le startup innovative dell’AgrifoodTech italiano

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FoodSeed è un programma di accelerazione che supporta la crescita di startup innovative italiane con soluzioni rivoluzionarie per il settore agroalimentare. L’obiettivo è promuovere la sostenibilità, l’efficienza e l’innovazione lungo tutta la filiera, dalla produzione alla distribuzione: «from farm to fork».

Scopri con noi di BuoneNotizie.it le startup del made in Italy che si sono distinte nell’edizione 2024.

Che cos’è l’acceleratore di startup innovative FoodSeed

Il programma FoodSeed nasce dalla sinergia di un gruppo di promotori e investitori dal calibro di Fondazione Cariverona, Unicredit, Amadori, Cattolica Business Unit di Generali Italia, Axxelera, e ancora Veronafiere e l’Università degli Studi di Verona. L’Acceleratore sorge nel 2023 con sede a Verona ed è gestito da Eatable Adventures, uno dei principali acceleratori foodtech su scala mondiale.

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Il progetto fissa, ogni anno, per tre anni, la selezione di startup italiane o internazionali che intendono operare nell’agroalimentare. Le aziende selezionate hanno accesso a finanziamenti e sono seguite da team senior con esperienze internazionali sia in fase seed sia pre-seed. Sono coadiuvate, infatti, durante la fase embrionale del progetto e durante l’inizio vero e proprio dell’attività. Prendono parte, inoltre, a un programma di accelerazione della durata di sei mesi, finalizzato a validare prodotti e modelli di business per sostenere il go-to-market.

Lo scopo è quello di supportare, favorire e garantire l’implementazione e lo sviluppo di società che operano nell’AgrifoodTech. L’obiettivo è quello di far crescere in Italia uno dei più importanti ecosistemi di innovazione in ambito agricoltura sostenibile, food & beverage ed economia circolare. L’edizione 2024, la seconda dalla nascita del progetto, ha selezionato, supportato e promosso, a fronte di circa 250 candidature, 7 progetti innovativi che si sono distinti nell’ambito dell’agroalimentare made in Italy.

Le startup innovative selezionate nell’edizione 2024

Dalle microalghe, grazie ad Asteasier, nata dall’Università di Verona, arriva una soluzione sostenibile per la produzione di astaxantina naturale: un carotenoide di grande valore per l’industria alimentare e nutraceutica, usato anche nell’alimentazione umana e animale (specie nell’allevamento in acquacoltura di salmoni e crostacei). Sempre dalle alghe arriva la proposta della leccese BeadRoots. Startup che offre una tecnologia sostenibile per affrontare le sfide legate alla siccità in agricoltura. Il progetto si basa sull’utilizzo di polimeri naturali super-assorbenti. Delle macromolecole capaci di trattenere quantità di acqua, che rilasciano gradualmente alle radici delle piante a secondo della loro necessità.

Alla riduzione dello spreco d’acqua punta, altresì, il progetto della comasca Nous Energy. Grazie allo studio di un preparato, alternativo alla caffeina, della quale mantiene le caratteristiche, che garantisce una riduzione del 60% dello spreco d’acqua e del 65% delle emissioni di Co2, rispetto all’estrazione della caffeina dai chicchi di caffè. Sempre sullo spreco si concentra la sarda Alkelux, che grazie a bio-additivi ottenuti dagli scarti della liquirizia, applicati nel packaging, prolunga la shelf life dei prodotti alimentari. Permette, infatti, di allungare la vita commerciale degli alimenti senza che ci siano rischi per la salute del consumatore. Sulla valorizzazione degli scarti della filiera agroalimentare si concentra, invece, la piemontese Vortex. Grazie all’utilizzo di un processo brevettato per estrarre e purificare molecole funzionali dagli scarti alimentari (tipo mele e nocciole), crea ingredienti cosmetici innovativi ed eco-friendly, e materie prime per i comparti food e pet food.

Nella sicurezza alimentare, invece, investe la modenese Aflabox. La startup ha sviluppato un dispositivo portatile innovativo, basato su AI, per il rilevamento rapido e preciso delle aflatossine. Micotossine prodotte da alcuni funghi che possono contaminare cereali, noci e semi oleosi. Il progetto della bolognese Mama Science, invece, attraverso l’uso di imballaggi 100% bio-based, affronta l’annoso problema dell’uso eccessivo di plastica nel packaging alimentare.

Grazie a startup innovative come queste, l’agroalimentare italiano, settore di punta del made in Italy, e l’innovazione tecnologica sono sempre più interconnessi alla ricerca di soluzioni sostenibili ed etiche nell’ottica di un’economia circolare.



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