Il concorso per il nuovo complesso parrocchiale di Nogara, Verona
Quando, nell’estate di due anni fa, un crollo improvviso, ci ha costretti a chiudere la chiesa parrocchiale di Nogara, sembrava un altro dei tanti problemi del quotidiano, risolvibile puntualmente. L’indagine ha invece verificato che i lavori non avrebbero dovuto riguardare solo la copertura ma anche le fondazioni per migliorare l’assetto statico complessivo dell’edificio e, con l’occasione, si prefigurava la necessità di un efficientamento degli impianti vista la loro dimensione e vetustà. L’impegno economico diventava così importante, tanto da valutare la possibilità della demolizione e nuova ricostruzione della chiesa. Si è deciso quindi di verificare se la comunità era disponibile a quest’opzione per certi versi drammatica e di non immediata comprensibilità: visivamente la fragilità della struttura non era palese e recenti erano le migliorie estetiche apportate dalla comunità.
Durante le Messe domenicali, si è quindi proposto un referendum che a stragrande maggioranza ha indicato nella demolizione della chiesa la strada da seguire.
Sotto la guida dell’architetto animatore di comunità Davide Fusari è maturato un percorso sinodale che ha fatto emergere, attraverso momenti informativi, consultazioni, questionari, dibattiti e lavori di gruppo, una serie di desideri, aspettative e punti fermi che la comunità chiedeva al progetto. Non sono mancate voci critiche o “fuori dal coro”, sempre ricondotte nell’alveo del confronto democratico delle idee grazie alla mediazione condotta soprattutto dal parroco don Andrea Anselmi.
Tra le principali richieste dei parrocchiani: l’affaccio verso la piazza, la valorizzazione degli spazi verdi, la presenza del campanile, la luminosità, ma anche la definizione di uno spazio accogliente che favorisse tanto il raccoglimento e la preghiera personale, ispirando trascendenza, tanto, al contempo, la celebrazione comunitaria. Anche sugli esterni è stata espressa qualche richiesta con la valorizzazione dello spazio del sagrato come luogo d’incontro dopo le celebrazioni e dello spazio aperto tra la chiesa e il complesso parrocchiale come luogo per le attività della parrocchia, attrezzato e ombreggiato.
Per giungere alla scelta del miglior progetto possibile, la Diocesi di Verona ha optato per la modalità del concorso di progettazione su invito, coinvolgendo sei studi qualificati, con all’attivo un significativo curriculum di opere costruite e un certo tipo di sensibilità al confronto con realtà comunitarie per garantire una buona gestione del successivo iter realizzativo. Gli studi di architettura invitati sono stati Alberto Lancini, Barozzi Veiga, C+S Architects, Edoardo Milesi & Archos, Rossi Prodi Associati, Tamassociati, tutti candidati insieme a liturgisti e artisti, che hanno consegnato le rispettive proposte progettuali integrando i diversi aspetti propri di un nuovo edificio di culto.
La comunità è stata posta al centro anche nella scelta del progetto, con la creazione di una commissione parrocchiale che, con serietà, si è fatta accompagnare nella conoscenza delle proposte progettuali valutandole con oggettività e affidando alla giuria tecnica considerazioni di giudizio molto ben articolate e sostenute dal confronto con le richieste contenute nel documento di indirizzo alla progettazione.
L’introduzione della figura dell’animatore di comunità ha supportato la Diocesi nel confronto e dialogo con la Parrocchia e nella successiva scelta della formula del concorso ad invito, non solamente per ricalcare le modalità proposte e già affinate da Conferenza Episcopale Italiana, ma anche per avere la certezza che la comunità avrebbe avuto il miglior punto di partenza fatto di informazione, formazione, confronto, richieste meditate, idee progettuali aperte al futuro.
Per approfondire leggi anche l’articolo:
Il progetto vincitore del concorso per il nuovo complesso parrocchiale di Nogara (VR)
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