Perché l’iniziativa dei deputati dei gruppi di opposizione sul “caso Palmerini” potrebbe imbarazzare l’amministrazione Celentano
Una ribalta nazionale per le vicende dell’Abc – Azienda dei Beni comuni, l’azienda speciale del Comune di Latina che si occupa della raccolta e smaltimento dei rifiuti. Una vicenda in particolare: quella legata alla possibile inconferibilità dell’incarico di presidente del Cda aziendale a Lorenzo Palmerini su cui è in corso un approfondimento da parte dell’Anac.
Il caso arriva a Montecitorio. Lo fa con una interrogazione siglata dai deputati dei Gruppi di opposizione. Cioè Filiberto Zaratti (Alleanza Verdi e Sinistra), Matteo Orfini (Partito Democratico) e Ilaria Fontana (Movimento 5 Stelle). Interrogazione rivolta al Ministro dell’Interno e al Ministro dell’Economia e delle Finanze.
Nella loro interrogazione, i deputati di opposizione ricordano come “il 23/11/2023 la sindaca Matilde Celentano nomina presidente del Cda dell’Azienda speciale Abc, interamente di proprietà del Comune, il dottor Lorenzo Palmerini già curatore fallimentare della Latina Ambiente. L’azienda speciale Abc, ha l’obiettivo di organizzare la raccolta differenziata a Latina, che nel 2021 era infatti passata da 28% al 54%. Da quanto si evince dalla dichiarazione sostitutiva di Atto di Notorietà, scaricata dal sito dell’Azienda speciale Abc, il dott. Palmerini, risulta anche consulente professionale della società Rida Ambiente”.
In lizza Abc ed in board Rida Ambiente
Dove sta il problema? E perché dovrebbe essere un problema quella consulenza con Rida Ambiente? Perché Rida “è un’importante società privata che gestisce, praticamente in regime quasi di monopolio nel territorio pontino, i rifiuti indifferenziati da tmb (trattamento meccanico biologico). Ovvero quella tipologia di rifiuti più costosi da trattare perché prevedono una fase di gestione energivora dovuta alla necessaria essiccazione della parte umida presente all’interno di questa frazione di rifiuti. Solo nel 2023 il Comune di Latina ha pagato per questo servizio a Rida Ambiente oltre 6.500.000 euro“.
Nell’interrogazione si cita anche l’approfondimento dell’Anac che, “su richiesta delle opposizioni, ha avviato un’istruttoria per verificare la conferibilità e la compatibilità alla luce dei due ruoli, dichiarati dal professionista. Ruoli di consulente per Rida Ambiente e di curatore della fallita Latina Ambiente, istruttoria che avrebbe dovuto attivare lo stesso Comune. La nomina di un professionista consulente presso Rida si configura come un possibile conflitto di interesse tra le mission dell’azienda pubblica (Abc), che deve ridurre la quota di rifiuti indifferenziati, e quella dell’azienda privata (Rida) che invece fa dei rifiuti indifferenziati il suo business”.
Profili di conflitto di interesse?
La vicenda dunque potrebbe imbarazzare l’amministrazione? In parte sì: al di là di eventuali profili di conflitto di interesse che possano essere rilevati o meno, potrebbe emergere invece un tema di opportunità nella nomina. Nomina che è diretta ed esclusiva competenza del sindaco. Che, sulla vicenda delle verifiche Anac, ha osservato come quella di Palmerini è “una figura da me nominata come presidente del Cda di Abc dopo un’accurata istruttoria da parte degli uffici comunali competenti. Dai quali ho ricevuto sempre rassicurazioni sulla conferibilità dello stesso con l’incarico assegnatogli“. Ovvero, sono stati gli uffici a dare il via libera.
D’altronde gli incarichi di Palmerini sono bene messi in evidenza sul sito di Abc alla voce della trasparenza: nelle apposite dichiarazioni di insussistenza di inconferibilità, Palmerini dichiara infatti che “relativamente all’incarico di consulenza professionale con Rida Ambiente, questa contrattualizza il servizio di conferimento dei rifiuti solidi urbani direttamente con l’ente comunale e non con l’azienda speciale“. Cioè: Rida ha rapporti con il Comune, non ne ha con Abc.
E “relativamente all’incarico di curatore del fallimento (di Latina Ambiente, ndr) i rapporti pendenti e le liti in via di conciliazione interessano esclusivamente il Comune di Latina e non l’azienda speciale”. In soldoni: Palmerini sarebbe stato chiaro fin dal primo momento.
Chiaro fin dal primo momento
Questi altri incarichi li ricopriva già. E d’altronde, l’amministrazione comunale, impegnata nel procedimento fallimentare di Latina Ambiente, impegnata a recuperare i suoi crediti nei confronti del Comune, non poteva certo non valutare la posizione del curatore. Forse anche per questo, Palmerini avrebbe in animo un passo indietro, principalmente per non essere strumentalizzato, ma anche per lasciare serena l’amministrazione nel rispondere all’Anac.
Ma, chiarisce ancora l’interrogazione parlamentare, “le dimissioni annunciate dal dott. Palmerini risolverebbero solo una parte dei plurimi profili di conflitto di interesse. Resterebbe il dubbio su ipotetici danni erariali derivanti dalla transazione con Latina Ambiente e sulla mancata implementazione della raccolta porta a porta”.
E l’interrogazione tocca anche un altro tema: quello relativo al fatto che “alcuni indagati rinviati a giudizio per il fallimento della società Latina Ambiente, risulterebbero fare parte dello staff dell’attuale sindaca Matilde Celentano, in particolare l’avvocato Giacomo Mignano, consulente a titolo gratuito del sindaco ed il dottor Stefano Gori, capo segreteria del sindaco”.
Una transizione non facile
Per questo, i parlamentari interrogano i ministri su “quali iniziative intendano assumere al fine di verificare non solo l’ipotetica esistenza di plurimi profili di conflitto di interesse. Ma se non sussistano i presupposti di danno all’erario derivante dall’operato che l’attuale amministrazione comunale, ha avuto sulla vicenda fin dal suo insediamento”.
Sia come sia, laddove Palmerini nelle prossime ore rassegni veramente le proprie dimissioni, per la sindaca si aprirà una non facile transizione: scegliere il nuovo presidente di un’azienda diretta emanazione del Comune che si occupa di un servizio delicatissimo, proprio nel momento di transizione del piano industriale per la raccolta porta a porta.
Il centro storico e la fascia immediatamente esterna ad essa non sono ancora infatti passate al porta a porta. E il nuovo piano industriale, da approvare entro il 30 aprile insieme al piano economico e finanziario da cui deriva poi l’entità delle bollette pagate dai cittadini, dovrà stabilire come farlo, quando farlo e a quali costi.
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