CARRARA. Galeotto fu quell’incontro in piazza del Duomo, “Dalle zie”, davanti a un piatto di tordelli con nientepopodimeno che Pierre Gagnaire, francese della Loira-ormai parigino, mostro sacro nell’Olimpo dei ristoranti stellati Michelin. Poi sembra tutta un’ascesa costellata di successi ma Francesco Luigi Carusi – carrarese, 30 anni, fornaio-figlio d’arte – frena: «Aspettate a farmi i complimenti». Ha la testa sulle spalle. Ed è anche modesto ma la sua è davvero una storia di successo. Oggi vive con la moglie russa Alexandra a Riyad, capitale dell’Arabia Saudita, dove ha aperto una bakery – una panetteria – con laboratorio da cui sforna prelibatezze per catene di lusso dell’hotellerie internazionale.
In famiglia
È il 2012 quando suo padre Gabriele apre un panificio artigiano in via Carriona: l’Antico Mulino Pandolfo. Qui Francesco fa corsi di formazione per casalinghe e professionisti: insegna a fare il pane dal lievito madre e non solo. È bravo: da lui arrivano da tutta Italia.
L’incontro
È il 2015. Da piazza Alberica, dal bar CibArt, “Dai gemelli”, Andrea e Simone Dell’Amico, parte un rumor e Francesco si ritrova a mangiare piatti carrarini con monsieur Gagnaire, chef tra i più rivoluzionari del mondo. «Ci siamo piaciuti – racconta il fornaio – E a fine incontro mi ha detto: “Perché non vieni a Parigi a insegnare a fare il pane? ”. Ho pensato che sono quelle cose che si dicono…». E invece no. Dopo qualche mese Gagnaire si fa vivo: lo vuole a Parigi per una consulenza: per uno dei suoi ristoranti-tre stelle Michelin. «Dopodiché, essendo lui uno dei migliori chef al mondo – racconta – mi si sono aperte tutte le porte». Gira il Sud-Est Asiatico e la Russia, l’Uzbekistan, l’Egitto, l’intera Europa: lo cercando ad “alti livelli”, tutti vogliono imparare da lui i segreti dell’Arte Bianca, ovvero pane e pasticceria.
Mosca, arrivo
Nel 2021 decide di tagliare il cordone ombelicale con la famiglia. «Io sono innamorato di Carrara – confessa – Ci torno ogni volta che posso, ma certo non può offrire alcune chance..». Così con i risparmi, apre a Mosca una piccola fabbrica di prodotti base per pizza e focacceria e di dessert italiani come il tiramisù: vende alla Grande Distribuzione. È un successo: anche la guerra tra Russia e Ucraina che impedisce l’arrivo del Made in Italy fa lievitare l’interesse per le sue produzioni. Incontra l’amore: Alexandra. Ma il rublo russo è moneta instabile e con Alexandra si guarda al futuro. Vende la fabbrica e torna a Carrara. La domanda è: ora dove investo e cosa faccio?
La chance di LinkedIn
Si sposa a Carrara. Nel giugno 2023 va a Al-’Ula, in Arabia Saudita: deve fare una consulenza per la Royal Commission, una sorta di fondo governativo saudita. Comincia a studiare il Paese, «dove c’è una visione futuristica pur mantenendo la tradizione; che è molto aperto; e dove le donne, contrariamente a quanto si pensi, sono trattate come principesse». Succede che l’assistente del ministro delle infrastrutture a Riyad – tale Younis Altewejri – lo contatti: ha visto il suo curriculum su LinkedIn. «Così ci incontriamo. Mi dice che gli sarebbe piaciuto aprire una bakery, che gli piace andare in trattoria, che ama la cucina italiana». I due si “annusano”, poi la conoscenza si approfondisce. Diventano soci.
Il negozio va a battesimo
Il 9 gennaio 2024 Francesco e Younis aprono una bakery a Riyad. Nel laboratorio si fanno prodotti internazionali ed europei con un “focus” sulla panetteria italiana. E si vendono: focaccia genovese, romana, pane-ciabatta, cannoli siciliani, cannoncini, maritozzi. «Facciamo cose semplici con ingredienti di qualità e non temiamo la concorrenza che magari ha alle spalle addirittura gli investimenti degli sceicchi. L’obiettivo è: far scoprire prodotti autentici all’arabo ma anche all’australiano, all’americano.. che qui vive o lavora».
Clienti di alta gamma
In un anno Francesco ha già nel suo portafoglio-clienti le griffe dell’hotellerie internazionale di lusso: con il suo pane e con la sua dolceria rifornisce i Fairmont hotel e i Mandarin Oriental hotel ma anche i pop up store di Dolce & Gabbana e Christian Dior. Tra i suoi estimatori c’è anche il team dell’Ambasciata italiana a Riyad: il catering degli eventi culturali dell’ambasciata è firmato Carusi; intanto Francesco, ovviamente, ha incontrato l’ambasciatore: «Carlo Baldocci, uno dei più grandi diplomatici che abbia mai conosciuto..». Si sta preparando per gli eventi a Riyad in cui gli imprenditori italiani incontrano quelli sauditi – «L’Italia sta investendo molto nelle relazioni con l’Arabia Saudita», dice – e per l’arrivo della premier Giorgia Meloni, «la cui visita è stata rinviata». Nei propositi per il suo 2025 c’è l’acquisto di una casa a Riyad e di un laboratorio centrale: più grande dell’attuale, ovviamente.
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