Crisi dell’auto e transizione ecologica: cosa ci aspetta nel 2025 nel settore della mobilità e quali sono le prospettive di crescita della mobilità sostenibile nel nostro Paese? Ecco alcuni punti di discussione…
Auto elettrica, sì o no? È questo il futuro della mobilità in Italia e sono le politiche ambientali della Ue che hanno creato la crisi dell’auto? Sono domande che i cittadini si stanno ponendo e che caratterizzeranno il 2025.
Partiamo dalla crisi dell’auto, una difficoltà di lunga data che soltanto chi vuole trovare nella transizione ecologica la causa finge di non vedere. Se si vuole dare una data all’inizio dela crisi dell’industria automobilistica in Italia si deve tornare infatti al 2008 e alla crisi economica e finanziaria. Tuttavia, le radici della crisi risalgono agli anni ’90, con la perdita di competitività della nostra industria e con le scelte di delocalizzazione fatte allora.
Questa situazione di crisi si è quindi consolidata a partire dal 2010, per arrivare poi al 2020 anno di inizio della fase critica scatenata dai cambiamenti tecnologici e dalla pandemia.
I numeri di questa progressiva caduta sono sotto gli occhi di tutti: dal 1990 al 2024 la produzione di automobili in Italia è diminuita del 75% passando da 2 milioni a circa 500.000 unità annue. Calo che ha portato a un mercato dell’auto che ha immatricolato, nel mese di ottobre 2024 soltanto 126.488 autovetture, con un calo del 9,1% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Mercato dell’auto in Italia: cosa ci aspetta nel 2025?
Auto sempre più costose e grandi, spazi cittadini sempre più congestionati, nuovi modelli di fruizione della mobilità, soprattutto tra i giovani – sharing, micromobilità, attenzione all’ambiente – e incertezza tecnologica – auto elettriche, ibride, idrogeno – hanno indebolito progressivamente il mercato dell’auto.
Cosa ci possiamo aspettare dunque nel 2025? Alcuni interessanti spunti li offre la ricerca Power Shift effettuata da Accenture sui consumatori italiani. I principali dati che emergono dall’analisi sono i seguenti:
- il 22% degli italiani che ancora non possiede un’auto elettrica vede l’acquisto di un veicolo di questa tipologia come realistico entro i prossimi 5 anni, il 48% dei consumatori nel nostro Paese crede che il futuro del settore automotive apparterà alle auto elettriche. Gli italiani sono quindi interessati ad abbracciare la transizione verso l’elettrico, ma una serie di fattori nel contesto attuale stanno di fatto incidendo sui tempi reali di realizzazione, più lunghi rispetto a quanto preventivato
- il prezzo rimane il principale fattore d’incidenza a influenzare l’acquisto: per raggiungere la parità con i veicoli a combustione interna è richiesto che i costi di acquisto e utilizzo siano competitivi, compensati da incentivi governativi e dal costo totale di possesso dell’elettrico, che tende a essere inferiore grazie alle minori spese di manutenzione e ricarica
- la sicurezza (87%), il costo (86%) e l’affidabilità (84%) sono le priorità che spingono all’acquisto di veicoli elettrici; in linea con quelle già identificate per i veicoli a combustione interna. Questi dati posizionano l’Italia tra i mercati con la sensibilità più alta verso i sistemi di assistenza e le funzionalità avanzate di sicurezza nei veicoli
- il 54% dei consumatori preferisce un’esperienza di acquisto che combini la consulenza in concessionaria con la ricerca online, un dato che riflette la necessità di una strategia omnicanale per costruire fiducia
- il 70% degli italiani ritiene fondamentale poter ricaricare la propria auto elettrica ovunque sia parcheggiata, a casa o in luoghi pubblici, a dimostrazione della necessità da parte dei consumatori di una rete di ricarica capillare e dalla garanzia di un funzionamento costante
Oggi, l’auto elettrica è ancora un mezzo per pochi a causa dei suoi costi elevati rispetto all’offerta tradizionale e questo, in mancanza di incentivi, rallenta la crescita del mercato elettrico. Però, spiega Alberto Scaglione, responsabile Mobility e Automotive di Accenture, “il nostro studio evidenzia che i consumatori italiani sono propensi all’acquisto di un’auto elettrica: quasi il 50% dichiara che guiderà un’auto di questa tipologia entro 10 anni, mentre solo il 10% non la considera affatto“.
Se il mercato odierno dell’auto elettrica si è concentrata solo su uno specifico segmento di consumatori attratti dalla tecnologia, dalla sostenibilità e con una maggiore capacità di spesa, il mercato offre un potenziale ben più ampio. Infatti, in Cina, dove il valore economico dei veicoli elettrici è già allineato a quello dei motori tradizionali, la quota di mercato è intorno al 25% ed è in forte crescita.
Mobilità elettrica: forti sfide ma anche segnali positivi
Il mercato italiano è in questo momento caratterizzato da segnali positivi ma deve anche affrontare sfide complesse: da un lato i punti di ricarica sono aumentati del 28% raggiungendo a fine 2023 le 49.000 unità (fonte Motus-E).
Secondo il report 2024 dell’Osservatorio Smart Mobility dell’Energy&Strategy School of Management Politecnico di Milano questa crescita evidenzia un investimento crescente nelle infrastrutture di ricarica, a cui tuttavia non corrisponde un aumento delle immatricolazioni di veicoli elettrici. Fattore che rischia di creare un sottoutilizzo delle infrastrutture di ricarica.
Inoltre, i punti di ricarica privati sono oggi dieci volte più numerosi di quelli pubblici, con circa 500.000 unità stimate nel 2023. La ricarica domestica o aziendale rimane il punto di riferimento per la maggior parte degli utenti, con l’80% delle ricariche effettuate in contesti residenziali o aziendali.
Le agevolazioni fiscali, inoltre, come gli ecobonus dedicati alle colonnine, con incentivi dal 50% all’80% nel corso degli anni, hanno avuto un ruolo positivo nel supportare la diffusione delle infrastrutture di ricarica private.
Cosa serve, dunque per far partire il mercato della mobilità elettrica? Secondo Andrea Daminelli e Giacomo Zenoni, cofondatori della startup Daze, produttrice di soluzioni di ricarica per auto elettriche, si dovrebbe adottare “un approccio sistematico che preveda incentivi mirati per l’acquisto di auto elettriche, aumentando così la domanda e il ciclo di vita delle infrastrutture esistenti e future”.
Agevolazioni per l’acquisto dei veicoli e per l’installazione di sistemi di ricarica privati potrebbe stimolare l’adozione massiva: “guardando al resto d’Europa, un modello che pensiamo potrebbe rivelarsi vincente anche in Italia è quello del Portogallo, dove l’acquisto di un’auto elettrica prevede l’esenzione dall’imposta di immatricolazione e da quella di circolazione”.
Incentivi a parte, in ogni caso il costo di un’auto elettrica è ancora molto elevato rispetto al resto dell’offerta…
“In questo contesto, è importante riflettere sulla politica dei dazi che limita l’accesso al mercato europeo di auto elettriche cinesi di alta qualità e a prezzi competitivi. Sebbene la protezione dell’industria interna sia comprensibile, queste misure rischiano di rallentare la transizione energetica, con i relativi effetti sul clima di cui stiamo già assistendo alle conseguenze.
Un’alternativa più strategica potrebbe essere quella di potenziare i finanziamenti europei all’industria automotive, senza sacrificare così i vantaggi per i consumatori. Siamo certi che la strada verso la mobilità elettrica è tracciata, ma è necessario un approccio che combini incentivi ben strutturati, sostegno all’industria locale e accesso a soluzioni competitive“.
Un mercato dell’elettrico che oggi è sostenuto soprattutto dalle flotte aziendali… anche lì servirebbe più stabilità e chiarezza?
“Gli incentivi fiscali per le flotte aziendali, così come per l’installazione di punti di ricarica, potrebbero rendere l’elettrificazione delle flotte ancora più conveniente, stimolando un cambiamento significativo nel panorama aziendale“.
Per questo, “auspicare una maggiore chiarezza sulle misure per il 2025 e una maggiore stabilità e pianificazione di questi incentivi nel tempo, potrebbe accelerare la strada verso la transizione all’elettrico, eliminando finalmente quelle condizioni di instabilità che rendono ancora incerti molti utenti e operatori del settore“.
Oltre ai problemi legati al costo dei veicoli e alle infrastrutture di ricarica, per gli utenti cè una grande incongnita legata alla programmazione dei viaggi e alla difficoltà (presunta) delle operazioni di ricarica alla colonnina (a questo proposito suggeriamo il nostro GreenNotes Guida alla Mobilità Elettrica). La tecnologia può semplificare ulteriormente questa fase?
“In un mercato dove la ricarica delle auto elettriche può ancora sembrare complessa, il Plug & Charge – permette di collegare il veicolo alla stazione di ricarica e avviare automaticamente il processo senza dover eseguire ulteriori passaggi, come autenticarsi con carte Rfid, app, o altri metodi di pagamento – rappresenta una vera innovazione.
Un’esperienza simile a quella del rifornimento di carburante, ma senza le difficoltà logistiche associate. Ci aspettiamo che questa tecnologia, che sarà presto integrata anche nei nostri prodotti, diventi una norma nel settore, rendendo la ricarica delle auto elettriche ancora più user-friendly” concludono Andrea Daminelli e Giacomo Zenoni.
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