I virus respiratori preoccupano i governi: in Asia tornano i moduli sanitari per i passeggeri in volo

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La decisione dell’Indonesia: ogni persona che entra nel Paese deve dire dove era seduto in aereo e le compagnie devono informare su casi sospetti da sottoporre a quarantena. Ecco cosa succede

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I virus respiratori fanno salire la soglia d’allarme tanto da spingere alcuni governi a reintrodurre i moduli da far compilare ai passeggeri in arrivo nel Paese, proprio com’è avvenuto durante la pandemia da Covid-19. Non c’è al momento alcun allarme specifico dell’Organizzazione mondiale della sanità, così come non esiste un annuncio ufficiale degli Stati sull’introduzione di questi strumenti di «monitoraggio». Ma a quanto risulta al Corriere — sulla base dei documenti e delle comunicazioni riservate — negli ultimi giorni ai viaggiatori con destinazione in particolare il Sud-Est asiatico vengono consegnate le «Schede di individuazione dei passeggeri per fini di sanità pubblica» da compilare con i propri dati personali.

Le comunicazioni interne

In due e-mail dei giorni scorsi — visionate e recapitate ai centri operativi di due importanti compagnie aeree sui voli intercontinentali — si legge che «a causa dell’aumento dei casi di problemi respiratori in Cina nel 2024 dovuti all’influenza aviaria e ad altri virus, il ministero della Salute dell’Indonesia sta adottando misure per prevenire il verificarsi di tali situazioni e sta coordinandosi con il ministero dei Trasporti» di Giacarta. Per questo «come parte delle azioni per prevenire la trasmissione delle malattie e mantenere la crescita della mobilità del trasporto aereo, si richiede a tutti i viaggiatori stranieri che entrano in Indonesia attraverso gli aeroporti di compilare il modulo “Satusehat Health Pass” disponibile sul sito web» (o in modalità cartacea).




















































Viaggi, i virus respiratori preoccupano i governi: in Asia tornano i moduli sanitari per i passeggeri in volo

La richiesta alla frontiera

«La compilazione del modulo elettronico di autodichiarazione — si legge ancora nelle comunicazioni elettroniche inviate ai vettori — deve essere effettuata presso l’aeroporto di partenza da tutti i viaggiatori internazionali, al fine di garantire fluidità e comfort all’arrivo in Indonesia». Ed è «necessario coordinarsi attivamente con il Centro di quarantena Sanitaria locale presso gli aeroporti indonesiani» per «rafforzare gli sforzi per prevenire la trasmissione di malattie negli aeroporti internazionali» e «gestire i viaggiatori stranieri sospettati di essere contagiati dalla malattia presso l’aeroporto». Stando a quanto si apprende la stessa misura potrebbe essere introdotta pure in altri Paesi nei prossimi giorni.

I fogli da compilare

Alcuni passeggeri hanno segnalato al Corriere la consegna delle «Schede di individuazione dei passeggeri per fini di sanità pubblica» con la richiesta di inserire informazioni come il volo, la data, dove si è seduti a bordo dell’aereo, oltre a nome, cognome, indirizzo, recapiti telefonici. «La scheda deve essere compilata nei casi in cui l’autorità di sanità pubblica sospetta la presenza di una malattia infettiva», si legge nel foglietto. «Le informazioni fornite aiuteranno le autorità a controllare l’evento permettendo loro di seguire i passeggeri che possano essere esposti alla malattia infettiva». Il Corriere ha contattato per chiarimenti una delle compagnie che stanno consegnando queste schede — Turkish Airlines —, ma senza ottenere una risposta. Al momento non c’è una richiesta di questo tipo all’interno dell’Unione europea, spiegano più fonti.

Cosa dice la Cina

Il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie ha segnalato un forte aumento delle infezioni virali respiratorie, comprese quelle da metapneumovirus umano (hMPV), nel nord della Cina dal dicembre 2024. «Sulla base delle informazioni attuali, si ritiene che l’attuale situazione epidemiologica in Cina rifletta un aumento stagionale delle infezioni respiratorie causate da agenti patogeni respiratori comuni e non desti alcuna preoccupazione specifica per l’Ue», spiega il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) in un aggiornamento dell’8 gennaio.

Cosa succede

Come ha spiegato nei giorni scorsi Cristina Marrone sul Corriere in Cina «non sta circolando alcun nuovo virus respiratorio» e il metapneumovirus umano è stato trovato in campioni conservati a partire dal 1976, mentre gli anticorpi contro il virus sono stati trovati in campioni di sangue a partire dagli anni Cinquanta. Gli scienziati ritengono che probabilmente sia passato dagli uccelli agli esseri umani e che abbia circolato per almeno mezzo secolo prima di essere scoperto. In parallelo viene monitorato anche il virus dell’aviaria H5N1.

«Prepararsi a un aumento di casi»

In ogni caso «l’Ecdc continua a monitorare la situazione in collaborazione con il Cdc cinese e l’Organizzazione mondiale della sanità per raccogliere ulteriori informazioni». L’Ecdc «raccomanda agli Stati membri di prepararsi a un aumento dei casi di virus respiratorio durante le prossime settimane invernali e di prendere in considerazione pratiche di prevenzione e controllo infezioni per ridurre la trasmissione nelle strutture sanitarie, comprese le strutture di assistenza a lungo termine».

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