La notizia del giorno dovrebbe essere il rendimento del titolo di Stato cinese a 2 anni quasi sceso sotto 1% per la prima volta in assoluto. La Cina è forse precipitata in una spirale deflazionistica di stampo giapponese e nessuno ha il coraggio di ammetterlo, stante le conseguenze che questo avrebbe per il mondo intero? Oppure questo crollo a piombo è solamente il segnale anticipatore di un diluvio di liquidità statale senza precedenti?
Domande che pesano come macigni. Unica certezza, il fatto che in contemporanea con il calo record, le autorità del Dragone hanno annunciato un giro di vite nell’export di minerali strategici. Ancora materie prime contro finanza. E date un’occhiata a queste due grafiche: capito perché a Donald Trump interessa tanto la Groenlandia?
Perché quest’ultima, oltre a porsi come nuova frontiera nella guerra bianca per l’Artico proprio contro Cina e Russia, di fatto annovera da sola le stesse riserve di terre rare dell’intera Unione europea, quelle che nella seconda grafica vengono catalogate alla voce other. Perché come vedete, i minerali strategici abbondano da quelle parti.
Capito perché Francia e Germania hanno subito detto chiaro e tondo al tycoon che i confini sono inviolabili per tutti e non soltanto per l’Ucraina? Capito perché è grave il non allinearsi dell’Italia a questa posizione, tutto per mero e acritico posizionamento con la nuova Amministrazione Usa? Certo, la liberazione di Cecilia Sala in tempi record è stato un colpo a sensazione di quelli che fanno muovere i sondaggi. Ma è giunta con altrettanto tempismo la piccata – ancorché dissimulata – risposta dell’Amministrazione statunitense uscente: Il caso di Cecilia Sala è stata una decisione del Governo italiano ed è Roma che deve rispondere a domande specifiche, ha dichiarato il consigliere per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, in un briefing con un gruppo ristretto di giornalisti. Lasciando intendere che da spiegare nel dettaglio ci sarebbe parecchio. Detto fatto, pochi istanti dopo Joe Biden annulla la visita in Italia. Ufficialmente per monitorare l’emergenza incendi in California. Ufficiosamente per inviare un segnale. E un monito.
Ma al netto e complementare a questo, la notizia per me è altra. Ho atteso qualche giorno. Perché mi interessava vedere come i giornaloni che vantano banche e assicurazioni nei Cda o fra i munifici e strutturali inserzionisti avrebbero trattato il tema. E se avessero trattato il tema. Ovviamente, silenzio. Signore e signori, il roboante progetto Net-Zero Banking Alliance è ufficialmente morto. Una prece. Gli ultimi due giganti Usa del credito, Citigroup e Bank of America, hanno comunicato la loro decisione di abbandono del programma Onu designato per le banche e inteso come braccio finanziario della lotta al cambiamento climatico e al contrasto delle emissioni entro il 2050. Tradotto, gli unici soggetti in grado realmente di cambiare qualcosa, si chiamano fuori. E con i volumi di emissioni di carta Esg già nettamente in calo nel 2024, attenzione a cosa accadrà ora a livello di re-pricing di ciò che resta come outstanding e di ciò che qualcuno sperava ancora di piazzare sul mercato, inserendo pinguini e balene nei prospettivi informativi per i clienti
Ma al netto di questo, ciò che le banche Usa stanno facendo è un rapidissimo riposizionamento politico. A inizio dicembre, infatti, furono Wells Fargo e Goldman Sachs a comunicare la loro uscita dal programma. Dopo la certificazione di vittoria di Donald Trump. Esattamente come la Cina che nel 2024 ha bruciato carbone come se non ci fosse un domani, l’America finanziaria si fa scudo del potente alleato alla Casa Bianca per uscire anzitempo dalla pantomima e prepararsi al vero game changer: Lng e nucleare. Con il fossile destinato a un ritorno in stile cappotto vintage del nonno. Quelli sono i settori dove si investirà , la vera next big thing. Eolico e soci sono ormai materie per rigattieri e antiquari. Vanno bene per gli europei.
In un mondo dove la powerhouse globale chiamata Cina ha il decennale sotto l’1,6% di rendimento per la prima volta in assoluta e flirta con l’ipotesi di lost decade, occorre chiamarsi fuori il prima possibile. Se possibile, facendoci sopra dei soldi. Troppo forte il richiamo del fossile, lasciamo che chi ha emesso verde ora dimostri davvero di essere un campione di greenwashing. Gli altri, invece, vedranno di colpo cadere uno dei grandi pilastri ideologici che hanno garantito finanziamento a costi contenuti e a raccolta assicurata negli ultimi anni.
Vuoi vedere che, se mai le Banche centrali ritenessero necessario riattivare l’aspirapolvere, dentro la platea di assets a rischio accettati come collaterale ci saranno anche green bonds e green loans cartolarizzati? Ma l’Ue continuerà a farsi male con il Green New Deal?
Capito adesso il perché del mea culpa a tempo di record di Mark Zuckerberg sui fact-checking? Saltano tutti sul carro, ora che i cavalli utilizzati per la corsa a perdifiato dell’ultimo rally sono esausti o azzoppati e attendono che qualcuno li finisca. Ma occhio ai colpi di coda. La scelta di Joe Biden di annullare il viaggio in Italia è tutt’altro che da sottovalutare o sottostimare. Ricordate cosa ha dichiarato Donald Trump sulla situazione economica Usa e sull’avvelenamento dei pozzi da parte dell’Amministrazione uscente che ho riportato nel mio articolo di ieri? Rileggetelo. E mettete in prospettiva le parole sul caso Sala e quell’improvvisa preoccupazione per i roghi in Florida. Occhio a certi all-in diplomatici. Perché si rischia di perdere tutto.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità *****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link