Terzo mandato, in Trentino maggioranza divisa: Fratelli d’Italia aspetta Roma. Lega: si decide qui

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Dopo il blitz sventato, Degasperi (Onda) ribadisce: «Pronti a una gragnola di emendamenti»

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Il terzo mandato per i governatori è diventata una questione trasversale e il Trentino, pur con le sue prerogative da provincia autonoma, si inserisce all’interno del dibattito nazionale. Il consiglio dei ministri è pronto a impugnare la legge della Campania che prevede il terzo mandato per il presidente della Regione, ma insieme al governatore campano Vincenzo De Luca (Pd) aspettano di capire se potranno ricandidarsi anche Luca Zaia (Lega) in Veneto e Massimiliano Fedriga (Lega) in Friuli-Venezia Giulia. E se il Trentino potrà sfruttare la competenza primaria e aggirare un eventuale altolà della Consulta attraverso una propria norma, condivide con gli altri governatori di centrodestra i nodi politici. Con gli alleati pronti a scalzare i governatori uscenti imponendo i propri candidati.

La maggioranza spaccata

Sul terzo mandato infatti la maggioranza provinciale è già spaccata: la Lega è la prima promotrice di una riforma, mentre per Fratelli d’Italia è «no» secco. «Aspettiamo di vedere come si muove il governo romano — spiega Daniele Biada (FdI) —. Noi però siamo contrari al terzo mandato». I meloniani trentini, insomma, sposano la linea dello stato maggiore del partito, ma Biada vuole chiarire: «Non è che se Roma dice noi facciamo. Evidentemente abbiamo parlato anche con i vertici nazionali del partito e c’è un’indicazione chiara, ma questa è un’idea che condividono anche i consiglieri trentini». E non si tratterebbe nemmeno di una questione di opportunità politica: «Se senza Fugatti avremmo la strada spianata per presentare un nostro candidato? Non si tratta di questo, non ho nulla da eccepire sull’operato di Fugatti — prosegue Biada —. Siamo solo coerenti con noi stessi». Chi invece vuole evitare fin da subito ingerenze nazionali è il leghista Mirko Bisesti: «Quella sui mandati rimane una questione strettamente locale. Troverei bizzarro che chi è a Roma, e magari senza alcun limite di mandato, dicesse a una provincia autonoma per quanto tempo un governatore debba rimanere in carica».




















































Il dibattito sul «consigliere delegato»

Intanto continua a far discutere il disegno di legge presentato da Claudio Cia (Gruppo misto) per l’introduzione di un «consigliere delegato» in giunta. A detta delle minoranze si sarebbe trattato di un grimaldello per introdurre il terzo mandato per via indiretta: il sospetto, sollevato in primis da Filippo Degasperi (Onda) nell’ultima conferenza dei capigruppo, era che la maggioranza potesse presentare all’ultimo un emendamento ad hoc al ddl Cia, facendo poi passare il provvedimento grazie al tempo di discussione contingentato di quattro ore. «Questi sono raggiri ai danni dei trentini» taglia corto Degasperi. E punta il dito: «Il primo che dovrebbe cambiare atteggiamento è il presidente del consiglio. Nella conferenza dei capigruppo gli è stato chiesto esplicitamente: “Questa proposta è ammissibile?”. E lui avrebbe dovuto rispondere “no”, anche per evitare che accadano altri episodi simili. Ci vuole più decisione, il ruolo del presidente del consiglio non è quello dell’avvocato di Fugatti, ma di tutelare anche le minoranze». Quindi avverte: «Se la maggioranza presenterà l’emendamento, noi risponderemo con una gragnola di ordini del giorno». Con il conseguente blocco dei lavori dell’aula, come nel caso del ddl sulla Valdastico.

Lo scontro

Rovescia invece la lettura Bisesti, attribuendo le colpe della bagarre proprio alle minoranze: «Non c’è nessun emendamento. La discussione che è nata è politica». Il termine per presentare gli emendamenti è fissato per venerdì, ma Bisesti assicura che non ci saranno colpi di scena: «Se è esclusa la presentazione dell’emendamento sul terzo mandato? Ad oggi sicuramente sì. Il dibattito è aperto, ma prima dobbiamo parlarne ufficialmente in maggioranza. Tutto questo è stato fatto dalle opposizioni per fare muro». È d’accordo lo stesso Cia: «La minoranza, in modo del tutto irrituale, ha chiesto e ottenuto l’eliminazione di ogni limite temporale. Questo con il chiaro intento di prepararsi ad attuare un ostruzionismo». E rilancia: «Sembra che l’unico filo conduttore dell’attività delle opposizioni sia la preoccupazione che i cittadini possano esprimersi nuovamente sul presidente Fugatti».

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