I Fenici erano un popolo di lingua semitica, strettamente imparentato con gli antichi Ebrei e altri popoli cananei. Abitavano un territorio che corrisponde all’odierno Libano e vivevano in città-stato indipendenti come Biblo, Tiro e Sidone, che fungevano da centri principali della loro cultura. Nonostante la loro frammentazione politica, i Fenici eccellevano nel commercio marittimo e nella diffusione culturale.
Il termine “Fenici” è viene dai greci, mentre i testi antichi si riferiscono a loro attraverso i nomi delle città-stato. Tra queste, Tiro e il suo celebre re Hiram I (circa 971-939 a.C.) sono menzionati nella Bibbia per la loro collaborazione con re Salomone nella costruzione del Tempio di Gerusalemme, fornendo legname di cedro.
Il pantheon fenicio rifletteva la loro posizione geografica strategica. Situati tra Egitto, Anatolia, Mesopotamia e il cuore della civiltà cananea, i Fenici adottarono e adattarono molte divinità straniere, mentre alcune delle loro divinità, come Astarte, divennero figure centrali in altre culture mediterranee. Ogni città aveva però il proprio dio principale: Melqart era venerato a Tiro, El/Baal a Sidone e Baalat a Biblo, ognuno accompagnato da consorti e divinità secondarie.
Rituali e sacrifici: misteri e controversie
La religione fenicia, nonostante la sua importanza, rimane in parte avvolta nel mistero a causa della scarsità di fonti primarie complete. I testi fenici sopravvissuti sono frammentari, e molte delle informazioni provengono da fonti esterne, come i testi biblici e classici, spesso influenzati da pregiudizi.
Uno degli aspetti più controversi della religione fenicia è la presunta pratica del sacrificio umano. Molte fonti sostengono che i sacrifici umani fossero parte integrante delle loro celebrazioni religiose. Tuttavia, la prova archeologica diretta è limitata, probabilmente a causa della distruzione di siti sacri o della mancanza di scavi nelle aree chiave.
Numerosi passaggi biblici accennano a sacrifici umani tra i Fenici e i loro vicini. Geremia 7:31 descrive bambini bruciati nel “fuoco”, sebbene non specifichi il dio a cui erano dedicati. Altri riferimenti, come in II Re 17:16-17, citano esplicitamente Baal come destinatario di questi sacrifici:
E lasciarono tutti i comandamenti del Signore loro Dio, e si fecero delle immagini fuse, due vitelli, e fecero un asceta, e adorarono tutti gli eserciti del cielo, e servirono Baal. E fecero passare i loro figli e le loro figlie attraverso il fuoco.
Molti studiosi interpretano il “passare attraverso il fuoco” come un rituale in cui le vittime venivano bruciate vive.
Cartagine: erede e innovatrice
Con la fondazione di Cartagine nell’814 a.C. da coloni di Tiro, la cultura fenicia trovò una nuova espressione nel Mediterraneo occidentale. Cartagine divenne un potente impero che dominava il Nord Africa, la Spagna meridionale e molte isole del Mediterraneo. Pur sviluppando una cultura distinta che mescolava elementi fenici, greci e africani, la religione cartaginese rimase profondamente radicata nelle tradizioni fenicie.
Baal Hammon, Tanit e Reshef erano le divinità principali del pantheon cartaginese, e come a Tiro e Sidone, i rituali spesso includevano sacrifici umani. Uno dei resoconti più cruenti proviene da Diodoro Siculo, uno storico greco del I secolo a.C., che descrive un rituale in cui bambini nobili venivano sacrificati a Crono (il nome greco per Baal):
C’era nella loro città un’immagine di bronzo di Crono, che estendeva le mani, con i palmi rivolti verso l’alto e inclinati verso il terreno, così che ognuno dei bambini, quando vi veniva messo sopra, rotolava giù e cadeva in una specie di fossa spalancata piena di fuoco.
Questo rituale, per quanto brutale, è corroborato da fonti bibliche e da alcune prove archeologiche. I tofet, cimiteri sacri contenenti urne con resti cremati di neonati e animali, sono stati scoperti a Cartagine e in altri insediamenti fenici. Il tofet di Cartagine, il più grande conosciuto, contiene circa 20.000 urne e rappresenta una testimonianza tangibile di questi sacrifici.
La pratica dei sacrifici umani non era limitata a Cartagine. Tofet sono stati rinvenuti anche a Hadrumetum in Tunisia, Mozia al largo della Sicilia e in Sardegna. Un’altra prova significativa proviene dal Mausoleo di Pozo Moro, un monumento funerario scoperto in Spagna e datato al VI secolo a.C., che raffigura scene che gli studiosi interpretano come sacrifici rituali.
Nonostante queste scoperte, il dibattito persiste. Alcuni studiosi suggeriscono che i tofet potrebbero rappresentare semplicemente cimiteri infantili, mentre altri sottolineano che le descrizioni classiche e bibliche potrebbero essere esagerate per demonizzare i Fenici e i Cartaginesi, considerati nemici rispettivamente dagli Israeliti e dai Romani.
La religione fenicia e cartaginese è un affascinante esempio di come le credenze si evolvono e si adattano attraverso le migrazioni e le interazioni culturali. I Fenici e i Cartaginesi hanno lasciato un segno indelebile nella storia, non solo attraverso il commercio e la cultura, ma anche attraverso le loro controverse pratiche religiose. Sebbene le prove archeologiche siano frammentarie, l’insieme delle fonti antiche e moderne offre uno sguardo unico su una tradizione religiosa che ha suscitato meraviglia, timore e orrore.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link