Pensioni, età e requisiti dopo il pasticcio Inps-Cgil: come funziona e cosa potrebbe cambiare

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La Cgil denuncia un aumento dell’età pensionabile dal 2027 in base agli applicativi Inps che però smentisce: “le certificazioni saranno redatte in base alle tabelle attualmente pubblicate”. Facciamo un po’ di chiarezza

La bomba è scoppiata nel tardo pomeriggio di giovedì, quando la Cgil ha espresso “profonda preoccupazione”, dopo aver scoperto a sorpresa, attraverso i suoi patronati, che gli applicativi dell’Inps avevano subito una “modifica unilaterale” in base alla quale, a partire dal 2027 sarebbero stati necessari tre mesi in più per accedere alla pensione di vecchiaia, con parallelo aumento dei requisiti per la pensione anticipata. Apriti cielo: tutte le forze di opposizione hanno immediatamente reagito, criticando aspramente il governo per un aumento di cui non si era mai parlato. In serata l’Inps ha rilasciato un comunicato, piuttosto breve, in cui ha smentito l’applicazione di nuovi requisiti pensionistici. Nella mattinata di venerdì, infine, l’istituto ha posto in “manutenzione” e sospeso la consultazione della sezione del sito dedicata al calcolo della maturazione della pensione. Il pasticcio però era già bello che servito, così come la confusione generata dalla polemica politico-sindacale ancora in corso. 

L’allarme Cgil, la smentita dell’Inps e la risposta del governo

“La Cgil esprime profonda preoccupazione per la recente modifica unilaterale dei requisiti pensionistici operata dall’Inps sui propri applicativi, senza alcuna comunicazione ufficiale da parte dei ministeri competenti e in totale assenza di trasparenza istituzionale”, ha detto giovedì la segretaria confederale Lara Ghiglione.

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Il sindacato “denuncia con forza la totale mancanza di trasparenza e chiede immediati chiarimenti all’Inps e ai ministeri competenti: è inaccettabile che decisioni di tale impatto sociale vengano prese senza un chiaro riferimento normativo e senza un’adeguata informazione”, continua la nota del sindacato.

Cosa prevede la modifica della discordia? Che dal 2027 serviranno 67 anni e 3 mesi di età per accedere alla pensione di vecchiaia e 43 anni e un mese di contributi (un anno in meno per le donne) per usufruire della pensione anticipata. Non solo, secondo lo stesso applicativo, dal 2029 i requisiti aumenteranno ancora rispettivamente a 67 anni e 5 mesi e 43 e due mesi.

Dopo l’annuncio lanciato dalla Cgil, le opposizioni hanno reagito, protestando contro un aggiornamento mai comunicato ufficialmente né dall’Inps né dalla Ragioneria generale dello Stato. Poi l’intervento dell’Inps che ha smentito “l’applicazione di nuovi requisiti pensionistici” e ha garantito che “le certificazioni saranno redatte in base alle tabelle attualmente pubblicate”. In sostanza non cambia niente, almeno per adesso.

Sulla questione è intervenuto anche il governo, con il sottosegretario al Lavoro e vicesegretario della Lega, Claudio Durigon che ha affermato: “L’aumento dei requisiti per andare in pensione fatto trapelare in maniera impropria e avventata dall’Inps non ci sarà. Nel momento in cui si registrasse un aumento effettivo dell’aspettativa di vita, come Lega faremo di tutto per scongiurare questa ipotesi”.

Pensioni: come funziona nel 2025 e cosa potrebbe cambiare nel 2027

Attualmente, occorrono 67 anni di età per accedere alla pensione di vecchiaia (sia per gli uomini che per le donne) o 42 anni e dieci mesi di contributi per la pensione anticipata.

I requisiti sono rimasti invariati dal 2019 e le soglie attuali sono blindate fino al 31 dicembre 2026. Cosa succederà a partire dal 2027? Dipende.

Pensioni: cosa potrebbe cambiare dal 2027

Negli ultimi anni, anche per effetto della pandemia di Covid-19, l’aspettativa di vita è rimasta invariata e anzi è leggermente diminuita. Quindi i requisiti per la pensione sono rimasti i medesimi.

Lo scorso ottobre però, in audizione al Parlamento, il presidente dell’Istat Francesco Maria Chelli ha parlato di un nuovo e importante aumento della speranza di vita e questo incremento potrebbe comportare a sua volta un ritocco all’insù dell’età pensionabile proprio alle soglie contenute nell’applicativo Inps di cui ha parlato la Cgil: 67 anni e tre mesi nel 2027 e 67 e 6 mesi dal 2029. La legge Fornero stabilisce infatti un aggiornamento biennale dell’età pensionabile in base alle aspettative di vita. E se nel 2021-2022, 2023-2024 e 2025-2026 non si sono registrati aumenti della speranza di vita e dunque l’età per la pensione non è aumentata, nel 2027 non è detto che vada allo stesso modo. Tutto dipenderà dalle decisioni del governo. Sia per l’aumento che per il suo stop serve infatti un decreto interministeriale che ad oggi non c’è. Cosa succederà in futuro? Staremo a vedere.

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