Musk, Avs e Pd: ‘Meloni venga alla Camera’ – Notizie

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 Avs e il Pd hanno chiesto alla Camera che la premier Giorgia Meloni riferisca in Parlamento sullo stato delle trattative con Elon Musk per l’eventuale affidamento a Space X dei servizi di connettività dell’amministrazione pubblica italiana.
Ad inizio seduta hanno avanzato la richiesta alla vicepresidente Anna Ascani prima Filiberto Zaratti di Avs e poi Andrea Casu del Pd. “Rabbrividiamo all’idea che l’Italia e l’Europa apprendano notizie – ha commentato Casu – da due fonti: quelle giornalistiche d’oltreoceano e dai post su X di Musk”. 

 “Sarà fantastico. Anche altri Paesi in Europa chiederanno di usufruirne”. Così Elon Musk su X risponde al vicepremier Matteo Salvini che ieri, sulla stessa piattaforma, aveva auspicato un accordo per l’utilizzo di Space X considerandolo un’opportunità. 

 

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E Andrea Stroppa, referente italiano di Elon Musk, in un post su X nel quale simula una sessione di Q&A(domande e risposta) sulla situazione dei satelliti in Europa, afferma che ‘di certe notizie non c’e’traccia da nessuna parte “Perché non bisogna parlarne, sennò i padroni si arrabbiano. Hai letto stamattina i giornali, no? L’ordine è “Musk cattivo, Meloni venduta”. 
Stroppa afferma che L’Italia con 500 milioni spesi ha solo il 3,4% nel consorzio europeo per il lanciatore Ariane6 , nel quale, afferma, non c’e’ nessun italiano che decide e per un razzo “nato già vecchio” che ha fatto il suo primo lancio a fine del 2024 e dice ” ironia della sorte si sono dovuti fermare di nuovo prima di lanciarlo perché ha problemi tecnici”.  “L’Europa ha un razzo per lanciare i satelliti a bassa orbita si chiama Ariane6 che andrà a sostituire un vecchio razzo chiamato Ariane5 – scrive ancora Stroppa. “Tutto è iniziato il 2 dicembre 2014 (Renzi PdC, Calenda Ministro) con una riunione operativa degli Stati Europei. C’era ovviamente anche l’Italia con il suo governo.
L’obiettivo era quello di avere il razzo Ariane6 pronto per il 2020″. Ma, dice poi, “nel 2020 non c’era ancora nulla. L’unica cosa che saliva alle stelle erano i soldi pubblici che venivano dagli Stati europei per finanziare il progetto”, “pubblicamente si sa che sono stati spesi oltre 4 miliardi di euro di cui 500 milioni italiani”. E con mezzo miliardo risponde Stroppa ad una domanda retorica non siamo terzi nel consorzio ma abbiamo il 3%.
“L’Italia, – sostiene – nel consorzio delle aziende ha il 3,4%.
Il 74% è di un gruppo a maggioranza francese con una compagine minoritaria tedesca. 8,3% è direttamente di un gruppo tedesco e il 3,4% italiano. Il resto suddiviso fra altre aziende dei diversi paesi europei”. E, si chiede in un’altra domanda retorica: “Nel consorzio c’è qualche italiano che decide?”, “No, mi dispiace. Nemmeno uno”, è la risposta. E ancora: “Ma almeno lanciamo da qualche base italiana?”, “No, mi dispiace.
Francese”.
“Cioè, abbiamo messo tutti quei soldi ci siamo beccati in silenzio un ritardo di anni e non contiamo niente. Uffa. Vabbè, ma almeno il razzo come sta andando?”, scrive ancora Stroppa, simulando un’altra domanda. “Male, per Dio, ha fatto il suo primo lancio a fine 2024. Dopo 10 anni dall’annuncio e 4 anni di ritardo dalla tabella di marcia. È nato già vecchio e ironia della sorte si sono dovuti fermare di nuovo prima di lanciarlo perché ha problemi tecnici”. 

 

 

Il thread di Andrea Stroppa su X

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