Un cantiere unico per la rinascita di Arquata del Tronto –

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Nella notte del 24 agosto 2016, con il terremoto che annientò Amatrice nel Lazio, il borgo di Arquata del Tronto incassato nell’Appennino marchigiano venne letteralmente giù: 52 le vittime. La scossa del 30 ottobre completò la distruzione del nucleo storico. Rimasero in piedi solo la rocca sovrastante il paese con la torre e i poderosi archi della strada d’accesso visibili dalla collina sul lato opposto della valle lungo la quale transita la strada Salaria.  

Dopo lunghi lavori preliminari sta per iniziare la ricostruzione del nucleo del Comune in provincia di Ascoli Piceno e oggi guidato dal sindaco Michele Franchi. Si tratta di un progetto tecnicamente e concettualmente complesso e avanzato: l’origine è un piano ideato dallo Studio Boeri di Milano dopo aver consultato la comunità locale, poi seguito e realizzato dall’Ufficio speciale per la ricostruzione Marche (Usr Marche) e che ha avuto la consulenza della Fondazione Eucentre di Pavia. 

Semplificando molto, una cinquantina di case verrà ricostruita con le stesse dimensioni, gli stessi colori, nella medesima posizione; una struttura sotterranea, formata da due pozzi sotterranei in cemento armato da cui partiranno 328 tiranti dalla lunghezza complessiva di 13mila metri lineari, dovrà rinforzare sismicamente, senza rigidità, l’altura su cui poggia il piccolo centro abitato. 

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«Nella prima grande scossa è come se Arquata fosse sprofondata perché costruita su una fondazione di colate detritiche, specifica a “Il Giornale dell’Arte” Guido Castelli, il commissario straordinario per la ricostruzione, in carica dal 3 gennaio 2023. Per ricostruirla abbiamo dovuto rimodellare complessivamente questa fondazione. Abbiamo affidato una consulenza a una delle agenzie di competenza più importanti del mondo, la Eucentre presieduta da Gian Michele Calvi, presidente protempore del congresso mondiale dell’ingegneria sismica». Dallo studio Boeri l’architetto che più seguì il progetto non intende intervenire perché, spiega, loro avevano completato il piano poi passato ad altri ormai tre anni fa. 

Dalla sede di Ascoli Piceno dell’Usr l’ingegner Giuseppe Laureti afferma: «La ricostruzione di Arquata del Tronto e delle frazioni maggiormente colpite procede sulla base delle decisioni prese dall’amministrazione comunale nella lunga gestazione del Piano urbanistico attuativo (Pua) approvato definitivamente il 2 dicembre 2022. Già dal luglio 2021 il Commissario straordinario (allora era Giovanni Legnini, Ndr) emanò l’ordinanza speciale numero 19 che ha consentito di intervenire per alcune attività di ricostruzione coinvolgendo il Comune, la Diocesi, la Croce rossa e l’Ufficio speciale delle Marche». Da quel momento l’organismo regionale «ha provveduto a completare la demolizione degli edifici gravemente danneggiati e a indirizzare immediatamente le successive fasi di ricostruzione considerando l’intero centro storico come un unico cantiere, ritenendo impossibile coniugare le numerose attività necessarie, sia pubbliche sia private, in capo a soggetti diversi»

È significativa la scelta di un cantiere unico. Laureti prosegue: «L’evento sismico ha causato il collasso di tutte le opere di sostegno con la sola eccezione degli archi. Il progetto, prossimo alla procedura d’appalto e realizzato con il supporto di Eucentre, consentirà di realizzare in un’unica soluzione le opere di sostegno dei terrapieni e le fondazioni necessarie alla successiva costruzione delle strutture in elevazione: schematicamente, può essere descritto come un sistema di tiranti attivi permanenti su pareti contrapposte».

«La Fondazione Eucentre ha elaborato un prototipo che si mette in campo per la prima volta, rimarca Castelli. Detto in modo semplice, sottoterra anche per non impattare con il paesaggio, è come se facessimo un enorme rettangolo di cemento armato con due torri alle quali vengono collegati i tiranti. Su quel basamento verranno costruite le parti strutturali degli edifici rispettando il disegno della vecchia Arquata». Le singole case non erano di gran pregio. A ogni modo «riproporremo l’incasato tradizionale applicando un principio caro a Stefano Boeri secondo cui ricostruiremo “in modo autentico ma non identico”. Sembra uno slogan, precisa il Commissario, in realtà saremo massimamente fedeli agli spazi e alle superfici della vecchia Arquata; poi ciascun privato potrà completare le finiture della sua casa. Grazie anche a una serie di piastre antisismiche, alla “flessibilità” delle strutture come dicono i tecnici, Arquata probabilmente sarà uno dei posti più sicuri al mondo». Il principio è simile a quello adottato per ricostruire Castelluccio di Norcia in Umbria? «Esatto», risponde il senatore.

Ultima domanda a Castelli: i tempi? Da una verifica sul posto, nel settembre scorso, a distanza di otto anni dal sisma molti abitanti sono comprensibilmente scoraggiati, chiedono quando torneranno ad abitare nel loro borgo. «I lavori per le fondazioni dureranno due anni e mezzo, per fare il resto delle case ne serviranno altri cinque o sei. Dopo false partenze stiamo recuperando»

 

 

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