O le multe o piĆ¹ auto green. Non fa passi indietro la Commissione Ue davanti alle richieste del settore automotive Ue e di molti Paesi membri, i limiti per il 2025 restano quelli giĆ fissati con il Regolamento Auto. Lo ha annunciato il neo-commissario al Clima, Wopke Hoekstra, rispondendo a unāinterrogazione presentata da diversi parlamentari europei.
Quindi da questāanno le flotte delle case automobilistiche europee dovranno rispettare emissioni medie di 93,6 grammi di CO2/km.Ā Fino allo scorso dicembre il limite era fissato a 116 grammi di CO2/km (95 se con la vecchia omologazione Nedc), ma quasi tutte le aziende le hanno evitate. Per alcune ĆØ bastato vendere una quota di elettriche e ibride plug-in, altre hanno dovuto comprare crediti di carbonio da Tesla o da Geely.
Soglia di emissioni e multe per le aziende, cosa cambia dal 2025
Per rispettare le norme, i costruttori dovrebberoĀ ridurre la loro produzione di āoltre 2,5 milioni di veicoliāĀ ha spiegato de Meo. Ritardi sulle installazioni delle colonnine, incertezza sugli incentivi e uno scetticismo diffuso su questi tipi di motori sta ostacolando la vendita delle BEV in Ue. Una retromarcia, piĆ¹ che un rallentamento. Secondo il Ceo di Renault e presidente di Acea, ālāindustria Ue rischia multe per 15 miliardi di euroā.
Bruxelles, perĆ², non fa dietrofront. GiĆ una settimana fa, la Commissione aveva rispedito al mittente la richiesta dellāItalia e di altri Paesi europei di anticipare al 2025 la revisione delle norme. La vicepresidente esecutiva responsabile per Competenze e lavoro qualificato, Roxana Minzatu, ha ribadito le tappe:
- studio dāimpatto nel 2025;
- revisione legislativa nel 2026;
- stop alla vendita di auto a motore termico nel 2035.
Questāultima scadenza dipenderĆ dalle due precedenti: se dal settore automotive non arriveranno segnali incoraggianti, Bruxelles potrĆ modificare il regolamento ed eventualmente la scadenza del 2035. āIl regolamento richiede alla Commissione di preparare una relazione sui progressi compiuti entro il 2025. Sulla base di tale relazione,Ā la Commissione riesaminerĆ il regolamento nel 2026ā, ha chiosato la vicepresidente esecutiva Minzatu.
Nelle ultime ore Bruxelles ha confermato esplicitamente anche le multe per il 2025 evidenziando āpossibili problemi per la concorrenzaā. Un monito che lāormai ex Ceo di Stellantis Carlos Tavares aveva sempre condiviso nonostante le perplessitĆ dei dipendenti e dei concessionari.
Hoekstra: āImportanti costruttori si oppongono alla modifica del quadroā
Il commissario al Clima, Wopke Hoekstra ha spiegato che lāesecutivo: āĆØ consapevole che alcuni costruttori di auto sono preoccupati di non raggiungere il proprio obiettivo per le emissioni per il 2025ā ma ādiversi altri importanti costruttori sono fiduciosi e si oppongono alla modifica del quadro: la modifica delle norme causerebbe una distorsione delle condizioni di paritĆ e porrebbe tali produttori in posizione di svantaggio competitivoā. In altri termini,Ā rivedere adesso le norme danneggerebbe quelle aziende che hanno investito molto per aumentare la propria flotta di auto green in linea con la scadenza del 2025.
Le parole ricalcano quelle di Carlos Tavares che ha sempre ritenuto āsurrealeā lāipotesi di ācambiare ora le regole europeeā sulle emissioni di CO2. āTutti conoscono le regole da molto tempo, tutti hanno avuto il tempo di prepararsi e quindi adesso si correā, ha detto lo scorso ottobre il manager portoghese, rispondendo indirettamente alle rimostranze dellāAceaĀ (di cui Stellantis ĆØ entrata a fare parte solo dopo le dimissioni di Tavares).
Stellantis e il āFondo comune di emissioniā con Tesla
Di certo, tante cose sono cambiate dopo lāuscita di Carlos Tavares. Dopo lāingresso nella lobby dei costruttori europei, Stellantis ĆØ sempre piĆ¹ vicina a Tesla di Elon Musk, sempre piĆ¹ braccio destro di Donald Trump. Al tycoon ha offerto un assist Mark Zuckerberg che ha annunciato lāabolizione del programma di fact checking in nome della ālibertĆ dāespressioneā. Pochi giorni fa lo stesso Zuck ha annunciato lāingresso nel Cda di Meta John Elkann, che nel frattempo sta guidando ad interim la societĆ ad interim dopo le dimissioni di Tavares.
Ma a cosa stanno lavorando Stellantis e Tesla?
La holding multinazionale ha comunicato alla Commissione Ue lāintenzioneĀ di formare unĀ āfondo comune di emissioniā con Tesla. Insieme anche lei anche Toyota, Mazda e Ford.Ā In questo modo, le ditte europee potranno compensare le loro emissioni in eccesso con quelle di Tesla che sono pari a zero.Ā Chiaramente dietro pagamento di un prezzo, ovvero i certificati di emissione su cui ruota lāintero sistema dei crediti di carbonio.
Un bel vantaggio economico per il gioiello di Elon Musk che dal boom sui mercati azionari del 2009 al 2024 ha guadagnato oltre 11 miliardi di dollari vendendo crediti green ai suoi concorrenti. Il percorso del magnate americano potrebbe intrecciarsi per lāennesima volta con quelli europei, questa volta trattando nelle stanze dellāeconomia. Altre volte urlando nelle stanze della politica.
Due campi che mai come in questo periodo si intrecciano nella cruciale battaglia del settore automobilistico europeo.
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