Il presidente e ad Abatello: “Un’acquisizione entro fine anno”. La società, attiva nello sviluppo di prodotti per l’innovazione e la digitalizzazione del settore portuale e della logistica, raggiunge i 20 milioni di fatturato e i 200 addetti
Genova – Un fine 2024 e un inizio 2025 con il botto. Il 27 dicembre l’acquisizione del ramo d’azienda dei servizi di telematica e infomobilità di Telepass Innova che segna il rafforzamento nel mondo della digitalizzazione dell’autotrasporto e l’8 gennaio l’aggiudicazione del bando per la digitalizzazione dei porti di Trieste e Monfalcone, una gara da 5,8 milioni di euro in sei anni che prevede la nascita di una società pubblico/privata con l’Adsp del Mare Adriatico Orientale che ne deterrà il 51%. E nel mirino, dopo una prima parte dell’anno che sarà dedicata ad armonizzare le new entries con il resto del gruppo, c’è anche una nuova acquisizione, questa volta all’estero, da finalizzare nel secondo semestre del 2025 o al massimo entro il 2026. A tirare le somme e raccontare progetti e sfide del nuovo anno per Circle Group, è Luca Abatello, 50 anni appena compiuti, presidente e amministratore della società genovese nata nel 2012, quotata su Euronext Growth Milan, e attiva nell’analisi e nello sviluppo di prodotti per l’innovazione e la digitalizzazione del settore portuale e della logistica intermodale.
Com’è andato il 2024?
“E’ stato un anno inquieto. C’è stata un’accelerazione nell’ultima parte che ha fatto sì che maturassero in modo importante tutta una serie di attività e di commesse. Sul valore della produzione non posso espormi perché siamo quotati, però posso dire che sicuramente negli ultimi tre mesi, anche se con molto ritardo rispetto a quelle che erano le ipotesi originali si è iniziato anche a vedere un po’ l’impatto del Pnrr sul settore”.
Qualche numero?
“Quello che posso dire è che nel 2023, l’ultimo bilancio approvato, come Circle abbiamo fatturato più di 13 milioni. Il ramo d’azienda di Telepass Innova che abbiamo acquistato vale circa 6,7 milioni di fatturato: facendo solo la somma, senza dare numeri di previsione di chiusura del 2024, stiamo parlando di un gruppo che traguarda i 20 milioni di fatturato”.
A fine 2023 avevate parlato di un raddoppio della dimensione entro il 2026 rispetto al 2022. State procedendo in quella direzione?
“Direi di sì, se già l’anno prossimo si supereranno i 20 milioni direi che stiamo già andando in quella direzione. Avevamo promesso tre cose: l’accelerazione del percorso dei servizi federativi, che abbiamo fatto; l’accelerazione sui prodotti e il mettere a disposizione del mercato strumenti concreti (e direi che abbiamo fatto anche quello) e un’acquisizione di dimensioni un po’ diverse dalle solite, che si attestavano fra 1 e i 2 milioni di euro. L’ultima direi che rappresenta un salto di dimensione anche rispetto ai progetti. Stiamo andando nella direzione giusta”.
Parliamo di strategie, come vi siete mossi?
“Abbiamo ritenuto importante andare fondamentalmente in due direzioni. La prima è il rafforzamento tecnico con l’acquisizione di Circle Garage, un team molto forte e specializzato con il quale stavamo già parzialmente lavorando e che serve per innestare capacità, competenze e know how tecnico che era fondamentale. L’altra acquisizione, invece, il ramo d’azienda di Telepass Innova, va nella direzione del completamento del piano industriale dal punto di vista di visione dei sistemi e della catena logistica”
Cioè?
“Nel bene o nel male nel sistema Europa e in Italia stiamo continuando a portare avanti l’intermodalità e la filiera in ambito green, però la maggioranza netta della merce gira ancora su gomma. Negli anni avevamo investito pesantemente sulle componenti di intermodalità e di ferrovia, però bisogna anche guardare i trend di crescita o decrescita. E nell’ultimo anno, ad esempio, il mondo ferroviario, per i lavori infrastrutturale e complessità nello switch modale, non è cresciuto. Quindi abbiamo ritenuto necessario completare in maniera forte la nostra presenza nella componente truck e gomma”.
Da qui l’operazione con Telepass?
“C’è stata l’occasione di incontrarci e fare progetti pilota in alcuni porti e alcuni nodi. Abbiamo visto una forte condivisione e complementarità di approccio e questo ha costruito la scelta strategica da una parte di collaborare con il mondo del tolling (i pedaggi, ndr), un mondo importante che sta continuando a crescere e generare opportunità, e dall’altra di portarci in casa il settore della telematica legata all’ambito gomma, cioè la porta principale di quello che è il settore del mondo truck, su cui credo che nei prossimi 3-4 anni ci sarà una forte spinta”.
Parliamo di porti. La gara per la digitalizzazione del porto di Trieste?
“Apprezzo in modo particolare la visione e il salto in avanti dell’Adsp del Mar Adriatico Orientale che ha avuto la forza, la capacità, il coraggio e l’organizzazione per farlo. E’ il primo caso in Italia di una società pubblico-privata e di una strategia che traguarda non il singolo anno o i singoli sei mesi ma un arco temporale che può arrivare a sette anni. Un modo di ragionare all’europea, con un approccio più manageriale, piani a medio e lungo termine e una capacità di investimento. Senza contare che Tireste è uno dei porti più importanti a livello europeo e italiano”.
Trieste è un caso unico, ma fornite già servizi digitali a diversi porti italiani.
“A Trieste e Monfalcone, Genova e Savona, La Spezia e Marina di Carrara, Ravenna, i porti siciliani fra cui Catania, Palermo, Augusta e Pozzallo, Taranto e Ancona. Tanti porti con i quali negli anni si sono costruiti rapporti di collaborazione. Diciamo che il problema spesso e volentieri è quello di dovere, nel pienissimo rispetto delle regole, vivere day by day, legati al singolo appalto, alla singola procedura, cercando di avere una visione invece più strategica pluriennale che consente di fare un salto di qualità”.
Quali sono i progetti per l’anno nuovo?
“Innanzitutto integrare le due recentissime acquisizioni, i primi sei mesi dell’anno sono focalizzati su questo. Stiamo già avviando i progetti per portare sul mercato a tutti clienti in essere e quelli che ci accompagneranno in questo processo di dematerializzazione forte il valore aggiunto della fusione fra le competenze e le soluzioni delle nuove società con la realtà già esistente”.
Quali saranno le novità?
“C’è la questione della dematerializzazione totale documentale che interessa molto il mondo dell’autotrasporto. Il documento di trasporto elettronico, infatti, è entrato il vigore il 26 settembre scorso e vedrà la sua reale applicazione quest’anno. Poi lo scorso agosto è entrato in vigore il regolamento europeo eFti che permette la dematerializzazione dei controlli lungo l’intera catena logistica, per cui tutte le merci potranno presentare agli eventuali controlli delle forze dell’ordine la documentazione digitale al posto di quella cartacea. E nel primo trimestre di quest’anno parte il progetto pilota (eFti4Eu) per testarlo, che ha fra i protagonisti l’Italia, uno dei 9 paesi Ue che lo stanno sperimentando per primi. Lo stiamo portando avanti con il Mit e Ram”.
Nuove acquisizioni in vista?
“Il salto quantico lo abbiamo appena fatto. Poi è possibile che si portino avanti ulteriori acquisizioni nell’ambito del nostro piano 2028. Quella che stiamo monitorando in primis è un’acquisizione all’estero che riterremmo essere il prossimo passaggio naturale e strategico però non è assolutamente un tema dei primi sei mesi dell’anno. Potrebbe essere alla fine del 2025 o entro il 2026”.
Oggi all’estero dove siete presenti?
“A Bruxelles, con tutta la parte di progetti europei, e a Oporto dove seguiamo la penisola iberica. Poi lavoriamo in tutta Europa, in tutto il Mediterraneo, in tutto il Middle East, ma senza una presenza diretta”.
Dove vi piacerebbe sbarcare?
“Stiamo guardando ambiti coerenti con il piano strategico: Nord Africa e il centro del Mediterraneo, quindi Marocco, Turchia, Egitto, Grecia e Spagna per la parte Sud. E per i componenti più inland e più intermodali Austria, Ungheria, Repubblica Ceca. Il focus è o più verso il Centro est dell’Europa o più verso l’area mediterranea”.
Quanti sono gli occupati di Circle?
“Siamo arrivati a essere più di 170. Con le acquisizioni che abbiamo fatto, e le persone che si sono unite al nostro gruppo grazie alle acquisizioni, penso che nell’arco dei prossimi due anni supereremo senza problemi le 200 persone”.
Di cui a Genova?
“Considerando anche Circle Garage oggi siamo circa un’ottantina. Tutti nella sede di Corte Lambruschini, perché la scelta fatta due anni fa era stata mettere tutti assieme affinché potessero creare il valore aggiunto correlato al fatto di essere riuniti nello stesso posto”.
Per Circle è preponderante la parte mare o la parte terra?
“Nessuna delle due. Siamo molto equilibrati fra mare, terra, ferro e anche aereo perché con Cargo start abbiamo qualche presenza anche nel settore aereo”.
A che punto sono i porti italiani nella digitalizzazione e di cosa hanno bisogno?
“I porti italiani hanno fatto un salto quantico negli ultimi mesi. Ciò che non era neanche immaginabile 12 mesi fa è stato raggiunto a livello di dotare tutti i porti italiani, le Autorità di sistema portuale, di port community system. Un risultato raggiunto entro il 30 giugno grazie ai fondi del Pnrr, al lavoro che ha fatto Ram e all’impegno del Mit. Con questo siamo arrivati allo zoccolo base, cioè avere lo strumento che interopera, mette assieme gli strumenti di tutti i vari attori della port community. Ora si tratta di aggiungere logiche di integrazione con l’hinterland, quindi di gestione della parte intermodale e dell’ultimo miglio”.
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