Lecco: mutui preclusi ai giovani, se li addossano i nonni. La denuncia della CGIL

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Redditi bassi e giovani costretti ad attendere per essere realmente autonomi. Anche quest’anno, la Cgil conferma quanto emerso già negli anni scorsi e per un periodo che si va facendo ormai lungo secondo la lettura dei dati sulle dichiarazioni dei redditi presso i centri di assistenza fiscali. Alla sede della Camera del lavoro è stato presentato il consuntivo dello scorso anno del Caaf con un approfondimento dei dati da parte del direttore Massimo Cannella e un’interpretazione “politica” da parte del segretario generale della Cgil lecchese Diego Riva che, appunto, ha sottolineato il diffondersi della precarietà e il problemi dei salari che non riescono a tenere il passo con l’inflazione.
Come sempre, la parte più consistente dell’attività del centro fiscale della Cgil è costituito dalle dichiarazioni dei redditi da parte dei cittadini (il cosiddetto modello 730, per intenderci). Le pratiche, nel corso del 2024, sono state 28.814 con un incremento di 326 rispetto all’anno precedente, sostanzialmente il 23% delle oltre 115mila dichiarazioni presentate complessivamente nella provincia di Lecco dove operano 56 caf (e 17 sono quelli della Cgil).

Massimo Cannella

Dall’analisi dei dati emerge che il reddito medio è stato in leggero aumento rispetto all’anno precedente, anche se – come detto – non in grado di tenere il passo con l’inflazione. Soprattutto per i giovani: tra i 20 e i 30 anni di età il reddito medio annuo è di 18mila euro, sale a 24mila tra i 30 e i 40 anni per attestarsi sui quasi 28mila tra 41 e i 70 anni, per poi scendere nell’età della pensione.

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per lavori di ristrutturazione

 

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Viene inoltre confermata anche nel nostro territorio la volontà di vivere in una casa di proprietà, ma proprio per l’ammontare del reddito, l’accesso ai mutui bancari per poter acquistare l’alloggio avviene soprattutto fra i 41 e i 50 anni di età, quando si registra il picco maggiore, per poi scendere nelle fasce successive di età. Aspetto curioso, si registra l’accensione di mutui anche tra i 71 e gli 80 anni di età e addirittura oltre gli 80. Non sorprende comunque: si tratta dei papà e dei nonni che lo fanno in favore di figli e nipoti che per varie ragioni (a partire appunto da un lavoro precario) non hanno i requisiti. 

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A proposito di anziani, inoltre, molti sono coloro oggetto di verifiche da parte dell’Agenzia delle entrate per alcune discrepanze nella dichiarazione. Soprattutto da parte di ultranovantenni. Ma ciò – ha precisato Cannella – non significa certo evasione. Semplicemente, si tratta di persone ricoverate in case di riposo alle quali quindi pagano la retta, senza che la stessa casa di riposo lo comunichi all’agenzia. Non è quindi possibile incrociare i dati. Ed è un aspetto sul quale il sindacato insiste affinché si trovi una soluzione, per evitare di vessare anziani e famigliari o addirittura eredi per un problema sostanzialmente burocratico.
Sul fronte casa, inoltre e ennesima conferma della particolare attenzione per i beni immobili, costante anche il ricorso alle esenzioni fiscali per effettuare lavori di ristrutturazione o di efficientamento energetico.

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Del resto, l’86% di coloro che hanno presentato il modello 730 attraverso la Cgil è in credito, solo il 9% in debito, mentre il 3% è in pareggio.
In quanto ai dati “interni” alla Camera del lavoro, soddisfazione per la fedeltà dei contribuenti che si rivolgono agli sportelli della Cgil: ben l’88% degli utenti infatti conferma la propria fiducia.
Infine, le altre pratiche effettuate dal Caaf riguardano i contratti per colf e badanti (240 pratiche, ma il picco si era registrato nel 2020 in epoca covid con 330), le successioni (413) e le dichiarazioni Isee: sono state quasi novemila lo scorso anno, mentre per quest’anno le prenotazioni hanno già superato quota 10mila; si comincerà lunedì prossimo 13 gennaio per concludere nel mese di marzo, dopo di che ad aprile si ripartirà con le dichiarazioni dei redditi: le prenotazioni sfiorano già le 25mila.
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Diego Riva

«I dati – ha detto il segretario generale Riva – ci servono per verificare il buon funzionamento del nostro sistema di Caaf, ma anche per evidenziare una serie di problemi che sono oggetto di conflittualità. Rispetto al passato, infatti, è chiaro che i lavoratori stanno perdendo potere d’acquisto e fino ai 30 anni è difficile rendersi autonomi, pensare di fare famiglia o di accendere un mutuo per la casa. Tutto ciò ci dice anche che i contratti nazionali sono fondamentali e non possono essere messi in discussioni. Val la pensa di dire che, se dovesse entrare in vigore l’autonomia differenziata regionale, i contratti nazionali sparirebbero, in ogni regione si contratterebbe al ribasso. Anche sotto l’aspetto dell’occupazione, è vero che è aumentata, ma ci si chiede come mai siano diminuite le ore lavorate e come il pil sia così basso: non aumenta ma diminuisce. E ciò perché i lavoratori non acquistano: il loro reddito è insufficiente. E ciò anche a Lecco che pure è zona ricca. Quindi non è vero che va tutto bene come si dice: ci sono persone che lavorano ma non hanno risorse sufficienti. Si conferma dunque la missione del sindacato che è quella di stare vicino alle persone, aiutarle. Aumentando anche le tutele individuali, perché aumenta il precariato e non ci sono più le grandi fabbriche dove la contrattazione era collettiva».


D.C.



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