dalla precompilata al concordato, le strategie del Governo

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Lotta all’evasione fiscale, dal MEF l’indicazione della strategia del Governo. Dal concordato preventivo alla dichiarazione precompilata, nella risposta fornita in Commissione Finanze emergono dettagli sulle linee di intervento

Quali sono i provvedimenti che il Governo ha intenzione di introdurre nell’ambito della lotta all’evasione fiscale?

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Questa la domanda che è stata posta al Ministero dell’Economia e delle Finanze nel corso dell’interrogazione a risposta immediata che si è tenuta l’8 gennaio in Commissione Finanze alla Camera.

I deputati hanno chiesto chiarimenti con specifico riguardo all’evasione dell’IVA, in quanto il report annuale della Commissione Europea sul gap relativo all’imposta sul valore aggiunto ha stimato per il 2023 un aumento dell’evasione pari al 14,7 per cento.

Un incremento non da poco, visto e considerato che nel 2022 e nel 2021 lo stesso dato è, rispettivamente, del 10,6 per cento e del 10,9 per cento.

Dalla riposta data dal Governo emerge che negli anni a venire saranno adottate diverse strategie per ridurre l’evasione fiscale, con particolare rilevanza data alla dichiarazione precompilata dell’IVA e al concordato preventivo biennale.

Evasione fiscale: dalla precompilata al concordato, le strategie del Governo

Nella risposta fornita durante l’interrogazione a risposta immediata tenutasi in Commissione Finanze alla Camera dei Deputati l’8 gennaio, il Governo ha ribadito la la volontà di portare avanti l’impegno preso nella lotta contro l’evasione fiscale.

Nello specifico, è stato affermato che la strategia del Governo per gli anni futuri si baserà su tre pilastri:

  • l’introduzione di strategie di controllo efficaci e di sanzioni tempestive;
  • la promozione della tax compliance, con lo specifico fine di aumentare il gettito fiscale che deriva dalle operazioni di prevenzione e contrasto;
  • portare a compimento la riforma fiscale, rendendo più efficiente il sistema di riscossione.

Il Governo inoltre, per quanto riguarda la semplificazione del sistema tributario e il miglioramento del rapporto col contribuente, ha sottolineato la rilevanza della dichiarazione precompilata e, in particolare, della precompilata IVA.

Questa misura, introdotta dall’articolo 4, comma 1 del decreto legislativo n. 127/2015 ancora in via sperimentale, secondo il MEF dovrebbe portare sia ad un risparmio relativo ai costi amministrativi, sia alla riduzione della possibilità di errori da parte dei contribuenti in fase di dichiarazione.

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L’intenzione del Governo di proseguire sulla strada dell’estensione della precompilata, tema che tuttavia è da sempre ritenuto controverso da parte degli addetti ai lavori.

Vale la pena ricordare che, ad esempio, l’Associazione Nazionale Commercialisti ha più volte criticato il progetto della precompilata IVA.

L’ANC infatti nel corso del tempo ha sottolineato come l’utilizzo della precompilata non solo interessi un numero limitato di contribuenti, ma comporti anche complicazioni dovute alle correzioni delle dichiarazioni errate, che in sostanza rendono labile il confine tra costi e benefici.

Evasione fiscale: per il contrasto il Governo punta sul concordato

L’altro grande strumento su cui il Governo vuole puntare per contrastare l’evasione fiscale è il concordato preventivo biennale, la misura che per eccellenza ha caratterizzato il 2024.

Il patto con il Fisco introdotto nell’anno appena trascorso ha l’obiettivo di favorire l’adempimento spontaneo degli obblighi dichiarativi dei contribuenti titolari di partita IVA, permettendo loro di versare le imposte dovute sulla base di una proposta avanzata dall’Agenzia delle Entrate.

Anche per i prossimi anni, tra le frecce all’arco delle strategie da adottare da parte del Governo, c’è quindi quella di ricorrere a strumenti premiali, col fine di migliorare il rapporto tra Amministrazione Finanziaria e contribuenti.

Tuttavia è impossibile negare che il concordato non abbia avuto la risonanza auspicata, registrando circa 600.000 adesioni, su 4,5 milioni di partite IVA destinatarie, per un totale di 1,6 miliardi di euro di gettito.

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Inoltre, la misura è stata a dir poco controversa, non solo perché il suo percorso si è intersecato con quello della sanatoria per i periodi di imposta dal 2018 al 2022, ma anche per tutte le complicazioni generatesi in fase di adesione e in seguito alla proroga della scadenza originariamente prevista.

Lotta all’evasione fiscale: le altre strategie del Governo

Tra le altre strategie che il Governo prevede di adottare nel futuro nel contrasto all’evasione fiscale vi sono anche misure che impiegano i più recenti sviluppi tecnologici.

Nell’interrogazione a risposta immediata si è parlato infatti anche del futuro utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale, che permetteranno di potenziare l’interscambio di informazioni tra le banche dati e renderanno più efficaci le operazioni di prevenzione, aumentandone il gettito.

Sempre dal punto di vista informatico, il Governo conta di migliorare i propri strumenti di analisi del rischio e di frode, consentendo alle autorità di effettuare controlli più precisi, in particolare riducendo i casi di “falsi positivi”.

Infine, è stato citato anche il regime di adempimento collaborativo, per il quale si prevede un futuro potenziamento, anche considerato il decreto legislativo n.221/2023, il quale stabilisce la progressiva estensione dell’accesso ai contribuenti con fatturato superiore a 750 milioni nel 2024, superiore a 500 milioni nel 2026 e superiore a 100 milioni nel 2028.

Di seguito si rende disponibile il resoconto dell’interrogazione a risposta immediata tenutasi in Commissione Finanze alla Camera l’8 gennaio 2025.

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Testo della risposta all’interrogazione avvenuta in Commissione Finanze alla Camera l’8 gennaio 2025
Scarica qui il testo integrale dell’interrogazione a risposta immediata avvenuta in Commissione Finanze alla Camera l’8 gennaio 2025



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