Le chiavi della sicurezza italiana in mano a Musk. Opposizioni contro Meloni

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Getta scompiglio nella politica italiana la notizia, lanciata da Bloomberg, di un’accelerazione nell’accordo tra il governo italiano e Elon Musk per una fornitura di servizi di comunicazione satellitari. Le opposizioni chiedono a Giorgia Meloni di chiarire se davvero l’esecutivo voglia mettere in mano al patron di X un pezzo importante delle comunicazioni delle istituzioni, con un contratto dal valore di 1,5 miliardi. Da Palazzo Chigi, a metà mattinata, arriva la smentita della firma di un accordo, così come si nega “ancora più categoricamente” che del tema si sia trattato durante l’incontro di Meloni con Donald Trump a Mar-a-Lago. Non vengono smentiti, però, i contatti in corso. Perché, sostiene la presidenza del Consiglio, “le interlocuzioni con SpaceX rientrano nei normali approfondimenti che gli apparati dello Stato hanno con le società, in questo caso con quelle che si occupano di connessioni protette per le esigenze di comunicazione di dati crittografati”.

Non c’è alcun accordo concluso, dice Palazzo Chigi. Ma che ci fossero trattative, anche a livello avanzato, con SpaceX era nell’aria da mesi. Tra i primi a lanciare l’allarme, anche su HuffPost, era stato Enrico Borghi, senatore di Italia Viva e componente del Copasir. Il governo non aveva mai smentito interlocuzioni e aveva lanciato segnali per far capire che l’accordo con SpaceX – che consente di attivare connessioni attraverso lo Spazio e non con i cavi sotterranei, come usualmente fanno le altre aziende – conveniva a tutti. In termini di costi e di tempi. Lo aveva fatto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, durante un’audizione, quando aveva detto: “Musk ha il monopolio, non possiamo non parlarci”. L’importanza di un’interlocuzione con Musk su Starlink era stata ribadita anche dal sottosegretario competente, Alessio Butti.

C’è un problema, però, che al centro della trattativa non ci sono le comunicazioni private, ma quelle che riguardano la sicurezza nazionale. L’obiettivo, infatti, sarebbe quello di ottenere “un sistema criptato di massimo livello per le reti telefoniche e i servizi internet del governo, le comunicazioni militari e i servizi satellitari per le emergenze”. La cosa, ci spiega una fonte che conosce bene la materia, avrebbe almeno due conseguenze: “Meloni – è il ragionamento – diventerebbe la punta di lancia del sovranismo Usa in Ue”. In secondo luogo, prosegue la stessa fonte, “questo accordo sarebbe un colpo di piccone alla difesa comune europea. Perché le commesse andrebbero in mano agli Stati Uniti”. Sul punto, interpellata dalla stampa, la commissione europea dice: “L’Italia è uno Stato sovrano. Vedremo se riceveremo informazioni e quando riceveremo informazioni su queste idee concrete, se sono in discussione o no. Di nuovo, non abbiamo ricevuto informazioni, una volta che le riceveremo le analizzeremo”. Sulla possibilità che eventuali accordi Musk possano coesistere con il progetto europeo Iris2, diretto concorrente di Starlink, il portavoce ha aggiunto: “Dovrò controllare i dettagli tecnici, ma di sicuro l’Italia farà parte del progetto Iris”.

L’opposizione reclama la necessità di un coinvolgimento del Parlamento: “Ricordo che in Italia esistono ancora delle leggi e che nessuno ha abolito il Parlamento. Il governo non può dare un miliardo e mezzo a un privato senza gara o comunque evidenza pubblica”, dice Matteo Renzi, leader di Italia Viva. L’ex premier aggiunge: “Se Musk vuole i soldi dei contribuenti italiani, Meloni deve spiegare perchè, come e quando. Mi sembra il minimo, no? Su questa cosa andremo fino in fondo”. Uno dei temi, infatti, riguarda le procedure di questo eventuale accordo e la trasparenza necessaria. “Rischia molto Meloni, ma in Italia ci sono l’Anac, l’AgCom, la Corte dei Conti…”, evidenzia un avversario della premier che conosce molto bene la normativa.

Italia Viva è arrivata per prima, ma anche le altre opposizioni si mobilitano contro questo possibile accordo: “Trovo estremamente pericoloso siglare contratti con Starlink mettendo pezzi della nostra sicurezza in mano ad un pazzo sempre più fuori controllo”, dice Carlo Calenda. Il Pd chiede che il governo vada in Aula: “Parliamo di ingenti risorse pubbliche che regaleremmo a una società satellitare le cui performance sono inferiori ai target europei fissati al 2030. Siamo di fronte a notizie inquietanti ed è necessario che il governo venga al più presto in Parlamento a chiarire”. Per Riccardo Magi di +Europa siamo di fronte a “una questione delicatissima per la sicurezza del nostro Paese. Che lo faccia un esecutivo che si definisce dei patrioti, poi, è il colmo”. Angelo Bonelli di Europa verde accusa: “La sicurezza del Paese non può essere ceduta a Musk”.

In difesa della trattativa arriva l’uomo di Musk in Italia, Andrea Stroppa, che in un lungo tweet difende i satelliti di Starlink. Il sistema, dice Stroppa, “è molto sicuro. Utilizza i protocolli di crittografia più avanzata, modulazioni complesse di frequenze, un sistema dinamico dei satelliti per essere resistente ad attacchi, utilizza gli inter-satellite links. Mentre non ci sono notizie pubbliche di sabotaggi di reti satellitari a bassa orbita, sono numerosi i sabotaggi con grandi danni ai cavi”. Sul rischio di vendita dei dati all’estero assicura: “Esistono delle configurazioni che permettono di avere il pieno controllo dei dati e una completa sovranità sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista legale”. Una tesi, questa, sostenuta anche da ambienti della Difesa nei mesi scorsi. Siccome è tutto crittografato, i satelliti servirebbero solo come mezzo di trasporto e anche le comunicazioni militari più delicate sarebbero al sicuro.

Questa impostazione, però, non convince le opposizioni. Non è da escludere che la faccenda sia stata trattata nelle segrete stanze del Copasir, dove il sottosegretario è stato convocato per oggi alle 14. All’ordine del giorno c’è il caso Sala. Ma la discussione, oltre che ai temi trattati da Meloni e Trump l’altra sera, potrebbe essere stata allargata al rapporto del governo con Musk. Che, intanto, su X scrive: “Pronti a fornire all’Italia la connetività più avanzata e sicura!”. Passano poche ore ed ecco l’endorsement dell’altro amico di Musk del governo, Matteo Salvini:  “Musk è un protagonista dell’innovazione a livello mondiale: un eventuale accordo con lui per garantire connessione e modernità in tutta Italia non sarebbe un pericolo ma una opportunità. Confido che il governo acceleri in questa direzione, perché offrire servizi migliori ai cittadini è un dovere”. Meloni fa una mezza smentita, lui rincara la dose.

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