un convegno per conoscerlo e proteggerlo – Ambient&Ambienti

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Sempre più lupi sono presenti in Puglia, un territorio non così ospitale per loro. A Brindisi  oggi un convegno per conoscerlo e proteggerlo, perché “se salvaguardi il lupo salvaguardi l’ambiente”

Mi occupo per passione di lupo da sempre, sono guardia ecologica dell’Emilia Romagna e faccio formazione come esperto di fauna selvatica. Sono un fotografo naturalistico, specialmente di lupi e tutelare il lupo in Italia significa tutelare l’ambiente“. Antonio Iannibelli sarà tra i protagonisti questo pomeriggio – nel Polo Biblio-Museale di Brindisi di viale Commenda 1 – di un importante convegno dedicato al tema della presenza del lupo appenninico nel territorio provinciale.

La scelta di Brindisi come sede del convegno non è casuale: il ritorno del lupo appenninico è un fenomeno che interessa da vicino il territorio pugliese, con implicazioni ecologiche, sociali e istituzionali di grande rilievo. L’evento, organizzato dal Centro recupero fauna selvatica, mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e i professionisti dell’informazione sul ritorno e la conservazione di questa specie, ed è pensato per coinvolgere attivamente sia i cittadini che i giornalisti, sottolineando il ruolo cruciale di una comunicazione accurata nella tutela del lupo.

Un territorio non facile per i lupi che continuano ad avere difficoltà nell’adattarsi.

Quanti lupi sono presenti in Puglia?

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“E’ difficile saperlo, la Puglia è stata solo di recente “occupata” dai lupi. La parte che confina con la Basilicata è quella che presenta il maggior numero di famiglie di lupi, probabilmente 4/5 vicino alla provincia di Taranto e all’Alta Murgia, circa 20/30 lupi. In generale sono numeri molto bassi su tutto il territorio pugliese, ci sono animali in dispersione cioè giovani lupi che cercano il territorio ma che fanno fatica a trovarlo perché il territorio pugliese non si presta molto ad ospitarli”.

Perché non è un territorio ospitale per i lupi?

“Non è un territorio adatto perché non ci sono boschi e non ci sono animali selvatici, non sono presenti in quantità sufficiente per garantire cibo tutto l’anno. Le famiglie dei lupi sono molto simili alle famiglie umane e quando i piccoli arrivano a circa un anno di età abbandonano la famiglia per cercare altri territori, anche perchè mamma e papà lupo stanno già pensando a nuove nascite. Nell’ultimo censimento fatto nel 2020/2021 sappiamo che l’Italia ha molte regioni abbastanza sature di lupi, tranne la Puglia che non ha il territorio adatto. In Puglia sta avvenendo ora e magari significa che la natura sta riguadagnando terreno e sarebbe una bella cosa. Cercano di adattarsi ma spesso finiscono male”.

Recentemente però nel ravennate, nelle spiagge alla foce del Bevano nella parte meridionale del parco del Delta del Po, sono stati fotografati dei lupi vicino alle spiagge, lo ha saputo?

impronta di lupo sulla spiaggia

“Si, ho letto gli articoli ma occorre dire che nel ravennate ci sono più pinete e che gli animali ripresi sulla spiaggia non è detto che facciano parte di una famiglia stabile, magari erano solo di passaggio. Un territorio (che va dai 50 ai 200 mq) si può dire abitato dai lupi quando una famiglia si stabilisce e si riproduce per alcuni anni”.

Come stanno reagendo le persone nel territorio pugliese alla presenza dei lupi?

“In questo momento la presenza del lupo viene mal tollerata, così come in tutti i luoghi dove mancava e dove è ritornato ad abitare. Le persone, gli agricoltori e gli allevatori si erano abituati a tenere animali liberi senza controllo perché appunto il lupo sembrava scomparso da certi territori e rischiavano poco. Ora è vero che sta ritornando però non avrà grande successo, visto che sta facendo fatica ad adattarsi, ma la reazione è quella che si è vista in molte zone italiane: paura”.

Come spiega questa paura quasi ancestrale nei confronti del lupo?

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Perché lo si conosce poco. Ognuno ha il suo lupo nella testa, si costruiscono lupi fantastici che mangiano qualsiasi cosa ma nella realtà è un animale molto fragile e, per fortuna, ancora protetto. La direttiva europea purtroppo sta cambiando ma quella Habitat per fortuna non è ancora stata modificata (la Direttiva Habitat – 92/43/CEE – recepita dall’Italia con DPR dell’8 settembre 1997, n. 357, inserisce il lupo negli allegati B e D, proibendone la cattura, l’uccisione, il disturbo, la detenzione, il trasporto, lo scambio e la commercializzazione, ndr) . Occorre ricordare che il lupo è ancora un animale a rischio estinzione.

Ma il lupo attacca l’uomo?

Assolutamente no. Il lupo non attacca l’uomo perché lo teme, mangia animali abbandonati e in difficoltà, come cani e gatti ad esempio (cani randagi, spesso denutriti che ha imparato a riconoscere come possibili prede) e soprattutto scarti di allevamenti come placente o feti morti”.

il programma del convegno

Un convegno aperto a tutti per riuscire ad avere una corretta informazione, utile a sfatare miti e pregiudizi sul lupo, promuovendo una maggiore comprensione e accettazione della sua presenza.

Il convegno, aperto alla cittadinanza, prevede la partecipazione di esperti di settore che offriranno un quadro completo e approfondito su diverse tematiche legate alla presenza del lupo selvatico appenninico. Tra gli interventi principali:

Il ritorno del lupo e la sua conservazione: un focus sull’importanza del lupo come parte integrante dell’ecosistema e sulle misure necessarie per garantire la sua tutela.

Come vive il lupo selvatico appenninico nel territorio pugliese: un’analisi delle dinamiche comportamentali e delle interazioni del lupo con l’ambiente locale, considerando le particolarità del territorio pugliese.

Il ruolo istituzionale del servizio veterinario nella gestione del lupo selvatico: un approfondimento sulle responsabilità e sulle azioni messe in campo per la gestione e la salvaguardia della specie.

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