Nella notte si è sviluppato un quinto incendio. Già bruciati 117 chilometri quadrati, oltre 180 mila le persone evacuate, danni per 150 miliardi di dollari. Trump attacca il governatore Newsom: «Deve dimettersi». In cenere anche la casa di Mel Gibson:«Potrei metterla in un’urna»
Il bilancio delle vittime degli incendi di Los Angeles, il «più devastante» nella storia della California come ha detto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il più costoso nella storia degli Stati Uniti (danni per oltre 150 miliardi di dollari, secondo le stime) è salito ad almeno undici morti.
Ma il numero è parziale e destinato a salire: «Non abbiamo ancora dati certi», ammette lo sceriffo della contea di Los Angeles Robert Luna. Lo sceriffo ha poi reso nota l’imposizione del coprifuoco notturno anti saccheggio (dalle 18 alle 6 nelle aree di Palisades ed Eaton, le più devastate dagli incendi) e avverte che chi lo violerà «sarà arrestato», annunciando lo schieramento di 210 agenti di polizia e una linea dura contro i saccheggiatori, alcuni vestiti da vigili del fuoco per non farsi scoprire. «Non vogliamo che la gente approfitti dei nostri cittadini che sono già vittime, nessuno deve giocare con questa situazione». Ad ora sono venti i sciacalli arrestati.
Sono già andati in fumo circa 117 chilometri quadrati, la dimensione della città di San Francisco, mentre le persone sfollate sono oltre 153mila (ieri erano 180 mila) e altre 166 mila sono state avvertite di tenersi pronte a lasciare le proprie abitazioni.
Un quinto rogo nella notte
Nella notte un altro rogo si è innescato al confine tra le contee di Los Angeles e Ventura, a nord di quello di Pacific Palisades. Quest’ultimo incendio denominato «Kenneth», che minaccia numerose ville nelle zone collinari di Hidden Hills e Calabasas, località non distanti da Malibu e famose per le ville lussuose e isolate, come quella delle Kardashian, è stato contenuto al 35%, ha affermato il capo dei vigili del fuoco.
«Kenneth» è il quinto incendio attivo attorno a Los Angeles: mentre è stato contenuto il rogo «Sunset» a Hollywood, restano attivi il «Lidia» e «Hurst fire» nella San Fernando valley, a nord, il «Palisades» a ovest sull’Oceano (contenuto all’8%) e l’«Eaton» a est nella zona di Altadena, questi ultimi sono ora tra i 5 più distruttivi nella storia dello Stato della California. Lo ha reso noto il Dipartimento forestale e anti-incendi della California (CalFire), citato dalla Cnn. L’incendio di Palisades ha distrutto più di 5.300 strutture, ed è il terzo più distruttivo nella storia dello Stato. L’incendio di Eaton ha distrutto oltre 4000 strutture e 5650 ettari di terreno. Le cifre potrebbero continuare a salire man mano che i funzionari completeranno le valutazioni dei danni.
Quindici dei 20 incendi più distruttivi nella storia dello Stato si sono verificati a partire dal 2015, poiché il riscaldamento globale sta causando incendi sempre più grandi e più gravi negli Usa sud-occidentali. I due incendi sono anche gli unici dei 20 più distruttivi nella storia dello Stato ad essersi verificati a gennaio – uno sviluppo causato dall’estrema oscillazione da condizioni di umidità a condizioni di siccità negli ultimi due inverni, che hanno dapprima favorito la crescita della vegetazione per poi seccarla, trasformandola in cenere.
Le cause degli incendi e il piromane
E intanto comincia a emergere una possibile spiegazione per questa serie inarrestabile di incendi. Come i devastanti roghi di due anni fa a Maui, nelle Hawaii, anche i roghi di Los Angeles sarebbero stati provocati da problemi nella rete elettrica. Lo sostiene Whisker Lab, una società che raccoglie dati da sensori in grado di monitorare problemi sulla griglia
delle forniture energetiche.
La società sostiene che il suo sistema ha rilevato segni di stress sulle linee elettriche vicino ai luoghi da cui sono partiti i roghi prima che divampassero le fiamme. Nel 2023 i sensori della società avevano fornito alcune delle prime prove che l’incendio a Maui era stato causato da linee elettriche.
Nel frattempo è stato anche arrestato un sospetto piromane. L’episodio è avvenuto nella zona a nord di Los Angeles vicino a dove imperversa l’incendio «Kenneth». Intorno alle 16,30 locali (l’1,30 di oggi in Italia), la polizia è intervenuta in seguito alle segnalazioni di un uomo che stava
tentando di appiccare un incendio nella Ybarra Road a Woodland
Hills con un lanciafiamme artigianale. I residenti che hanno individuato il presunto piromane lo hanno bloccato fino all’arrivo degli agenti.
Le previsioni: venti forti fino a martedì
I vigili del fuoco di Los Angeles si preparano ad affrontare il vento forte che ha già alimentato le fiamme e reso molto difficile (a volte impossibile) contenere gli incendi. Si prevede che i venti rimarranno intensi fino al pomeriggio di venerdì (10 gennaio, ndr): «Almeno all’inizio della giornata di oggi, i venti soffieranno da una direzione più settentrionale – ha dichiarato venerdì mattina la meteorologa di Cnn, Allison Chinchar -. Ma nel corso del pomeriggio cambieranno. A volte soffieranno da est e altre volte da ovest. Questo rappresenta una preoccupazione per i vigili del fuoco».
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I vigili del fuoco sono fiduciosi che il significativo calo della forze dei venti nella giornata di sabato «potrà offrire sollievo alle squadre antincendio sul campo, i venti forti hanno a volte costretto gli aerei antincendio a terra, impedendo di scaricare acqua sulle fiamme». Per Brent Pascua, capo del dipartimento di protezione forestale della California, gli sforzi stanno andando nella giusta direzione, ma servirà «molto più lavoro del previsto» per contenere le fiamme.
Il servizio meteorologico Nazionale di Los Angeles ha avvertito, però, che i venti di terra continueranno fino alla prossima settimana, con un picco previsto domenica e «forse venti ancora più intensi» potrebbero arrivare fino a martedì prossimo, ha dichiarato giovedì Don Fregulia, capo della sezione operativa del California Interagency Management Team 5.
Identificate le prime vittime
Cominciano ad avere un nome le vittime dell’incendio a Los Angeles. Tra i primi identificati anche due disabili, padre e figlio, avvolti dalle fiamme davanti alla loro casa mentre aspettavano un’ambulanza che non è mai arrivata. Si cercano porta a porta i cadaveri nei quartieri devastati dalle fiamme, dove in molti si sono attardati nel disperato tentativo di salvare la casa. Tra questi Victor Shaw, 66 anni, che è stato il primo ad essere identificato: è morto nell’incendio Eaton, a nord-est di Los Angeles, mentre con una pompa da giardino in mano cercava di salvare dai roghi la casa di Altadena dove aveva vissuto per 55 anni. La sorella minore Shari Shaw, che aveva cercato di convincerlo ad evacuare, è invece fuggita appena prima che le fiamme inghiottissero l’abitazione: «Per lui aveva un grande significato. Era la casa dei genitori».
Cinque delle 10 vittime finora accertate sono morte nell’incendio a Eaton, mentre due sono stati confermati a Palisades. Abitavano invece ad Altadena Anthony Mitchell, 67 anni e un arto amputato, e il figlio colpito da paralisi cerebrale. Aspettavano un’ambulanza per essere soccorsi ma non hanno avuto neanche il tempo di uscire dalla porta. «Anthony non avrebbe lasciato mai Justin indietro, a nessun costo», ha detto la figlia di Mitchell, Hajime White, che vive in Arkansas. Rodney Nickerson, 82 anni, anche lui residente ad Altadena, è morto bruciato in casa, secondo quanto riferito dalla figlia Kimiko Nickerson: ingegnere aerospaziale della Lockheed, pensava di poter resistere all’incendio rimanendo nella sua abitazione.
Scuole chiuse, mascherine e purificatori
Tutte le scuole del distretto, il secondo più grande degli Stati Uniti, sono chiuse, anche a causa del denso fumo che aleggia sulla città e della cenere che piove in alcune parti. Con livelli di inquinamento atmosferico così alti, i cittadini si stanno attrezzando con mascherine e purificatori d’aria. Molti rimangono chiusi in casa, chi può si è trasferito da parenti o amici. Lo riporta il Washington Post aggiungendo che è stata fatta incetta di purificatori d’aria che ormai sono introvabili nell’intera area.
«Il tipico incendio spesso inizia ai piedi delle montagne e il fumo può fluire sopra valli e aree popolate, invece di restare sospeso vicino alla superficie», ha spiegato al Wp Scott Epstein, responsabile della valutazione della qualità dell’aria per il distretto della costa meridionale. «Ma poiché questi incendi sono nelle valli, nelle aree urbane, il fumo rimane basso fino al suolo e può avere impatti piuttosto gravi» ha sottolineato.
Le ville dei vip in fumo
Tra gli sfollati ci sono diverse celebrità come Diane Warren, Paris Hilton, Billy Crystal e Anthony Hopkins che hanno perso la loro villa alle Pacific Palisades, il quartiere residenziale che si erge su scogliere e colline sull’Oceano Pacifico vicino a Malibu e Santa Monica commemorato dai Beach Boys in Surfin’ Usa. Anche Mel Gibson ha raccontato che la sua villa è «completamente in fumo».
Milo Ventimiglia, volto della serie cult This is us, ha visto bruciare davanti ai suoi occhi la sua villa a Malibu. Lui e sua moglie Jarah Mariano, che partorirà nei prossimi giorni il loro primo figlio, sono stati costretti a scappare seguendo la tragedia dalle telecamere di sicurezza. «Abbiamo preso tutto quello che poteva servirci e siamo scappati», dice Ventimiglia con le lacrime agli occhi a CBS Evening News. «Cominci a pensare a tutti i ricordi che ci sono in ogni angolo di casa. Poi vedi le case dei tuoi vicini e tutto quello che ti circonda, ti si spezza il cuore», conclude.
Le strade che si snodano lungo canyon tortuosi offrono privacy e viste panoramiche ma non hanno di certo aiutato nell’emergenza. In molti sono dovuti fuggire a piedi con il fumo che gli divorava i polmoni. Le fiamme hanno bruciato parte della Charter High School, dove sono stati girati il film horror del 1976 Carrie e la serie tv Teen Wolf , e sono arrivate a lambire la scritta Hollywood sul Monte Lee.
È finita in cenere anche la proprietà di Mel Gibson a Malibù. Al momento dell’incendio, l’attore era in Texas per registrare una puntata del noto podcast di Joe Rogan sul sequel del film «La Passione di Cristo». Gibson, come Trump, ha criticato il governatore della California, Gavin Newsom, per la maldestra gestione della crisi: «Penso che tutti i soldi delle nostre tasse siano andati per il gel per capelli di Gavin. Aveva detto che si sarebbe occupato delle foreste ma non ha fatto nulla». «È devastante quello che sta accadendo – ha raccontato Gibson a NewsNation’s -. Sono stato sollevato dal peso delle mie cose perché sono tutte in cenere. È tutto così perfettamente bruciato che lo potrei mettere in un’urna». La star di Braveheart ha detto di aver vissuto nella sua villa per circa 15 anni e che anche le case di alcuni dei suoi vicini sono «sparite», compresa quella dell’attore Ed Harris. Mel Gibson ha fatto sapere che la sua famiglia ha seguito l’ordine di evacuazione ed è al sicuro.
Sono state invece evacuate, a causa della minaccia degli incendi, le sorelle Kardashian che hanno dovuto lasciare le proprie case di Hidden Hills. Kim, Kourtney, Khloe, Kylie, Kendall e Kris e anche il fratello Rob sono stati portati via dalle case, come apprende Tmz, in seguito all’ordine di evacuazione obbligatorio.
Perché i pompieri non avevano acqua a sufficienza?
Perché gli sforzi dei vigili del fuoco sono stati ripetutamente ostacolati dalla bassa pressione dell’acqua e dagli idranti a secco? Il sistema idrico che serve i quartieri di Los Angeles non ha la capacità di fornire grandi volumi d’acqua per diverse ore, ha spiegato Martin Adams, ex direttore generale del Dipartimento di Acqua ed Energia di Los Angeles al Los Angeles Times. «Il sistema non è mai stato progettato per combattere un incendio che avvolge l’intera città». Le limitazioni dei sistemi idrici locali hanno complicato gli sforzi di spegnimento a Pacific Palisades, dove molti idranti avevano poca o nessuna acqua, così come ad Altadena e Pasadena.
Adams ha spiegato che il sistema idrico nell’area di Palisades è progettato per fornire abbastanza acqua per spegnere incendi domestici o in edifici commerciali, «ma quando un incendio colpisce l’intera zona, con dieci volte più unità antincendio che prelevano acqua contemporaneamente, il sistema è messo sotto pressione» e non regge. In caso di incendi boschivi, i vigili del fuoco di Los Angeles utilizzano gli aerei per rilasciare acqua e ritardanti, ma martedì e mercoledì, mentre le fiamme si diffondevano rapidamente, gli elicotteri antincendio sono stati bloccati a terra a causa dei forti venti di Santa Ana, costringendo le squadre a dipendere dai sistemi idrici a terra.
Gli sforzi per spegnere gli incendi hanno messo sotto enorme pressione il sistema idrico dell’area, aumentando la domanda d’acqua di quattro volte per 15 ore concescutive, ha dichiarato Janisse Quiñones, amministratore delegato e ingegnere capo del DWP. Gli idranti funzionavano nelle zone a bassa quota, ma nelle aree collinari, come Palisades Highlands, i serbatoi si sono svuotati rapidamente nonostante l’invio di autocisterne.
Le polemiche e la rabbia
E, come sempre, insieme ai disastri arrivano le polemiche. Con le
condizioni di siccità di quest’anno e le previsioni di forti venti, la comunità
di Pacific Palisades aveva chiesto un piano di protezione dagli incendi che però non è mai arrivato. In più nelle prime 24 ore dell’emergenza la sindaca Karen Bass era in Ghana per partecipare all’insediamento del presidente John Dramani Mahama.
E, nonostante sia tornata in tutta fretta, ha dovuto subire dure contestazioni. Il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha accusato sia lei che il governatore della California, Gavin Newsom, di essere due incompetenti: «Il fuoco si sta diffondendo rapidamente da tre giorni – ZERO CONTENIMENTO», ha scritto sul social Truth. «E l’Ente federale per la gestione delle emergenze non ha soldi, tutto dilapidato sulla Nuova Truffa Green!». Secondo Trump, Newsom (prontamente ribattezzato Newscum: scum in inglese significa feccia), dovrebbe dimettersi. Ma in una lettera, diffusa nelle ultime ore, è il governatore della California questa volta a rivolgersi a Trump invitandolo a Los Angeles per verificare con mano lo stato del disastro. «Nello spirito di questo grande paese non dobbiamo politicizzare una tragedia umana o spingere disinformazione» ha scritto Newsom.
Molto duro l’attore James Woods, tre Emmy e un Golden Globe in carriera, una delle star che ha visto la sua abitazione bruciare: «Sono bastate poche ore perché l’inettitudine di Gavin Newsom e Karen Bass rendesse Pacific Palisades una terra bruciata. Ricostruire sarà un compito gargantuesco. Il primo passo necessario deve essere il ritiro di questi due inutili politicanti» ha scritto su X.
La sindaca Bass, sulla difensiva dopo le critiche per la risposta della città ai roghi, ha chiesto che la «politica non interferisca e divida» e ha annunciato in conferenza stampa che sono «già in atto dei piani per provvedere alla ricostruzione» e si tratterà di «una impresa enorme», ma «non ci saranno intoppi burocratici, la strada per la ricostruzione sarà libera dalla burocrazia. Andremo avanti con nuove strategie e nuove politiche». «Il presidente Biden ha promesso il suo pieno sostegno agli sforzi di risposta agli incendi incluso il rimborso da parte della FEMA (Ente federale per la gestione delle emergenze, ndr) del 100% dei dei nostri costi per affrontare al disastro», ha dichiarato la sindaca di Los Angeles.
Il presidente Biden, dal canto suo, per monitorare la situazione ha annullato il viaggio di tre giorni in Italia, in cui avrebbe dovuto incontrare la premier Giorgia Meloni e papa Francesco.
Intanto anche l’Unione europea si è detta disponibile ad aiutare gli Stati Uniti, se ce ne sarà bisogno. Lo ha affermato una portavoce della Commissione europea durante il briefing quotidiano con la stampa: «Abbiamo i nostri strumenti in campo, abbiamo il meccanismo di protezione civile, abbiamo il sistema di mappe di Copernicus. Siamo pronti ad aiutare se richiesto» ha spiegato una delle portavoce della Commissione Ue a proposito dell’«inferno che tutti abbiamo visto» negli Usa.
In città regna la confusione: «Sembra l’apocalisse»
Intanto in tutta l’area metropolitana di Los Angeles regna la confusione. Almeno 20 persone sono state arrestate per saccheggio nelle zone evacuate per gli incendi: «Hanno scelto di rischiare per privare dei loro beni queste povere persone, che ne hanno già passate tante» ha detto lo sceriffo
Robert Luna durante una conferenza stampa. Mentre su X c’è chi parla di sciacalli vestiti da vigili del fuoco in azione.
Alla confusione hanno contribuito anche i pompieri. Ieri alle 15,57 (ora locale) migliaia di abitanti hanno ricevuto sui loro cellulari un segnale giallo di attenzione, con scritto: «Questo è un messaggio d’emergenza del dipartimento dei Vigili del fuoco della Contea. C’è un avviso di evacuazione nella tua zona. Rimani in allerta e pronto ad andartene. Raduna le persone care, gli animali e le cose fondamentali. Continua a monitorare le previsioni e le notizie». Un quarto d’ora dopo però è arrivata la smentita: si è trattato di un «guasto tecnico».
«Tutta la città è nel panico, in certi punti sembra l’apocalisse». È quanto ha raccontato a LaPresse il ristoratore italiano Vincenzo Porcu, titolare di Carasau Restaurant e Carasau bar a Los Angeles. «L’incendio continua ad avanzare, le fiamme sono sempre alte e i pompieri sono in crisi perchè non hanno molti mezzi per combattere questo fuoco». Porcu, originario della Sardegna e da 25 anni negli Stati Uniti, non ha subito danni: «Io sto bene, ma ci sono tantissime case e attività bruciate. Conosco persone che hanno perso tutto: la casa, i documenti, i ricordi».
Danni per 150 miliardi di dollari, fermata la revoca delle polizze
Il costo potenziale per le compagnie assicurative della devastazione causata dagli incendi di Los Angeles dovrebbe ora superare i 20 miliardi di dollari, secondo gli analisti di JPMorgan Chase & Co., citati da Bloomberg. In una nota ai clienti, gli analisti hanno avvertito che le perdite totali assicurate potrebbero aumentare ulteriormente se gli incendi non vengono controllati e la devastazione continua a diffondersi.
Lo Stato della California ha quindi deciso di imporre il divieto alle società assicurative di cancellare o revocare le polizze di clienti delle zone di Los Angeles maggiormente devastate dagli incendi. Il divieto, ordinato dal responsabile alle assicurazioni statale, ha valore per un intero anno e mira a prevenire l’esodo degli assicuratori dallo stato.
Ma queste sono solamente le perdite per le assicurazioni. Le perdite economiche totali, riferisce il Wall Street Journal, potrebbero raggiungere i 50 miliardi di dollari. Una stima considerata al ribasso da AccuWeather, che calcola danni fino a 135-150 miliardi di dollari.
Costretto a chiudere un centro della Nasa
Gli incendi hanno costretto alla chiusura anche il Jet Propulsion Laboratory della Nasa, il principale centro per l’esplorazione planetaria robotica: il Jpl dirige, infatti, diverse missioni di alto profilo come quelle di Perseverance e Curiosity su Marte e quella di Europa Clipper, lanciata lo scorso ottobre e diretta alla luna di Giove, alla quale giungerà nel 2030.
La comunicazione è arrivata via X dalla direttrice del Jpl, Laurie Leshin, che ha specificato che il centro non ha per ora subito danni a causa dell’incendio, ma che le fiamme sono arrivate molto vicine alla struttura. «Centinaia di dipendenti del Jpl sono stati evacuati dalle loro case e molti l’hanno persa», ha aggiunto Leshin. La struttura della Nasa è minacciata dall’incendio «Eaton», uno dei tanti scoppiati nell’area di Los Angeles, che da solo ha bruciato almeno 400 ettari.
Gli aiuti di Harry e Meghan
Il principe Harry e la duchessa del Sussex Meghan hanno rivolto un appello tramite internet a sostenere le persone colpite dagli incendi nella contea di Los Angeles. «Se un amico, una persona cara o un animale domestico deve evacuare e siete in grado di offrire loro un rifugio sicuro nella vostra casa, fatelo» hanno scritto. Loro stessi, come riporta la Cnn, hanno donato vestiti, articoli per bambini e altri beni di prima necessità alle persone colpite.
Rinviata la partita dei Lakers
Gli incendi a Los Angeles hanno fermato anche lo sport. Rinviata la partita dei Lakers, che avrebbero dovuto sfidare gli Charlotte Hornets: «I nostri pensieri sono con coloro che sono stati colpiti da questa situazione inimmaginabile: la partita sarà riprogrammata per concentrarsi su ciò che conta di più oggi» si legge nel comunicato della franchigia Nba.
I Los Angeles Rams, invece, «per motivi di sicurezza pubblica» hanno spostato a Glendale (Arizona) la loro sfida con i Minnesota Vikings, valida per il primo turno dei playoff Nfl.
Perché la California è la Ground Zero dei disastri?
Dalle piogge torrenziali ai devastanti incendi. Solo un anno fa, la California meridionale era sott’acqua allagata dalle piogge iniziate a dicembre e che raggiunsero il proprio culmine nel mese di febbraio; ora la situazione è diametralmente opposta con siccità e incendi a farla da padrone dopo una delle estati più calde mai registrate e un autunno che non ha fatto registrare precipitazioni. La California è particolarmente suscettibile al peggio del cambiamento climatico: le estati sono senza pioggia e la maggior parte delle precipitazioni cade in inverno, quindi anche piccoli cambiamenti nei modelli meteorologici possono gettare lo Stato in periodi di inondazioni bibliche o di siccità che brucia il paesaggio.
Questi enormi cambiamenti da condizioni secche a umide e viceversa, noti come «colpi di frusta meteorologici», stanno diventando più frequenti e queste oscillazioni peggiorano la gravità e le possibilità di pericoli come incendi e inondazioni improvvise.
La serie torrenziale di tempeste verificatasi lo scorso inverno ha accelerato la crescita delle piante, portando a una quantità di vegetazione che Daniel Swain, climatologo presso l’Università della California, ha stimato essere il doppio della media della regione, materiale che poi è diventato il combustibile per gli incendi di questa settimana.
«Questa sequenza di colpi di frusta in California ha moltiplicato per due il rischio di incendi: innanzitutto, aumentando notevolmente la crescita di erba e cespugli infiammabili nei mesi che precedono la stagione degli incendi e poi seccandoli a livelli eccezionalmente elevati con l’estrema siccità e il caldo che ne sono seguiti», ha affermato il climatologo.
Il clima secco e l’abbondanza di combustibile sono sufficienti a scatenare incendi boschivi, ma gli incendi di questa settimana sono stati potenziati da una tempesta di vento insolitamente potente a Santa Ana, un’aggiunta devastante alla ricetta già pericolosa. Le fiamme sono state trasportate da casa in casa da raffiche di vento fino a 160 chilometri l’ora, rendendo impossibile per i vigili del fuoco tenere le fiamme sotto controllo.
È stato l’inizio più secco dell’inverno mai registrato nella California meridionale, secondo Swain, e i meteorologi del National Interagency Fire Center avvertono che rimarrà a rischio di «potenziali incendi significativi superiore alla norma» fino alla fine di gennaio. Potrebbe anche significare un inizio anticipato della tradizionale stagione degli incendi nelle aree ad altitudini più elevate, ha avvertito l’agenzia e gli incendi violenti rimarranno possibili finché il pendolo del meteo estremo non tornerà a oscillare verso l’umido e la California non riceverà una forte pioggia invernale.
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