Nei giorni scorsi, presso la Cardiologia dell’Ospedale Mauriziano di Torino (diretta dal dottor Giuseppe Musumeci), é stato eseguito dal gruppo dell’Emodinamica (Tiziana Aranzulla, Gianmarco Annibali e Giorgio Quadri), coordinato dal dottor Innocenzo Scrocca, un intervento innovativo per il trattamento della stenosi aortica. L’intervento è stato eseguito su un uomo di 85 anni che, oltre alla stenosi aortica, soffriva di una grave coronaropatia. Era indispensabile nella stessa seduta correggere la stenosi aortica e subito dopo disostruire le coronarie con un’angioplastica coronarica.
Per poter eseguire l’intervento combinato è stata usata una valvola aortica per via transcatetere (TAVI) di ultimissima generazione. In particolare, è stato eseguito il primo impianto in Italia della nuova valvola transcatetere Evolut FX+, che grazie al particolare design con tre celle ampie offre ai cateteri maggiore spazio di manovrabilità per poter facilitare l’accesso alle coronarie dei pazienti che necessitano o necessiteranno una reincanulazione coronarica.
L’impianto effettuato all’Ospedale Mauriziano segna un passo fondamentale nell’adozione di tecnologie all’avanguardia in Italia, confermando la struttura come uno dei centri di riferimento per l’innovazione in campo cardiologico. L’intervento è stato eseguito con successo e con un decorso post-operatorio regolare, e il paziente è stato dimesso in terza giornata.
“Siamo estremamente orgogliosi di essere i primi in Italia a realizzare questo impianto – ha dichiarato il dottor Giuseppe Musumeci, direttore della Cardiologia dell’Ospedale Mauriziano di Torino) –. Questo risultato non solo rappresenta un’importante pietra miliare per la nostra equipe, ma anche per tutti i pazienti che beneficeranno di trattamenti sempre più sicuri ed efficaci”.
Il Mauriziano continua a impegnarsi nella promozione della ricerca e dell’innovazione tecnologica, con l’obiettivo di garantire ai propri pazienti le migliori soluzioni terapeutiche disponibili. Infatti, sempre nella Cardiologia dell’ospedale torinese, è stato eseguito il primo intervento in una struttura pubblica italiana con l’utilizzo del sistema valvolare aortico ACURATE Prime, tra le più recenti ed innovative tecnologie per la sostituzione di valvola aortica transcatetere.
La stenosi aortica è la malattia valvolare più frequente nei Paesi occidentali a causa dell’invecchiamento della popolazione, con una prevalenza di circa il 3% nei pazienti con età superiore ai 75 anni e una mortalità dall’insorgenza dei sintomi di circa il 50% a distanza di tre anni. Le cause sono prevalentemente la sclerosi dei tessuti e la calcificazione della valvola aortica, causata appunto dal fisiologico invecchiamento dei tessuti, che portano a una riduzione della sua capacità di apertura durante la contrazione del ventricolo sinistro verso l’aorta. Ne risulta quindi una diminuzione della quantità di sangue, che fuoriesce dal cuore e quindi in tutto l’organismo.
Nelle forme meno severe la stenosi aortica è asintomatica, ma con l’aggravarsi della patologia insorgono i sintomi tipici, che consistono in affanno, dolore al petto e svenimento, principalmente ma non solo sotto sforzo. La mortalità per stenosi aortica severa dall’insorgenza dei sintomi, nonostante la terapia medica ottimizzata, è infatti del 25% a un anno e del 50% a due anni.
In aumento l’incidenza della stenosi aortica: circa il 2-3% nella popolazione di età maggiore di 65 anni. Sopra gli 80 anni, ne soffre una persona su quattro. Fino a circa 20 anni fa l’unica terapia a disposizione che potesse risolvere il problema della stenosi aortica era la sostituzione chirurgica della valvola aortica. Questo intervento a cuore aperto, effettuato solo in anestesia generale, veniva riservato esclusivamente a una fetta limitata di pazienti: quelli che, per giovane età o per buone condizioni fisiche, potevano affrontare i rischi di una chirurgia.
Nella speranza di poter garantire un trattamento efficace al maggior numero possibile di pazienti con stenosi aortica, in particolare a coloro che non sarebbero stati sottoposti ad intervento chirurgico, è stata sviluppata dai cardiologi negli ultimi anni la procedura di TAVI (dall’inglese Transcatheter Aortic Valve Implantation, ovvero sostituzione transcatetere della valvola aortica).
Questa procedura prevede la sostituzione della valvola aortica mediante l’impianto di una protesi che viene avanzata sino al cuore passando dall’arteria femorale (una arteria dell’inguine). La protesi viene impiantata al posto della valvola aortica e ne sostituisce in tutto e per tutto la sua funzione. Tale procedura, eseguita dai cardiologi interventisti, consente infatti di evitare l’intervento chirurgico e viene effettuato nella stragrande maggioranza dei casi in sola anestesia locale.
La procedura di TAVI ha dimostrato negli ultimi anni di produrre risultati superiori alla chirurgia nei pazienti per i quali l’intervento chirurgico tradizionale comporta rischi elevati, mentre ha dato risultati assolutamente comparabili a quelli chirurgici nei pazienti con rischio chirurgico più basso.
“Come evidenziato dai dati, è necessario intervenire precocemente quando si presentano i sintomi di stenosi aortica severa (dolore toracico, svenimenti e mancanza di fiato), in quanto da quel momento la mortalità diventa molto elevata – dichiara il dottor Musumeci –. Avere a disposizione queste nuove tecnologie per la sostituzione di valvola aortica transcatetere è quindi molto importante, in quanto offre diversi benefici che hanno una ricaduta rilevante sui pazienti che ne possono usufruire. Le particolari caratteristiche di semplicità e precisione di impianto ci permettono di ridurre i tempi in sala operatoria, oggi anche in una popolazione ancora più ampia di pazienti”.
Sempre Musumeci: “Oggi è necessario tenere sempre presente che l’innovazione medica e scientifica aumenta l’aspettativa di vita e quindi può essere necessario dover intervenire nuovamente su uno stesso paziente. Avere quindi l’opportunità di poter impiantare una seconda valvola oppure di accedere più facilmente alle arterie coronarie in caso di una malattia coronarica concomitante significa avere maggiori garanzie per la gestione del paziente durante tutto l’arco della vita, soprattutto nei pazienti più giovani”.
E ancora: “Quest’anno nel nostro reparto di Cardiologia dell’ospedale Mauriziano è stato superato per la prima volta il numero di 300 pazienti trattati con TAVI (intervento mininvasivo in anestesia locale e dimissione precoce senza necessità di riabilitazione), confermando questo come uno dei primi cinque centri in Italia (e il primo in Piemonte) per questa tipologia di interventi che stanno garantendo risultati clinici straordinari in termini di prognosi dei pazienti, con dati migliori rispetto a quelli dei principali registri europei e statunitensi. Inoltre anche il numero di pazienti affetti da malattie della valvola mitrale o tricuspidale trattati con intervento mini-invasivo di riparazione per via percutanea è stato molto alto, superando i sessanta pazienti trattati (anche in questo caso primo centro in Piemonte e tra i primi tre centri italiani) con ottimi risultati clinici per i pazienti”.
Questi risultati sono frutto della visione della direzione aziendale dell’Ospedale Mauriziano, che ha permesso di creare una rete con gli ospedali di Rivoli, San Luigi, Savigliano, Vercelli e Aosta, che hanno inviato presso il Mauriziano i pazienti affetti da malattie valvolari da sottoporre a TAVI o CLIP mitralica/tricuspidale. I cardiologi di questi ospedali sono stati coinvolti direttamente nelle procedure e hanno avuto modo di crescere professionalmente diventando operatori esperti e certificati.
La scommessa per il futuro sarà quindi quella di rendere possibile l’esecuzione di queste procedure presso centri non dotati di cardiochirurgia, ma con cardiologi interventisti esperti che si sono formati presso i centri con grande esperienza.
Redazione Nurse Times
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