Il Papa: in Dio la speranza per questa terra abusata e ferita. Il Giubileo invita a ricominciare

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Francesco inaugura il ciclo di udienze giubilari del sabato, un momento per “accogliere e abbracciare” i pellegrini dell’Anno Santo. Riflette sulla figura di Giovanni Battista e invita a fare il “salto di qualità” proposto dal Vangelo: riconoscerci piccoli per accogliere il Regno di Dio che “tanti Erode” dei giorni nostri ancora “contrastano”. Nei saluti finali l’appello a continuare a pregare per la pace: “La guerra è sempre una sconfitta”

Edoardo Giribaldi – Città del Vaticano

“Ricominciare!”. La parola riecheggia a più riprese in Aula Paolo VI. Un unisono di voci, giovani e non, incoraggiate da un sorridente Papa Francesco. Il termine diventa fulcro della catechesi del nuovo ciclo di udienze giubilari del sabato, inaugurate oggi 11 gennaio. Si terranno per lo più ogni quindici giorni sullo schema di quelle canoniche del mercoledì, e verteranno sul tema della speranza, rappresentando un ideale abbraccio rivolto ai pellegrini in visita a Roma, alla ricerca di “un nuovo inizio”. 

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Il Giubileo, infatti, è un nuovo inizio, la possibilità per tutti di ripartire da Dio. Col Giubileo si incomincia una nuova vita, una nuova tappa.

LEGGI LA CATECHESI INTEGRALE DI PAPA FRANCESCO

Giovanni Battista, “profeta della speranza”

Il Papa ricorda la natura teologale della speranza, analizzandone l’etimologia: “in latino virtù, virtus vuol dire ‘forza’”, che “viene da Dio”. Non si tratta quindi di una qualità innata – “che si ha o non si ha” o di “un’abitudine”, ma di un valore “da chiedere”, che spinge a mettersi in cammino, come pellegrini. La vicina festa del Battesimo di Gesù, che si celebra domani, è un invito a riflettere su Giovanni Battista, “grande profeta della speranza”, secondo Francesco. Di lui si ricorda la “meravigliosa” definizione data da Gesù nel Vangelo di Luca: “il più grande fra i nati di donna”. Questa fama giustificava l’afflusso di persone verso Giovanni, “credibile nella sua personalità”, tutte guidate dal desiderio tramandato fino ai nostri giorni “di un nuovo inizio”. Un ideale passaggio di testimone tra il Battista, che “proponeva di attraversare il fiume Giordano” e i pellegrini che attraversano la Porta Santa per “ricominciare.

Questa è la parola, ricominciare, ricevere la terra da capo, come la prima volta.

“Mettiamoci questo in testa!”, esorta il Papa. “Non sento bene”, “sono un po’ sordo”, scherza poi, invitando più volte l’assemblea a ripetere: “Ricominciare!”

Papa Francesco all'udienza giubilare in Aula Paolo VI

Papa Francesco all’udienza giubilare in Aula Paolo VI

Il “salto di qualità” della speranza

Al “complimento” nei confronti del Battista, Francesco nota un’aggiunta da parte di Gesù: “Io vi dico: fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui”. La speranza, spiega il Papa “è tutta in questo salto di qualità”. 

Non dipende da noi, ma dal Regno di Dio. Ecco la sorpresa: accogliere il Regno di Dio ci porta in un nuovo ordine di grandezza. Di questo il nostro mondo, tutti noi abbiamo bisogno!

E noi, “cosa dobbiamo fare?”, chiede ancora Francesco. “Ricominciare!”, rispondono i presenti.

“Ho dentro di me un vero desiderio di ricominciare?”

Anche Giovanni Battista, descritto nei momenti più difficili della sua vita, come il carcere, è un esempio di fede che si confronta con i dubbi. Interrogativi che affollavano la mente del Battista così come quelle di tanti pellegrini odierni, “perché sono molti gli ‘Erode’ che ancora contrastano il Regno di Dio”. La risposta si può trovare nella “legge sorprendente del Vangelo”, nella “strada nuova” proposta e camminata da Gesù, centrata sulle Beatitudini.

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Ci chiediamo, allora: ho dentro di me un vero desiderio di ricominciare? Pensateci, ognuno di voi: dentro voglio ricominciare? Ho voglia di imparare da Gesù chi è veramente grande? Il più piccolo, nel Regno di Dio, è grande.

Riconoscerci piccoli

Guardando a Giovanni, Francesco invita a fare un passo ulteriore. A vedere nella “differenza di Dio”, nella sua “diversa” grandezza, una nuova speranza estesa alla “casa comune”, così “tanto abusata e ferita”.

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E noi ricominciamo da questa originalità di Dio, che è brillata in Gesù e che ora ci impegna a servire, ad amare fraternamente, a riconoscerci piccoli. E a vedere i più piccoli, ad ascoltarli e a essere la loro voce. Ecco il nuovo inizio, questo è il nostro Giubileo!

Francesco chiosa chiedendo nuovamente alla folla di ripetere il gioioso leitmotive che ha guidato l’intera catechesi: “Ricominciare!”

“Preghiamo per la pace”

Nel post-udienza, salutando i fedeli di lingua italiana, il Papa rilancia l’appello a pregare per la fine dei conflitti nel mondo. “Non dimentichiamo mai che la guerra è una sconfitta, sempre!”, ribadisce Francesco, dando voce all’accorata richiesta avanzata a più riprese nel corso delle precedenti udienze del mercoledì e non solo. “Preghiamo per i Paesi in guerra, che arrivi la pace”, conclude.

Papa Francesco all'udienza giubilare in Aula Paolo VI

Papa Francesco all’udienza giubilare in Aula Paolo VI



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