritornare sui suo passi la presidente nemmeno la missiva inviata dall’avvocato Repici un paio di settimane fa con tanto di posta pec. Dopo le prime contestazioni mediatiche di Michele Santoro e della stampa di destra, avendo fiutato quel che Ascari rischiava per le sue domande, Repici ha scritto alla presidente di aver chiesto l’audizione non pubblica con relativa consegna delle carte solo per evitare che Maurizio Avola potesse calibrare il suo racconto sulla scorta dei dati forniti da Repici. Gli atti consegnati comunque non possono essere considerati segreti perché nel procedimento di Avola e altri sono depositati da settembre 2023. Da tempo quindi indagati, parti offese e difensori li hanno letti e copiati. Per Repici, come per Ascari e per il M5S, non si può pensare che sia segreta una carta depositata in Commissione (in seduta segreta) se quella carta circola senza limiti alla divulgazione. Repici ha chiesto comunque a Colosimo di “sottrarre a ogni vincolo di riserbo l’intera mia audizione … e l’intera documentazione consegnata”. Nella missiva (che non avrà certamente fatto piacere alla presidente Colosimo) difende Ascari dall’accusa mediatica di aver messo a rischio l’incolumità di Avola svelando troppi particolari sulla sua vita privata. Ascari per Repici “non ha fatto riferimenti nemmeno generici a luoghi di lavoro o di abitazione di Avola”. Le domande dell’onorevole Ascari miravano a mettere in cattiva luce l’impresa che ha assunto Avola e a far notare la sequenza cronologica stretta (nel 2020) tra l’assunzione di Avola presso quella società e la scelta di rendere dichiarazioni auto ed etero-accusatorie sulla strage di via D’Amelio.

Lo scontro in Commissione – Sul punto Michele Santoro ha replicato su Facebook difendendo l’impresa che ha assunto Avola e ricordando che è iscritta nella lista delle imprese affidabili per la prefettura anche per le sue plurime denunce contro gli estortori. Inoltre per Santoro “già nel 2018, l’avvocato Ugo Colonna, difensore di Avola e tutore legale del detenuto, ha chiesto al suo amico nonché cliente amministratore della (…) spa di valutare la possibilità di inserirlo lavorativamente nella sua impresa”. Nella sua missiva Repici replica “rimane fermo che dopo la proposta di assunzione del 2018 Avola non aveva rilasciato dichiarazioni e dopo l’assunzione effettiva sì”. Certo, dopo le critiche sul caso Striano contro il vicepresidente della commissione, il M5S Federico Cafiero De Raho, per il suo pregresso ruolo di capo della DNA quando Striano era lì; dopo gli attacchi al senatore Scarpinato, per il suo vecchio ruolo di sostituto quando la Procura di Palermo indagava sul dossier Mafia-Appalti, ora molto in voga in Commissione; l’azione legale contro Stefania Ascari segna un ulteriore innalzamento dello scontro. La domanda che viene da porsi è: non sarà che la Commissione Antimafia sta diventando Anti-M5S?

Certo ormai almeno il focus dal punto di vista mediatico non è più se Striano sia la rotella di un caso enorme di dossieraggio o solo la fonte di un giornale; non è più se l’inchiesta mafia-appalti sia stata trascurata per sciatteria o se possa assurgere a movente della strage di via D’Amelio; non è nemmeno se Avola dica il vero sulla morte di Borsellino, come sostiene Santoro, o se sia un mentitore, come dicono i pm di Caltanissetta. Il punto è chi vincerà la battaglia di San Macuto tra Colosimo e il M5S.



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