Venezuela, nel giorno del giuramento di Maduro nuove sanzioni Usa contro alti funzionari del regime

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Nel giorno del giuramento di Nicolás Maduro per il suo terzo mandato da presidente del Venezuela, gli Stati Uniti introducono nuove sanzioni contro otto alti funzionari di Caracas “alla guida delle principali agenzie economiche e di sicurezza che consentono la repressione e il sovvertimento della democrazia in Venezuela da parte del presidente Nicolás Maduro”.

Lo rende noto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, in una conferenza stampa con un gruppo ristretto di giornalisti. Tra le figure colpite dalle sanzioni ci sono funzionari di alto livello dell’esercito e della polizia e i presidenti delle compagnie di Stato del petrolio e dei trasporti aerei.

Maduro ha giurato per il suo terzo mandato da presidente del Venezuela per il periodo tra il 2025 e il 2031 di fronte a Jorge Rodriguez, capo dell’Assemblea nazionale. Durante il suo giuramento Maduro si è impegnato a “far rispettare tutti gli obblighi della Costituzione” e ha promesso che il suo mandato “sarà di pace, prosperità e nuova democrazia”.

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Il presidente ha giurato su una copia originale della Costituzione introdotta da Hugo Chávez, padre della cosiddetta “rivoluzione bolivariana”. Poco dopo è stata consegnata a Maduro la fascia presidenziale. Durante la diretta della cerimonia la televisione di Stato ha mostrato le immagini di un drappello di sostenitori chavisti riunito intorno al palazzo dell’Assemblea nazionale nel centro di Caracas, sotto strette misure di sicurezza militari e di polizia.

Maduro: “Il Venezuela non si colonizza né si domina”

Il Venezuela non si colonizza né si domina, né con la diplomazia del bastone né con quella della carota. Faremo rispettare la Costituzione una e mille volte, come l’abbiamo fatta rispettare in questi anni. È stato il comandante Chavez ad aprire la strada”. Lo ha rivendicato Maduro nel corso della cerimonia di insediamento, aggiungendo che intende seguire il percorso intrapreso da Chavez “perché noi siamo costituzionalisti”. 

In mattinata il Venezuela aveva chiuso il suo confine con la Colombia, in vista della cerimonia di insediamento di Maduro, che si è dichiarato vincitore delle elezioni del 28 luglio. La sua vittoria è contestata non solo dall’opposizione, ma da anche Usa, Parlamento Ue e altri Paesi della comunità internazionale che ritengono invece Edmundo Gonzalez, candidato dell’opposizione, il vincitore legittimo delle elezioni.

L’opposizione: “È in atto un colpo di Stato”

L’opposizione venezuelana definisce “un colpo di Stato” l’insediamento di Maduro per il terzo mandato e rivendica la vittoria del suo candidato Edmundo González Urrutia alle elezioni presidenziali del 28 luglio scorso. Plataforma Unitaria, principale coalizione di opposizione, in un comunicato sui social network scrive: “Un colpo di Stato è stato compiuto”. 

Nel testo si parla di “usurpazione del potere da parte di Nicolás Maduro, sostenuto con la forza bruta e ignorando la sovranità popolare espressa con forza il 28 luglio”.

L’Ue: “Maduro non ha la legittimità di un presidente eletto”

“Nicolás Maduro non ha la legittimità di un presidente democraticamente eletto”. Esordisce così Kaja Kallas, alto rappresentante Ue, in una nota a nome dei 27 Paesi dell’Unione Europea.

“L’Ue sostiene il popolo venezuelano nella sua difesa della democrazia – rivendica sempre Kallas -. Le nuove sanzioni colpiscono le persone che minano la democrazia e i diritti umani. Continueremo a lavorare con tutti i venezuelani per una soluzione democratica della crisi”.

Intanto il Consiglio Ue rende noto che ha deciso di prorogare le misure restrittive nei confronti del Venezuela per un altro anno, fino al 10 gennaio 2026. Il Consiglio ha reintrodotto le restrizioni di viaggio applicate a quattro persone, temporaneamente sospese lo scorso maggio.

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Nuove misure restrittive sono state introdotte nei confronti di altre 15 persone, alla luce degli sviluppi successivi alle elezioni presidenziali e della mancanza di progressi verso un dialogo guidato dal Venezuela che porti al ripristino della democrazia e dello Stato di diritto.

Miguel Díaz Cancel, presidente di Cuba, unico capo di Stato presente

Sono circa cento le rappresentanze diplomatiche di vari Paesi, soprattutto africani e caraibici, presenti a Caracas per l’insediamento di Maduro. Finora l’unico capo di Stato presente è Miguel Díaz Canel, presidente di Cuba, il cui arrivo è stato trasmesso in diretta dalla televisione di Stato venezuelana.

Vyacheslav Volodin, presidente della Duma di Stato russa, è presente in rappresentanza di Vladimir Putin. Per la Cina c’è Wang Dongming, rappresentante del parlamento, per conto del presidente Xi Jinping.

Atterrati nella capitale del Venezuela anche Gaston Browne, primo ministro di Antigua e Barbuda, Claudius Francis, presidente del parlamento di Santa Lucia, e due ministri dello Stato caraibico di Grenada: Dennis Cornewall, titolare delle infrastrutture, e Adrian Thomas, responsabile del turismo.

Il resto dei partecipanti sono funzionari politici di medio livello o autorità di forum politici come l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec), rappresentata dal segretario generale, il kuwaitiano Haitham Al-Ghais. Venerdì in serata sono arrivate le delegazioni di Algeria, Repubblica Araba Saharawi, Antigua e Barbuda, Santa Lucia e Grenada, oltre all’algerino Ibrahim Boughali, presidente dell’Unione interparlamentare araba.

È intervenuto a Caracas anche l’ex presidente dell’Honduras, Manuel Zelaya (2006-2009), attuale consigliere di Xiomara Castro, nuova presidente. Hanno inviato una delegazione Congo, Messico e il Forum di San Paolo. Non mancano rappresentanti dei giovani di Argentina, Brasile, Cile, Colombia e di altre nazioni dell’America Latina e dei Caraibi. Il ministro degli Esteri del Venezuela, Yván Gil, ha pubblicato delle fotografie con le delegazioni di Nigeria, Mali, Burkina Faso, Uganda, Serbia e Bielorussia.

Meloni: “Su Machado atto inaccettabile, non riconosciamo Maduro”

Le notizie che arrivano dal Venezuela rappresentano un altro inaccettabile atto della repressione del regime di Maduro, di cui non riconosciamo la proclamata vittoria elettorale. Intendiamo continuare a lavorare per una transizione democratica e pacifica. Le legittime aspirazioni di libertà e democrazia del popolo venezuelano devono finalmente trovare realizzazione“. Così, in una nota, la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in merito alla leader dell’opposizione Maria Corina Machado, arrestata e trattenuta per alcune ore.

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Il post di María Corina Machado

Il mio cuore è con il venezuelano che è stato ferito da un proiettile quando le forze repressive del regime mi hanno arrestato, ora sono in luogo sicuro più determinata che prima ad andare con voi fino in fondo“, ha scritto oggi su X. Nel suo post, la Machado assicura che continuerà a tenere informati su quello che è successo e “quello che succederà oggi”, immaginando che ci saranno ulteriori nuove proteste durante l’insediamento di oggi.

Venezuela chiude confine con Colombia per 4 giorni: “Complotto internazionale”

Il governatore dello stato venezuelano di Tachira, Freddy Bernal, ha annunciato la chiusura della frontiera con la Colombia fino a lunedì prossimosu istruzione di Nicolas Maduro” a fronte di “informazioni su un complotto internazionale per disturbare la pace” in Venezuela.

Siate certi che abbiamo il controllo assoluto dello Stato e garantiremo la tranquillità e la pace di tutto il popolo di Tachira in qualsiasi circostanza“, ha affermato Bernal in un video diffuso dal suo ufficio sui social media. Migración Colombia, organismo di sicurezza che monitora gli spostamenti delle persone tra i due Paesi che condividono una frontiera lunga oltre 2.000 chilometri, aveva anticipato ieri la possibilità di una chiusura del confine in vista del giuramento di Nicolas Maduro per un terzo mandato presidenziale e di un possibile rientro nel paese del candidato dell’opposizione, Edmundo Gonzalez, che ha contestato l’esito del voto

Ppe: “Basta dittatura e repressione, Gonzalez sia presidente”

Il Ppe chiede libertà per il popolo venezuelano e fa un forte appello a tutti i governi dell’Ue affinché esigano il rispetto dei risultati delle elezioni presidenziali. L’unico che può essere investito della carica di presidente oggi è Edmundo González”, scrive il Partito popolare europeo in una nota. “Il popolo venezuelano dà alle elezioni presidenziali un messaggio chiaro per sostituire la dittatura con la democrazia e dovrebbe avere gli stessi diritti degli altri per vedere riconosciuti i propri diritti democratici. Il Ppe condanna qualsiasi tipo di coercizione contro il presidente eletto, Edmundo González, María Corina Machado o qualsiasi altro membro degli oppositori politici del regime di Maduro. L’Ue deve fornire un sostegno inequivocabile alla democrazia in Venezuela“, conclude il Ppe.

Il rapimento di María Corina Machado

La donna a capo dell’opposizione in Venezuela, è stata liberata dopo essere stata “detenuta con la forza”. Lo afferma il suo team. In un post su X, il suo partito, Vente Venezuela, afferma che “durante il periodo del suo rapimento è stata costretta a registrare diversi video e poi è stata rilasciata. Nelle prossime ore si rivolgerà al Venezuela per spiegare i fatti”.

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Machado era apparsa in pubblico a Caracas per la prima volta dalla fine di agosto, dopo 133 giorni di clandestinità forzata, ed era stata arrestata al termine di una protesta contro l’insediamento del presidente Nicolas Maduro per il suo terzo mandato da presidente.

Secondo Vente Venezuela, Machado era stata catturata da agenti armati del chavismo che avevano aperto il fuoco contro la sua delegazione. “María Corina è stata violentemente intercettata mentre usciva dal comizio di Chacao. Agenti del regime hanno sparato alle moto che la trasportavano”, affermava in un post su X Vente Venezuela. Il partito di opposizione aggiunge: “Speriamo di poter confermare la sua situazione”.

La manifestazione pacifica a Chacao

Machado era uscita dalla clandestinità per partecipare a una manifestazione pacifica dell’opposizione a Chacao, uno dei Comuni di Caracas, sfidando la minaccia delle forze di polizia e militari e delle bande armate di civili che pattugliano la capitale. Machado ha preso la parola per intonare l’inno nazionale venezuelano da un palco improvvisato, rivolgendosi a circa 700 persone che l’aspettavano dal mattino.

A pochi metri da agenti di polizia pesantemente armati e blindati e vicino a civili chavisti anche loro armati, Machado sarebbe stata arrestata dopo che il conducente della sua moto aveva perso il controllo del mezzo provocandone la caduta.

Tajani: “Chiediamo la liberazione immediata di Machado”

Antonio Tajani, ministro degli Esteri italiano, aveva chiesto “la liberazione immediata” di Machado, sottolineando: “Non possiamo più tollerare le azioni repressive e illegittime del regime di Maduro che ha perso le elezioni”. Il titolare della Farnesina ha espresso la sua solidarietà “a tutti i cittadini che combattono per la libertà e la democrazia in Venezuela”.

Intanto proseguono i numerosi arresti di attivisti dell’opposizione e la sparizione di diversi giornalisti. Volker Turk, alto commissario delle Nazioni Unite per i Diritti umani, ha parlato di “profonda preoccupazione” per la repressione del dissenso nel Paese.

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Il ministero degli Esteri di Caracas: “L’arresto non è mai avvenuto”

Secondo Yván Gil, ministro degli Esteri del Venezuela, l’arresto di María Corina Machado non sarebbe mai avvenuto

La signora María Corina Machado ha tentato un’operazione di false flag, prendendo in giro la destra e il fascismo internazionale, che immediatamente ha mentito come al solito”, afferma Gil su Telegram. “La virulenza della reazione dei governi e dei personaggi estremisti internazionali segnala solo la complicità tra coloro che non accettano che l’opposizione è un clamoroso fallimento e agiscono come sempre facendo una figura ridicola di prima grandezza”.

Il ministro degli Esteri di Caracas, citato anche da tv statali tra cui Venezolana de Televisión e La Iguana TV, prosegue: “La signora Machado ha diversi procedimenti giudiziari aperti in Venezuela, per i quali dovrà rendere conto. Tuttavia, il comportamento del governo bolivariano sarà sempre conforme allo Stato di diritto. Un altro fiasco della ultradestra venezuelana, un’altra buffonata e ridicolaggine mondiale del fascismo internazionale. Il popolo del Venezuela vincerà sempre!”. Gil definisce “fascismo” qualsiasi opposizione interna al Paese.

L’insediamento di Maduro in un clima di profonda tensione

L’arresto di Machado è maturato in una situazione di profonda tensione alla vigilia dell’insediamento di Maduro per il suo terzo mandato consecutivo da presidente, con una cerimonia presidiata da polizia e militari per il rischio di agitazioni. Intanto l’opposizione si starebbe preparando per una presidenza alternativa guidata dall’esilio da Edmundo González Urrutia, già riconosciuto come presidente eletto da numerosi Paesi.

Negli ultimi giorni il clima in Venezuela si è surriscaldato con mobilitazioni di piazza sia del chavismo al potere sia dell’opposizione. Le proteste contro il governo si sono svolte in modo pacifico al grido di “Gloria al bravo pueblo”, ma nella regione di Maracay e nel Carabobo le forze dell’ordine hanno sparato gas lacrimogeni contro i manifestanti.

Il capo dello Stato uscente, Nicolas Maduro, è stato proclamato vincitore delle elezioni presidenziali senza però avere presentato i verbali elettorali. In carica da undici anni consecutivi e intenzionato a restare al potere per almeno altri sei, il successore di Hugo Chavez si è detto pronto a non mollare “a costo della vita”.

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La sfida di González Urrutia, leader dell’opposizione in esilio

A sfidare Maduro c’è González Urrutia, considerato dall’Occidente il vero vincitore delle presidenziali del 28 luglio 2024, sulle quali si allunga l’ombra di gravi brogli. L’ex ambasciatore ha ottenuto asilo dalla Spagna ed è appoggiato da Machado, a capo dell’opposizione interna in Venezuela.

Di recente González Urrutia ha visitato diversi Paesi dell’America Latina, tra cui la Repubblica Dominicana dove è stato ricevuto dal presidente Luis Abinader. Dopo il riconoscimento da parte di Stati Uniti e Canada, diverse altre nazioni del Centro e Sud America hanno fatto altrettanto. Non si esclude che Urrutia possa cercare di giurare in un’ambasciata del Venezuela all’estero per creare una sorta di “governo provvisorio”.

In tutta risposta Vladimir Padrino, ministro della Difesa del governo di Maduro, ha fatto distribuire volantini con la scritta “ricercato” e le immagini di alcuni ex capi di Stato latinoamericani, definiti “criminali” e “invasori” per avere appoggiato l’opposizione democratica in Venezuela.

Machado ricompare in video e denuncia colpo di Stato in Venezuela

La leader dell’opposizione Maria Corina Machado è ricomparsa in un video di 6 minuti pubblicato su Instagram per denunciare un colpo di Stato in Venezuela, per dire che Edmundo Gonzalez non entrerà nel Paese finché non ci saranno le condizioni giuste e per spiegare la sua detenzione di ieri.   “Oggi, 10 gennaio, Maduro consolida un colpo di Stato davanti ai venezuelani e al mondo. Ha deciso di oltrepassare la linea rossa che rende ufficiale la violazione della Costituzione” venezuelana, ha detto Machado.   “Edmundo González verrà in Venezuela per prestare giuramento come presidente costituzionale al momento giusto, quando ci saranno le condizioni”, ha continuato, aggiungendo che gli ha chiesto “di non farlo perché la sua integrità è fondamentale perla sconfitta definitiva del regime”, ha aggiunto.   Riferendosi alle manifestazioni di ieri in Venezuela, Machado ha espresso che “la militarizzazione totale di Caracas e di altre città è la dimostrazione di quanto hanno paura del popolo”.   

La leader dell’opposizione ha infine dato la sua versione su quanto le è successo ieri, precisando che “all’altezza del distributore di Altamira (un quartiere di Caracas)” ha sentito diversi spari  “e mi hanno fatto scendere bruscamente con forza dalla moto”. Poi, dopo essere arrivati vicino “a Bolea”,una zona di Caracas, “mi hanno detto che avevano ordine che mene andassi” ma, per poterlo fare, “hanno chiesto di fare un video come prova di vita”

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