È giunta al termine la campagna di Legambiente “Operazione Fiumi 2024”, che ha percorso 13 corsi d’acqua veneti raccogliendo, in 52 punti lungo le aste fluviali, 120 campioni d’acqua per sottoporli ad analisi di laboratorio. I parametri osservati in questa quarta edizione, oltre al batterio Escherichia coli, sono gli inquinanti chimici Glifosate e i PFAS (sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate).
Oltre al riassunto delle otto tappe estive che hanno già messo in evidenza i parametri della depurazione (batteri fecali) che affligge puntualmente i corsi d’acqua della nostra regione, Legambiente ha presentato recentemente i dati relativi a Glifosate e PFAS rilevati con i campionamenti effettuati dai volontari tra i mesi di maggio e giugno.
«I dati raccolti dal monitoraggio che abbiamo svolto sulla contaminazione da PFAS nei nostri corsi d’acqua dimostrano come questi inquinanti siano presenti anche in luoghi lontani dalla pesante contaminazione venuta alla luce nel 2013 e che interessa le province di Vicenza, Verona e Padova – spiega Piergiorgio Boscagin della Segreteria di Legambiente Veneto –. Ai dati dei fiumi che attraversano i luoghi della contaminazione storica, Fratta Gorzone, Retrone e Bacchiglione, si aggiungono corsi d’acqua quali il Sile, il Dese e, in alcuni punti, anche l’Adige. Situazione che preoccupa e che dimostra una volta ancora, come sia necessario un monitoraggio accurato delle molte fonti legate al rilascio di questi pericolosi inquinanti».
PFAS
La normativa attuale non definisce limiti per tutte le sostanza PFAS rivelate, anche se è in corso la regolamentazione di alcune di esse, come i PFOS e PFOA per i quali sono stabiliti standard di qualità ambientale espressi come valore medio annuo (SQA-MA): per PFOS 0,65 ng/l e i PFOA (100ng/l). Poiché i rilevamenti di Legambiente sono puntuali, sono stati messi a confronto con le serie storiche di dati estratti dalle stazioni di campionamento di ARPAV, una a monte e una a valle rispetto al punto di campionamento di Operazione Fiumi.
In 15 dei 16 punti di campionamento sono stati rilevati almeno uno dei 28 composti PFAS e in tali punti il confronto con le serie storiche dei dati Arpav ha messo in evidenza anomalie in 6 campioni. Per “anomalie” si intendono i casi in cui il composto è stato rilevato sopra il limite di rilevabilità, seppur a basse concentrazioni, ma non era mai stato rilevato prima. I fiumi che si confermano più problematici sono il Fratta-Gorzone, lungo tutta la tratta da Cologna Veneta alla confluenza nel Brenta, il Retrone a Vicenza e il Sile.
«I PFAS stanno contaminando la nostra esistenza, e la loro presenza, sia diffusa e ubiquitaria che gravemente puntale, necessita risposte da parte di tutte le autorità pubbliche che devono fare ognuna la loro parte, agendo con bandi a produzione e utilizzo, regolamenti d’uso, limiti restrittivi, bonifiche e condanne per gli inquinatori» ha dichiarato Giulia Bacchiega, vicepresidente di Legambiente Veneto, che ha sottolineato anche come l’obiettivo più importante a cui mira la campagna di Operazione Fiumi è quello di alzare il livello di attenzione sul concetto di ripristino fluviale e sui suoi benefici, esortando la politica a prendere immediate misure per proteggere e stimolare comportamentali sostenibili per una più rapida transizione verso un’economia e uno stile di vita più sostenibili».
Glifosate
Erbicida ad ampio spettro di azione che viene usato sistematicamente in agricoltura e vivaistica per eliminare le piante infestanti, il Glifosate, il cui valore limite stabilito dalla legge per le acque di superficie è stabilito a 0,1 μg/L (microgrammi/litro), è ampiamente utilizzato e nei fiumi del Veneto è notevolmente presente insieme al suo composto di degradazione intermedio (AMPA), come riscontrato dai rilievi di ARPAV. Nei campionamenti il valore limite è stato superato solo in tre punti nel Canalbianco a Loreo, nel Sile a Cavallino Treporti e nel Dese a Venezia.
Escherichia Coli
Sul fronte della depurazione il 17% dei punti monitorati (9 su 52) presenta valori superiori il limite di legge di 5.000 MPN/100ml e il 52% (27 su 52) valori superiori all’indice di buona qualità suggerito da Arpav dei 1.000 MPN/100ml. (Tutti i risultati nelle pagine 14 -17 del report). I limiti di concentrazione di Escherichia Coli nelle acque superficiali sono definiti dalla legge italiana solo per quanto riguarda il limite di concentrazione consentito in uscita dagli impianti di depurazione, pari a 5000 MPN/100mL (D.Lgs 152/2006). Non sono definiti limiti per la concentrazione del batterio nelle acque di superficie. Tuttavia, convenzionalmente, si utilizza come riferimento per gli standard di qualità dei fiumi il valore limite di 1000 MPN/100mL.
Tra le maggiori criticità, già ampiamente segnalate nel corso della campagna, si trova il fiume vicentino Retrone, la cui situazione è preoccupante per entrambi i punti monitorati che, per il quarto anno consecutivo, presenta valori fuori scala di batteri fecali. Forti criticità persistono anche per il Bacchiglione, con riferimento al prelievo effettuato nelle vicinanze di Ponte Debba, a Vicenza, dove quest’anno la presenza di batteri fecali risulta oltre 5 volte superiore al limite di legge consentito allo scarico (5000 MPN/mL). Il canale Piovego, che scorre a Padova unendo il Brenta al Bacchiglione, nell’unico punto analizzato ha superato il valore limite di 5000 MPN/100mL, con un valore di 6867 MPN/100mL. Riguardo all’Adige, su 7 punti monitorati lungo l’asta del fiume, due campioni presentano valori superiori a 5000 MPN/100mL e 5 punti superano i 1000 MPN/100mL. Tutti i 5 punti di monitoraggio del fiume Livenza sono risultati sopra il valore dei 1000 MPN/100mL e 3 punti addirittura sopra il valore dei 5000 MPN/100mL. Particolarmente preoccupante è il picco di concentrazione di batteri fecali riscontrato a Motta di Livenza in località Colmello Albano arrivato a 24.196 MPN/100mL.
La campagna di citizen science e ambientalismo scientifico di Legambiente Veneto è stata realizzata grazie al supporto tecnico di ARPAV, con il contributo di COOP Alleanza 3.0, con il patrocinio dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po e dell’Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali e con il partner tecnico Strada Srl.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link