«Niente terzo mandato. Decaro il nostro bomber, liste rinnovate». L’intervista

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Segretario Domenico Desantis, iniziamo da un bilancio del 2024: che anno è stato il 2024 per il Pd pugliese e per il centrosinistra?

«Per la prima volta in una elezione nazionale, il Pd è primo partito in Puglia, grazie al lavoro di radicamento e alla proposta politica, grazie a tutti i candidati e al risultato straordinario di Antonio Decaro. Internamente è stato l’anno del protagonismo dei giovani, su cui abbiamo puntato molto dando vita alla scuola di formazione politica “Mimì Ranieri”, al mensile “Insieme per la Puglia”, alla nostra rete di feste de l’Unità, alla straordinaria mobilitazione contro l’autonomia differenziata. Stiamo costruendo una nuova classe dirigente».

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Il 2025 è iniziato portandosi dietro due polemiche post Bilancio: la norma che di fatto impedisce ai sindaci di candidarsi alle Regionali e l’emendamento M5s sulle nomine regionali che ha fatto arrabbiare il governatore Emiliano. Qual è la posizione del Pd sulle due leggi? Siete favorevoli ad abrogarle?

«In entrambe le norme ci sono disposizioni con profili di incostituzionalità: non si può impedire ai sindaci di candidarsi per legge, per noi bisogna tornare indietro. Così come è inaccettabile la filosofia generale della norma contro i candidati non eletti: non avremmo dovuto nominare una scienziata prestigiosa come Luisa Torsi, presidente dell’Arti perché è stata candidata? Quanto allo scontro sull’emendamento 111 sono stati commessi diversi errori, sia in Aula che dopo, ma la questione è puramente tecnica ed attiene al funzionamento del Consiglio. Nei prossimi giorni svolgeremo il gruppo Pd e incontreremo la maggioranza per definire insieme scelte politiche e una soluzione tecnicamente inoppugnabile».

I prossimi saranno gli ultimi mesi della seconda legislatura Emiliano, che bilancio fa di questi quasi 10 anni?

«Sono stati gli anni della crescita economica della Puglia, della diversificazione industriale della dinamicità delle imprese locali. In 10 anni il Pil passa da 70,8 miliardi a 84,5 miliardi del 2024 e praticamente senza l’acciaio tarantino. Ed è cresciuto anche il lavoro, con un aumento degli occupati di 120mila unità. Certo, esiste una povertà diffusa, perché oggi in Italia puoi anche lavorare ma resti povero se il lavoro è sottopagato, serve il salario minimo e una politica di contrattazione nazionale che porti in alto i salari. Sulla cultura, sul cinema, sul turismo si è proseguito il lavoro del decennio precedente. Siamo passati dai 4 milioni del 2015 ai 10 milioni di passeggeri del 2024 negli scali pugliesi. Sul terreno ambientale è stata fatta una rivoluzione, dieci anni fa c’erano 54 infrazioni europee per gli sversamenti illegali e per la mancata depurazione, grazie al lavoro di Gianni Giannini e dell’Aqp dal 2 gennaio sono azzerate e l’acqua viene riutilizzata per i nostri agricoltori. L’agricoltura si è trasformata in agroindustria. Sono in costruzione due grandi ospedali moderni che si apriranno entro l’anno e altri due sono in itinere. Sono stati rinnovati 950 pullman extraurbani, i bus urbani, oltre il 70% della flotta ferroviaria, sono stati messi in sicurezza ed elettrificati migliaia di chilometri di rete da Loizzo in poi. Questa è la terra del reddito di cittadinanza, della legge sulla partecipazione, sul lobbing, sull’antimafia sociale, della fondazione di Fumarulo, dei Lea applicati direttamente, della procreazione medicalmente assistita e del social freezing. La Puglia prima regione italiana per trapianti di cuore superando la Lombardia, la messa in sicurezza di Aqp pubblica, la grande battaglia per la decarbonizzazione».

La sanità, nella sua declinazione “liste di attesa”, resta un tallone di Achille. I sindacati protestano, anche in questi giorni, i pugliesi si lamentano. Possibile che non ci sia una soluzione?

«Nel 2015 la sanità in Puglia contava 34mila operatori, oggi ne ha 44mila; che però sono sempre 16mila in meno della Toscana. Serve una distribuzione più equa del fondo sanitario nazionale altrimenti non sarà una soluzione strutturale. Piemontese sta lavorando intensamente. In più siamo la prima Regione ad adottare la riforma Speranza. Abbiamo investito 54 milioni di euro, con un governo nazionale che taglia i fondi alla sanità è uno sforzo imponente. I medici di famiglia saranno disponibili ai cittadini h12 e quando saranno completate le case di comunità per ospitarli sarà garantita una assistenza h24. Questo ridurrà l’intasamento dei pronto soccorso con i codici bianchi e stimolerà una medicina più vicina ai cittadini».

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Quali sono, invece, gli obiettivi finali da raggiungere in Regione nell’ultimo scorcio di legislatura?

«Come dicevo, ci sono intere fasce della popolazione in povertà. Abbiamo presentato una legge sulla povertà alimentare che prova a dare un segnale forte a queste fasce. Questa regione fu la prima con il Red a creare uno strumento universale per aiutare le parti più deboli della società, ben prima del reddito di cittadinanza. Oggi serve una nuova forte azione. Più in generale dobbiamo implementare “Mare a sinistra” per far tornare qui i tanti giovani che sono andati via. Dobbiamo proiettare la Puglia nel nuovo mondo che cambia. Gli investimenti sullo spazioporto e sull’idrogeno, nei prossimi anni dobbiamo trasformarli in filiera produttiva, con la nascita di nuove imprese e nuovo lavoro di qualità».

Regionali: il Pd dopo essersi “sacrificato” su Bari non vorrà mica perdere anche la guida della coalizione di centrosinistra alle Regionali? Lo saprà, negli ambienti emilianisti circola il nome dell’assessore Alessandro Delli Noci.

«In Puglia c’è una classe dirigente diffusa. Il Pd è la principale forza della coalizione e farà la sua proposta. A partire dal progetto per la Puglia che definiremo nella conferenza programmatica. Discuteremo con tutta la società pugliese e gli alleati. A valle presenteremo la nostra proposta alla coalizione e decideremo insieme».

Senza girarci troppo attorno, Decaro è certamente il candidato più forte che il Pd possa esprimere in questo momento in Puglia per la successione a Emiliano. Sarebbe un autogol privarsi del proprio “bomber”, è d’accordo?

«Ho imparato a giocare a calcio nella piazzetta del Redentore, sono abituato a segnare nella porta avversaria. Decaro è stato un ottimo sindaco, ha spinto la vittoria del Pd nel sud. Assieme ad Emiliano è il simbolo di un Mezzogiorno che prende in mano il suo destino, che sa decidere del proprio futuro in autonomia. È amato dalla gente e i pugliesi tutti i giorni ce lo ricordano. Ora lui dirige la più importante commissione del parlamento europeo. Di certo, se lui fosse disponibile, sarebbe un ottimo candidato».

Invece l’ipotesi terzo mandato per Emiliano è da escludere del tutto? A proposito di Emiliano, l’altra voce insistente che circola è che possa candidarsi come consigliere nella lista Pd, c’è questa possibilità?

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«Il terzo mandato non ci sarà per la indisponibilità di Emiliano e per la sua generosità a costruire un ricambio generazionale, tra l’altro a differenza del passato ha costruito una intera classe dirigente pronta al Governo. Sul resto vedremo».

Restando sulle Regionali, che coalizione immagina? Azione, Italia Viva e M5s ci sono nonostante le frizioni a livello nazionale e anche locale in Puglia?

«Ogni giorno ci sono polemiche contro di noi, ma non rispondiamo a chi attaccando noi vuole lucrare qualche voto, lavoriamo per l’unità. L’altro giorno anche Nichi Vendola ci ha ingenerosamente attaccato, dimenticando qualche inciampo morale e trasformistico che ha contrassegnato la sua stagione. Per quel che mi riguarda, da quando guido il Pd abbiamo allontanato chi ha sbagliato. Siamo convintamente contro il clientelismo, il nepotismo e il familismo soprattutto quando quest’ultimo si pratica nei listini bloccati. Finalmente Nichi rivendica la centralità dei partiti e abbandona la pratica del leaderismo attraverso il civismo che ha alimentato quando era presidente. Ma come noto dobbiamo aprirci alla migliore società civile per vincere, al centrosinistra servono figure civiche come Michele Laforgia, Alessandro Delli Noci e Sebastiano Leo.

Nella lista del Pd ci saranno novità?

«Noi faremo liste rinnovate con tanti giovani e donne, tenendo alta l’asticella della legalità. Non faremo sconti nel Pd ma anche con gli alleati. Stop ai Cassano ma anche ai Soumahoro. Ma non andremo dietro alle polemiche, Il nostro avversario è la destra, la peggiore destra europea. Dividerci e litigare tra noi spianerebbe la strada agli amici di Orban e della Le Pen. Questo lo ricordo a me stesso, ai nostri alleati e anche ai “saggi” del centrosinistra. Dobbiamo unire tutte le forze che sono alternative al governo Meloni, se non vogliamo che governi per vent’anni».

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