Zuckerberg chiude il programma di fact-checking di Meta (e strizza l’occhio a Trump e Musk): «Torniamo alle radici sulla libertà di espressione»

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Mark Zuckerberg annuncia importanti novità sulle piattaforme e la collaborazione con il neo-presidente Donald Trump. Il capo di X approva il cambiamento (ispirato al suo social): «È davvero fantastico»

Mark Zuckerberg ha annunciato sui propri social i cambiamenti che presto avverranno sulle proprie piattaforme. Un 2025 subito impegnativo per il fondatore di Facebook, che poche ore fa aveva annunciato il nuovo cda, tra cui figura anche John Elkann. Lo scopo delle novità di Meta, secondo Zuckerberg? «Dare voce alle persone sulle nostre piattaforme».

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Il fallimento dei fact-checkers indipendenti

Come? «È tempo di tornare alle nostre radici sulla libertà di espressione», spiega l’imprenditore dal proprio profilo personale. Si comincia dai fact-checkers. Sulla falsa riga di X, anche i social di Meta adotteranno il sistema di Community Notes. Si partirà, ovviamente, dagli Stati Uniti (e in Europa Meta dovrà stare attenta a regole come quelle del Digital service act).
Nel blog post, Meta commenta che il ruolo dei fact-checkers indipendenti non è andato come previsto: «L’intenzione del programma era di far sì che questi esperti indipendenti fornissero alle persone maggiori informazioni sulle cose che vedono online, in particolare le bufale virali, in modo che potessero giudicare da soli cosa vedevano e leggevano. Non è così che sono andate le cose, soprattutto negli Stati Uniti. Gli esperti, come tutti gli altri, hanno i loro pregiudizi e le loro prospettive». E così si passa alle note della community: «Abbiamo visto questo approccio funzionare su X, dove danno potere alla loro community di decidere quando i post sono potenzialmente fuorvianti e necessitano di più contesto, e le persone con una vasta gamma di prospettive decidono che tipo di contesto è utile che altri utenti vedano». Il programma sarà introdotto inizialmente negli Usa «nei prossimi due mesi».




















































Inoltre, riporta l’imprenditore statunitense, «Semplificheremo le nostre politiche sui contenuti e rimuoveremo le restrizioni su argomenti come l’immigrazione e il genere, che non sono in linea con il discorso pubblico dominante». Modifiche anche al modo in cui vengono applicate le politiche per ridurre la maggior parte degli errori di censura. Maggior sforzo sarà rivolto ai contenuti illegali e violazioni gravi che richiedono un livello di sicurezza più elevato per l’intervento dei filtri. 

Non solo: «Riporteremo i contenuti civici. Stiamo ricevendo feedback che le persone vogliono tornare a vedere questo tipo di contenuti, quindi li reintrodurremo gradualmente su Facebook, Instagram e Threads, lavorando per mantenere le comunità amichevoli e positive». Per contenuti civici si intendono argomenti come immigrazione, identità di genere e genere. «Non è giusto che le cose possano essere dette in TV o al Congresso, ma non sulle nostre piattaforme».

Una novità che è stata accolta con piacere anche dallo stesso Elon Musk che, in una mossa insolita fra rivali storici (l’anno scorso promettevano di scontrarsi in un «combattimento in gabbia» che, alla fine, non è mai avvenuto), ha lodato l’iniziativa del capo di Meta: «È davvero fantastico», commenta nel condividere una notizia dove si legge che Zuckerberg «promette un sistema simile a X». Anche Linda Yaccarino, Ceo del social, si è unita alle celebrazioni: «Il fact-checking e la moderazione non appartengono alle mani di pochi e selezionati custodi, che possono facilmente inserire i loro pregiudizi nelle decisioni. È un processo democratico che deve essere nelle mani di molti».

La collaborazione con Trump

Zuckerberg ha anche annunciato che sarà trasferito il team dedicato alla fiducia, sicurezza e moderazione dei contenuti fuori dalla California e che il team di revisione dei contenuti sarà invece trasferito in Texas. «Questo aiuterà a rimuovere il timore che dipendenti di parte moderino i contenuti». Infine, sul proprio profilo su Threads, lo statunitense ha riferito che «Lavoreremo con il Presidente Trump per opporci ai governi stranieri che cercano di aumentare la censura verso le aziende americane. Gli Stati Uniti hanno le più forti protezioni costituzionali per la libertà di espressione al mondo, e il modo migliore per difendersi da questa tendenza di eccessiva ingerenza governativa sulla censura è con il supporto del governo americano».

Un’inversione di rotta importante per Facebook, che dopo gli avvenimenti di Capitol Hill del 2021, aveva allontanato il Presidente eletto Donald Trump da Facebook per due anni. Quasi profetiche le parole dell’allora ex-presidente del 4 giugno 2021, quando l’account di Donald Trump venne sospeso: «Non può esser loro (Meta, NdR) permesso di andare avanti con questa operazione di censura e di silenziamento: l’avremo vinta, alla fine. Il nostro Paese non può più sopportare questo abuso!». Trump arrivò anche a chiedere di tornare sulla piattaforma due anni più tardi

Recupero dell’account, riconoscimento facciale e più personale

Secondo Meta, il processo per contestare le decisioni è lento e frustrante. Per questo motivo è stato aggiunto personale extra al team che si occupa proprio di questo. Inoltre è previsto un modo più semplice per recuperare l’account, mentre è in fase di test la tecnologia di riconoscimento facciale. Infine «Abbiamo iniziato a utilizzare modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) AI per fornire una seconda opinione su alcuni contenuti prima di intraprendere azioni di applicazione».

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Ma esiste un limite alla libertà di espressione?

Nel post del Blog di Meta, che annuncia le implementazioni di cui ha parlato Zuckerberg nei social, si legge che «Sulle piattaforme in cui miliardi di persone possono avere voce, tutto il buono, il cattivo e il brutto sono in mostra. Ma questa è libera espressione». 

Una libertà d’espressione che Luca Bizzarri esprime dopo che un hater ha augurato «un tumorello» ai figli «ammesso che ne abbia». Un commento segnalato, ma che non è stato rimosso perché «non viola i nostri Standard della community in maniera di violenza». 

7 gennaio 2025 ( modifica il 8 gennaio 2025 | 08:44)

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