Banca Ifis muove su illimity. Opas volontaria a 3,55 euro, parte in cash e parte in scambio azionario, per 298,5 mln euro

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Il titolo illimity a Piazza Affari

Il 2025 potrebbe marcare la fine di illimity bank come entità indipendente. Ieri mattina infatti Banca Ifis, la challenger bank veneziana controllata dalla famiglia Furstenberg, ha annunciato un’opas volontaria sulla totalità delle azioni della challenger bank nata per iniziativa di Corrado Passera nel marzo 2019 a seguito della fusione tra Banca Interprovinciale e la Spac Spaxs che aveva raccolto 600 milioni di euro dagli investitori (si veda altro articolo di BeBeez) e fino al 2023 tra i principali investitori in crediti distressed. Scopo dell’operazione è il delisting e la successiva fusione per incorporazione della stessa illimity in Banca Ifis (si vedano qui il comunicato stampa e qui l’avviso ex art. 102 TUF).

Dalla sede milanese di illimity in Via Soperga ieri non è giunta alcuna reazione alla notizia, che potrebbe modificare sensibilmente gli equilibri nel mercato italiano degli NPL e della specialty finance. L’operazione è infatti “amichevole ma non concordata”, come riferito a BeBeez da una fonte interna a Banca Ifis.

L’offerta pubblica di acquisto e scambio prevede per ciascuna azione illimity una contropartita composta da 0,1 azioni Banca Ifis di nuova emissione più 1,414 euro in cash, che ai corsi azionari di chiusura alla data di riferimento (7 gennaio) della banca guidata da Frederik Geertman (21,366 euro) corrisponde a 3,55 euro per azione illimity. Il tutto, quindi, per un controvalore complessivo dell’offerta di circa 298,5 milioni di euro, pari alla somma, da un lato, della valorizzazione monetaria del corrispettivo in azioni complessivo massimo (cioè 2,137 per ciascuna azione oggetto dell’offerta) pari a 179,6 milioni, e dall’altro del corrisppettivo in denaro complessivo massimo cioé 118,9 milioni circa.

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Il prezzo di 3,55 euro per azione proposto offre un premio del 7,5% rispetto alla quotazione media di illimity dell’ultimo mese, ma di oltre il 26% rispetto al minimo storico di 2,85 euro toccato non più di 40 giorni fa, il 27 novembre 2024, dopo un mese e mezzo di passione per il titolo che soltanto a metà ottobre quotava invece attorno ai 4,4 euro. illimity era sbarcata a Piazza Affari nel marzo 2019 a 7,6 euro per azione con una capitalizzazione quindi doppia

I termini dell’offerta paiono quindi abbastanza favorevoli, considerando anche la quota del 13,5% (tenendo contro della diluizione) di cui disporranno gli azionisti di illimity in caso di adesione integrale all’offerta.

In tal modo Passera e soci (tra cui il gruppo ION di Andrea Pignataro) sarebbero azionisti rilevanti di un’entità che già stand alone nell’ultimo triennio ha superato sensibilmente gli obiettivi posti dall’ultimo piano industriale (+10% l’utile netto cumulato rispetto ai 415 milioni previsti, si veda qui la presentazione agli analisti), consentendo all’azione di guadagnare oltre il 50% negli ultimi due anni.

Gli oneri legati alla fusione, stimati in 110 milioni di euro tutti da smaltire entro il 2025, non dovrebbero pesare più di tanto sulla performance. Ne è convinta l’azionista di controllo di Banca Ifis, la famiglia Furstenberg tramite la holding svizzera La Scogliera sa, che crede tanto al progetto da aver accettato di scendere per la prima volta sotto al 50% a seguito dell’opas. Nel caso di adesione del 100%, la quota di Scogliera calerà al 45%, pur mantenendo la posizione di controllante. “L’operazione consente a Banca Ifis di ampliare la propria leadership nello specialty finance e accelerare la crescita in una prospettiva sostenibile e di lungo periodo, in linea con la nostra visione familiare di azionisti di controllo” ha dichiarato in proposito l’ad di Scogliera e presidente di Banca Ifis, Ernesto Fürstenberg Fassio.

Geertman e il suo management team, assistito sull’operazione da Equita per gli aspetti  finanziari e BonelliErede per quelli legali, prevedono infatti che l’aggregazione porterà notevoli sinergie sia di ricavo sia di costo. Sul lato dei ricavi, illimity porterà in dote al gruppo diversi business in cui Banca Ifis non è presente oppure lo è poco, come gli NPL e gli UTP di grande importo unitario (large tickets) anche legati ad asset immobiliari, sebbene oggi gli investimenti diretti in NPE di illimity non siano superiori a circa 130 milioni (si veda qui pag. 14 dell’ultima presentazione dello scorso novembre). Tuttavia nell’area Specialised Credit, guidata da Andrea Clamer (che proviene da Banca Ifis), è notevole l’attività di servicing svolta in particolare da Arec Neprix, che attualmente ha in gestione un portfoglio di circa 10 miliardi di euro lordi. Ma a Banca Ifis fanno gola anche i prestiti alle pmi della divisione Growth Credit di Via Soperga, guidata da Enrico Fagioli, nonché i servizi della divisione investment banking guidata da Fabiano Lionetti.

A ciò si aggiunge l’attività di rilancio di imprese in difficoltà svolta da illimity sgr sotto la regia di Paola Tondelli, e il finanziamento in direct lending delle imprese da parte dei fondi private debt guidati da Francesco Piovanelli. “L’acquisizione ci consentirà di accelerare notevolmente la crescita in segmenti di mercato dove in modo organico saremmo cresciuti molto più lentamente ” ha spiegato Geertman rispondendo a un analista.

Dal canto suo illimity, oltre a beneficiare di una presenza sul territorio molto più diffusa, amplierebbe notevolmente la presenza nel factoring e farebbe il suo ingresso nel leasing.

Sul versante dei costi sono attesi notevoli risparmi nell’ambito dei sistemi informatici, oltre a quelli resi possibili dalle ridondanze nell’area amministrazione e controllo. A ciò va aggiunta la stabilizzazione dei tassi di interesse, che sta consentendo a Banca Ifis di ridurre il costo della raccolta, gran parte della quale avviene tramite emissione di titoli.

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Ce n’è abbastanza da indurre Geertman a dichiarare nel corso della conference call di ieri mattina che “non ci saranno cambiamenti nella politica di dividendi”, che in questi anni è stat invero alquanto generosa. Le cedole, grazie ai buoni risultati e a un ratio patrimoniale CET1 del 14%, hanno infatti superato del 45% le previsioni del piano industriale 2022 – 2024.

Nel corso della call il ceo di Banca Ifis ha anche anticipato che tutte le attività ad alto contenuto tecnologico di illimity, come la piattaforma di compravendite immobiliari Abilio e la banca online per le piccole imprese b-ilty resteranno nel gruppo come iniziative i cui risultati si manifesteranno nel corso degli anni. Invece su Hype, la retail bank digitale di illimity, Geertman e i suoi stanno ancora valutando il da farsi.

Peraltro sul fronte hi-tech illimity poco prima di Natale ha dato ufficialmente il via, assieme al gruppo Finwave-OCS controllato dal private equity Apax Partners, al progetto alternAInd, ovvero una jv tra i due gruppi a cui la banca conferirà i suoi asset informatici e personale IT qualificato in cambio di una quota del 48% della newco e 62,4 milioni di euro in cash, per una plusvalenza di circa 52 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez) che ha consentito di accrescere la base di capitale di 90 punti base. Sarà quindi alternAInd a fornire in outsourcing a Passera & C i servizi informatici, inclusa la gestione dei prodotti finanziari offerti.

La mossa è volta ad alleggerire un bilancio gravato dai tanti investimenti in tecnologia effettuati negli ultimi anni, tenuto anche conto della necessità di accantonare risorse per via del calendar provisioning. Bisognerà poi vedere come questo progetto si armonizzerà con Banca Ifis, posto che l’opas vada in porto.

D’altra parte il solo business degli NPL, di cui illimity è stata un leader negli scorsi anni, si è dimostrato via via meno redditizio e non più in grado di sostenere il fabbisogno di capitale legato ad attività sempre più complesse. Motivo questo alla base della decisione, presa a inizio 2024, di non investire più in crediti deteriorati (si veda altro articolo di BeBeez), e che ha portato a una riduzione delle esposizioni alle Npe del 78% come evidenziato dall’ultima semestrale diffusa lo scorso agosto (si veda altro articolo di BeBeez).

Il mercato ha mostrato di apprezzare le ultime decisioni. Nelle ultime due settimane il titolo è stato costantemente in recupero, e ieri sulla notizia dell’opas è letteralmente decollato con un +10,8% a 3,75 euro. Evidentemente gli investitori, anche sulla base di un target price di 4,3 euro, ritengono che la storia non sia finita qui, e che forse Geertman e i suoi dovranno ritoccare verso l’alto i termini dell’offerta. A questo punto la palla passa al cda di Via Soperga, che tuttavia, secondo quanto risulta a BeBeez, non è stato ancora convocato. Dal canto suo  Banca Ifis prevede che l’opas si concluderà entro la prossima estate.

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