Caso Todde devastante: Campo largo di nuovo all’anno zero

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La notifica della Corte d’Appello che chiede la decadenza della governatrice della Sardegna Alessandra Todde per irregolarità nelle spese elettorali crea imbarazzi e malumori nel Campo largo, non solo nel Pd ma anche nel M5S


Si è sbriciolato in un amen il modello Sardegna. L’accordo fra Pd e 5Stelle che fece brillare per diverse settimane la luce del campo largo e che portò all’elezione della grillina Alessandra Todde si ritrova a dover fare i conti con la notifica della Corte d’Appello che ora ne chiede la decadenza per irregolarità nelle spese elettorali. Non solo: è possibile anche l’apertura di un’inchiesta della procura che ha ricevuto l’incartamento.

Imbarazzo generale. Il modello tanto decantato da Pd e 5Stelle rischia di finire anzitempo. E adesso cosa succederà? Al Nazareno le bocche restano cucite. Nel M5S la difesa d’ufficio nei confronti di Todde c’è, ma ha innescato malumori in una fase già complicata per il Movimento, dopo la rottura traumatica con Beppe Grillo.

CENTRODESTRA ALL’ATTACCO

Un contesto che di fatto favorisce il centrodestra, che non a caso ne chiede le dimissioni. Matteo Salvini, come al solito, è il più lesto e il più netto: «Che figuraccia: se le accuse venissero confermate spero che i sardi possano tornare a votare subito, le regole vanno rispettate». Rincara la dose Roberto Vannacci: «Con il ritorno al voto, la Sardegna potrà finalmente liberarsi degli incompetenti».

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Dall’altra parte, il centrosinistra cerca ufficialmente di difendere la governatrice in carica, ma dietro le quinte rumoreggia in questi termini: «Errori di sciatteria, controprova dell’inadeguatezza grillina». Ovviamente la diretta interessata non accetta quello che sta succedendo.
«Non sono decaduta, sono nelle piene funzioni di presidente della Regione Sardegna. Conosco la mia situazione e mi attengo ai fatti. Quel che è arrivato dalla Corte è un atto amministrativo non definitivo. La decadenza può essere determinata solo dal Consiglio regionale, che voterà dopo l’istruttoria della Giunta per le elezioni» è la difesa di Todde dalla colonne del Corriere della Sera.
Ora la governatrice della Sardegna ha trenta giorni di tempo per preparare la sua strategia difensiva con i ricorsi sia al Tar che al Tribunale ordinario. Ne consegue che i tempi potrebbero essere molti lunghi e il percorso politico molto complesso.

Di sicuro, tutto questo ha un impatto sugli equilibri di coalizione. Il Pd, come si diceva sopra, è in forte imbarazzo per quanto successo. Pochissime le voci che si sono levate a difesa di Todde. Gianni Cuperlo, per esempio, si è servito dell’ironia sui social: «Attendo che Elon Musk intervenga con una dichiarazione di fuoco sul ricorso di Alessandra Todde. Ho piena fiducia nella trasparenza degli atti depositati e penso che la sua giunta proseguirà il suo lavoro». Più sfumata la posizione dell’eurodeputato Stefano Bonaccini, fino a qualche mese fa governatore dell’Emilia Romagna: «Come se ne esce dal caso Todde? Evitando vittimismi e fiduciosi che, nel massimo rispetto della magistratura, le questioni in ballo possano essere chiarite».

TODDE, IL CAMPO LARGO E L’IMBARAZZO DIFFUSO

Certo che lo scetticismo dell’ala più riformista del Pd si accresce in queste ore. Anche perché diversi parlamentari sono convinti che l’affaire Todde contribuirà a ridimensionare ancor di più le percentuali del M5S. Sia come sia, i trattativisti del Movimento e del mondo dem auspicano che i due leader – Conte e Schlein – possano incontrarsi per chiarirsi e stringere i bulloni di un’alleanza che va avanti a fasi alterne.

In queste ore Radio Montecitorio registra un dialogo ai minimi storici, e di sicuro la vicenda che coinvolge Todde ha acuito le distanze tra il Nazareno e il Movimento di Conte. Ecco perché la domanda che tanti si fanno nei palazzi della politica, in ferie fino a ieri per le festività natalizie, suona più o meno così: «Il 2025 sarà un anno di elezioni, sei regioni torneranno al voto: che ne sarà del campo largo?».

Lo scetticismo e l’imbarazzo del Pd sono un dato inconfutabile. Basta vedere il numero delle dichiarazioni da parte dei dem a sostegno di Todde. Poche, pochissime. E c’è chi sostiene che il malessere ci sia anche dalle parti grilline. Vittoria Baldino, deputata del M5S e figura di primo piano, afferma che non è così, che il gruppo dei 5stelle è tutto al fianco della governatrice della Sardegna: «Da parte nostra c’è il massimo sostegno e ha parlato Todde perché era giusto fosse lei a farlo. Le questioni che vengono sollevate non presuppongono la decadenza. Lei è stata eletta, sta lavorando bene e continuerà a farlo».

E l’irritazione del Pd? Risponde sempre Baldino: «Non mi risulta e non mi preoccupa. In Sardegna è stato fatto un lavoro che inizia ben prima delle elezioni e che sta dando i suoi frutti. Credo sia nell’interesse di tutti nella coalizione proseguire su questa strada qui e in altre Regioni».
Non è dato sapere come andrà a finire. A questo punto nessuno si sbilancia sulla sorte della coalizione di centrosinistra. Anche perché all’interno della compagine progressista c’è chi, come Renzi e Calenda, non gradisce il rapporto con i 5Stelle. Insomma, è nuovamente l’anno-zero per il campo largo, a maggior ragione dopo la “quasi fine” del modello Sardegna.


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