Piccoli neofascisti crescono (nelle scuole). Le liste “nere” alla conquista dei licei

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Croci celtiche sui muri, saluti romani in classe. «Disobbedisci», «le rivoluzioni devono essere considerate come la rivincita della follia sul buon senso», scrivono nei manifesti affissi sui muri delle scuole della capitale d’Italia. Eccoli i gruppi giovanili di destra che fanno riferimento al partito di Giorgia Meloni e al movimento neofascista CasaPound (Cp). Parliamo di Azione studentesca (As), Generazione popolare (Gp) e Blocco studentesco (Bs). Ma anche di Riscatto, Virus, Omega e Factotum, liste romane più piccole.

Strappano gli striscioni dei collettivi di sinistra e si appostano nelle vicinanze delle loro abitazioni intimandoli di uscire e parlare: «Se dovessimo rivedere in giro qualche altro vostro cartellone vi verremo a cercare e passeremo alle mani», minacciano. Atteggiamenti messi in atto da militanti di movimenti che pubblicamente si dichiarano apolitici e apartitici.

Molti di questi gruppi sono connessi alla sigla dei giovani di Fratelli d’Italia, cioè Gioventù nazionale (Gn). «Si presentano alle elezioni studentesche come liste apolitiche. Nei loro discorsi scelgono di non fare chiari riferimenti ai partiti estremisti e promettono di organizzare assemblee incentrate su tematiche vicine ai giovani. Tuttavia, nel loro tempo libero collaborano attivamente con Lotta studentesca (giovanile legata ai neofascisti di Forza nuova, ndr) e una volta eletti boicottano iniziative sull’inclusività di genere», racconta Matteo Monosilio, studente del liceo romano Maria Montessori.

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Sognare, combattere, distinguersi: è sulla scia di questi ideali che si fonda la battaglia di Azione studentesca, movimento giovanile di estrema destra il cui campo d’azione è quello delle scuole superiori. Nasce nel 1996 tra le fila di Alleanza nazionale guadagnandosi in poco tempo il consenso di centinaia di studenti. Dopo una prima battuta d’arresto, arrivata nel 2009 con lo scioglimento di Alleanza nazionale, viene rifondata nel 2016.

I suoi militanti – che raggiunti al telefono si sono rifiutati di rilasciare dichiarazioni – sono i portavoce delle lotte contro il movimento Fridays for Future, la teoria gender e il ddl Zan. Sul loro sito web, in cui campeggia una Croce bretone nera su fondo giallo, compaiono le campagne degli ultimi anni: quelle contro il pensiero unico, le restrizioni dettate dall’epidemia di Covid-19 e le proteste antirazziste degli attivisti di Black Lives Matter. «In questo panorama liquido e inconsistente c’è bisogno di una gioventù in grado di combattere le tendenze fluide del momento: giovani, come noi, che vogliono riconquistare la propria dignità di uomini e di donne. La marcia continua, con la faccia al sole e la schiena dritta», scrivono i militanti.

Legami istituzionali

Un filo lega Azione studentesca e Generazione popolare, movimento nazionale e identitario. Nel manifesto redatto nel 2018, tra le cui firme spunta quella di uno dei relatori della convention di Vox e dell’Ecr (il gruppo politico europeo dei conservatori di cui è membro Fratelli d’Italia), si fa riferimento ai punti cardine dell’associazione: formazione, azione e comunità. L’obiettivo – spiega Generazione popolare – è quello di riunire le personalità della destra che non si sentono rappresentate a dovere. Le persone che credono nel rispetto delle tradizioni di civiltà e di unità nazionale del popolo italiano.

“Fuoco che avanza. Lotta con noi”, “Non droga per morire ma ideali per lottare” e “Anime armate, menti ribelli”: sono solo alcuni dei loro slogan. Alla comunità sono riconducibili le liste Omega, Factotum e Riscatto, presenti in più licei della Capitale. «Si presentano come alternativa democratica alle liste dei collettivi, ma nascondono una matrice neofascista», denuncia la Rete degli studenti medi.

Poche settimane fa due studenti del Montessori, a due passi da Villa Borghese, candidati in consiglio d’istituto proprio nella lista Riscatto, si sono fatti fotografare in classe mentre facevano un saluto romano. Alle loro spalle uno striscione bianco: «Prendi nota, prendi atto: è ora di riscatto», recitava la scritta di colore nero. Un atto «gravissimo e anticostituzionale», lo definiscono dalla Rete, insistendo sul fatto che non si tratti di un caso isolato. La stessa dinamica si è ripetuta anche al liceo scientifico Avogadro.

“Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta, dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa. Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte”: è l’inno di Mameli, sulle cui strofe la premier Meloni tradizionalmente chiude la festa di Atreju, l’annuale kermesse di Fratelli d’Italia. E che qualche studente della lista Iter ha intonato per accompagnare i saluti romani dei compagni al cambio dell’ora, sotto lo sguardo di un’insegnante. Alle pareti la bandiera del Regno d’Italia e sulla lavagna la scritta «Siamo e saremo fasci».

“Tradizione, rivoluzione”

Chi non si nasconde dietro l’etichetta dell’apolitico è, invece, Raido, comunità militante di ispirazione tradizionale. Nasce a Roma nel 1995 e fonda la propria identità, il proprio metodo e i propri obiettivi sul trinomio “Tradizione, formazione, rivoluzione”. Il suo marchio, un arco disegnato sullo sfondo bianco, simboleggia lo spirito assoluto come bersaglio da trapassare.

Attiva sul territorio romano, invita gli studenti ad armare la propria anima e cominciare a lottare contro un sistema che li vuole omologati, rinchiusi nella prigione della droga, docili alle balle dei prof sessantottini. «Essere militante di Raido significa vivere la propria giornata in tensione, ricercando sempre e con chiunque la verità e la giustizia, vivendo e agendo con onore e coraggio», si legge nel loro manifesto politico.

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Formazione, azione, comunità, tradizione. Sono queste le parole d’ordine delle giovanili di destra. Tra di loro c’è Virus. Nata dall’esperienza di Azione studentesca, ha una presenza capillare nelle scuole di Roma. «Dopo il danno d’immagine causato dall’inchiesta di Fanpage, alcuni ragazzi di As hanno scelto di trovare nuovi militanti e di creare un nuovo ordine di militanza. Virus, appunto», ci racconta uno studente del liceo Francesco d’Assisi.

La lista guarda con spirito nostalgico al Futurismo, facendo del suo fondatore, Filippo Marinetti, riferimento culturale: «I suoi ideali», recita un post pubblicato sulla pagina Instagram dell’associazione, «sono i pilastri delle nostre battaglie: enfasi sul coraggio, sull’azione, sull’audacia e sulla vitalità» e «disprezzo per il mondo e la società attuale che ci vorrebbero schiavi obbedienti di pensare e farsi valere». Un poeta che ancora oggi «può insegnarci come vivere, agire, combattere».

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