Autonomia differenziata, Lancet: aumenterà disparità sanitaria tra Regioni. Ecco le criticità

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Autonomia differenziata

08 Gennaio 2025

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La legge sull’autonomia differenziata, se approvata, “decentralizzerà ulteriormente la governance sanitaria dell’Italia, ampliando la frammentazione e le disparità tra le regioni invece di promuovere una raccolta e una condivisione armonizzate dei dati


La legge sull’autonomia differenziata, se approvata, “decentralizzerà ulteriormente la governance sanitaria dell’Italia, ampliando la frammentazione e le disparità tra le regioni invece di promuovere una raccolta e una condivisione armonizzate dei dati. L’armonizzazione legislativa a livello nazionale è essenziale per stabilire una rete di dati sanitari unificata in Italia”. A sottolinearlo un’editoriale di ‘The Lancet Regional Health Europe’ che ha in copertina la bandiera tricolore. Una rete unificata “supporterà l’interoperabilità dei dati, la telemedicina e la digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale, sfruttando al contempo iniziative europee come il ‘Data Governance Act’, che promuove la condivisione sicura ed etica dei dati, l”European Health Data Space’, che mira a consentire l’assistenza sanitaria transfrontaliera e a promuovere la ricerca, e l”Ai Act’, che cerca di regolamentare un’intelligenza artificiale affidabile e trasparente nell’assistenza sanitaria”, evidenzia l’editoriale.

Il focus di ‘The Lancet Regional Health Europe’ sulla sanità italiana ricorda che “entro il 2050 la popolazione scenderà di circa l’8%, passando da 59 milioni nel 2022 a 54,4 milioni, a causa dell’invecchiamento crescente e del calo del tasso di natalità. Entro il 2050, oltre il 35% degli italiani avrà più di 65 anni, mentre i bambini di età inferiore ai 14 anni rappresenteranno solo l’11,7% della popolazione. Senza riforme, questo cambiamento demografico metterà a dura prova i sistemi sanitari e sociali – rimarca l’editoriale – Una delle principali debolezze del sistema sanitario in Italia è la frammentata infrastruttura dei dati sanitari: non esiste un sistema unificato e centralizzato per la documentazione e la condivisione delle cartelle cliniche elettroniche (Ehr), dei dati ospedalieri e delle cartelle dei medici di base”.

Secondo gli autori dell’editoriale, “la causa principale è l’ampia autonomia regionale, con 20 regioni che operano in modo indipendente e implementano politiche e tecnologie diverse, creando frammentazione normativa e inefficienze. La scarsa interoperabilità tra regioni e ospedali, oltre alla mancanza di sistemi di caricamento automatico dei dati nelle strutture private, compromette l’efficacia del Fascicolo sanitario elettronico, il sistema della cartella clinica nazionale italiana è progettato per tracciare la storie clinica dei pazienti, rendendolo ampiamente inefficace a causa di questi difetti strutturali”.

Il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, commentando l’editoriale sottolinea come “contro i rischi dell’autonomia differenziata, l’antidoto è sempre lo stesso: un ruolo più forte del Ministero della salute, che metta in atto politiche per appianare le disuguaglianze e uniformare i sistemi di raccolta dei dati. E, questa volta, non siamo solo noi a dirlo, ma l’editoriale di The Lancet Regional Health Europe”. Alla radice, secondo il presidente Fnomceo “l’ampia autonomia regionale, con 20 regioni che operano in modo indipendente e implementano politiche e tecnologie diverse, creando frammentazione normativa e inefficienze”. E implementando la mobilità sanitaria, con cittadini che si spostano da Sud a Nord per curarsi e con un ulteriore effetto collaterale: la duplicazione degli stessi esami, perché le infrastrutture elettroniche delle diverse Regioni non sono in grado di dialogare tra loro, con conseguente spreco di risorse. “A volte gli stessi dati non sono leggibili all’interno di una stessa Asl, ad esempio tra ospedale e territorio o tra due ospedali, a tutto discapito dei cittadini e anche di un appropriato uso delle risorse. E anche la ricerca ne risente, non potendo utilizzare tutti i dati disponibili. Da qui la richiesta di un’iniziativa politica forte a livello nazionale – aggiunge Anelli – che la Fnomceo chiede da tempo, per colmare le disuguaglianze. E la riforma sull’autonomia differenziata, come rileva lo stesso editoriale, non farà che peggiorare le cose, in assenza di questo correttivo”. 


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