ecco perché e quanto diminuisce l’importo

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Chi decide di accedere alla pensione nel 2025 riceverà un assegno più basso rispetto a quello ricevuto da chi è andato in pensione durante gli anni passati.

Il taglio, che farà poco piacere ai neopensionati, è dipeso dall’ultimo aggiornamento ISTAT sull’aspettativa di vita che, di conseguenza, ha comportato la revisione dei coefficienti di trasformazione, previsti dal decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, approvato nel novembre 2024.

Questi aggiornamenti entrano in vigore proprio dal mese di gennaio e influiscono sul calcolo dell’assegno pensionistico per chi si prepara a pensionarsi. L’impatto sarà significativo sull’importo finale delle pensioni.

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Perché la pensione sarà più bassa nel 2025 per i neopensionati

Brutte notizie per tutti i lavoratori che usciranno dal lavoro nel 2025: le pensioni saranno più basse. La differenza, abbastanza sostanziale, è dovuta all’aggiornamento dei coefficienti di trasformazione che, lo scorso novembre, sono stati approvati con un decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

I nuovi coefficienti, infatti, influenzano il calcolo dell’assegno pensionistico, riducendo l’importo per chi si pensiona. È per questo motivo che l’assegno dei neopensionati del 2025 risulta essere più basso rispetto a chi è uscito dal mondo del lavoro nel 2024.

La riduzione dei coefficienti dovrebbe oscillare tra l’1,5% e il 2,18%, in base all’età in cui si va in pensione.
La CGIL ha fatto delle stime, secondo cui un lavoratore che percepisce mediamente 30.000 euro all’anno e va in pensione di vecchiaia a 67 anni nel 2025, riceverà una pensione più bassa del 2% rispetto a chi è uscito dal mondo del lavoro l’anno scorso.

Numeri alla mano, potrebbe essere una differenza di circa 300 euro in meno all’anno. Va considerato, inoltre, che chi andrà in pensione dopo i 67 anni subirà un taglio decisamente più sostanzioso. Pensiamo, per esempio, a chi andrà in pensione a 70 anni: riceverà circa 390 euro in meno annui rispetto a chi è andato in pensione alla stessa età nel 2024.

Come funzionano i coefficienti di trasformazione

I coefficienti di trasformazione sono degli indicatori utilizzati per calcolare l’importo della pensione sulla base dei contributi versati durante la carriera lavorativa.

Questi coefficienti distribuiscono il valore dei contributi accumulati su un numero di anni in cui si prevede che il neopensionato percepirà l’assegno pensionistico.

L’aspettativa di vita varia nel tempo e, per questo motivo, i coefficienti vengono aggiornati ogni due anni. Se l’ISTAT rileva un aumento della speranza di vita, per mantenere il sistema pensionistico equilibrato, i coefficienti di trasformazione vengono ridotti, poiché la pensione deve essere distribuita su un numero maggiore di anni.

Questo porta, generalmente, a una riduzione dell’importo mensile della pensione, a parità di contributi versati.

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Nel biennio 2023/24, i coefficienti di trasformazione erano saliti perché, in quegli anni, l’aspettativa di vita si era abbassata.

Quanto sarà l’aumento previsto dalla rivalutazione degli assegni pensione nel 2025

Per il 2025 è prevista la rivalutazione delle pensioni per compensare l’aumento dei prezzi e recuperare l’inflazione. L’adeguamento è dello 0,8%, per le pensioni fino a 4 volte il minimo INPS, ossia quelle con importo fino a 2.394,44 euro.

Per quanto riguarda, invece, le pensioni superiori a tale soglia, l’aumento sarà progressivamente ridotto. In particolare, per le pensioni che vanno da 4 a 5 volte il minimo, la rivalutazione sarà dello 0,75%. Infine, per quelle superiori a 5 volte il minimo, l’incremento sarà dello 0,6%.

Si tratta di un sistema di rivalutazione graduale che mira a tutelare maggiormente le pensioni più basse.
Ricordiamo, infine, il modico aumento di 1,80 euro per le pensioni minime, grazie all’ulteriore rivalutazione straordinaria prevista dalla manovra 2025, pari al 2,2%.

Per riassumere

Nel 2025, i lavoratori che andranno in pensione di vecchiaia riceveranno un assegno più basso rispetto a chi è andato in pensione negli anni precedenti, a causa di una revisione dei coefficienti di trasformazione legata all’aspettativa di vita.

Questa modifica, approvata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nel novembre 2024, comporta un taglio che può variare tra l’1,5% e il 2,18%, a seconda dell’età di pensionamento. I coefficienti vengono aggiornati ogni due anni per mantenere l’equilibrio del sistema pensionistico.

Inoltre, nel 2025, le pensioni più basse saranno rivalutate per compensare l’inflazione, con un incremento graduale che favorisce le pensioni inferiori.

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